Laura Matei

Pazienza, tenacia, perseveranza e passione. Questi gli ingredienti elencati nei manuali occidentali che indicano come conquistare il successo così come anche quelli nei testi di filosofia orientale che insegnano come raggiungere l'illuminazione. L'opera di Laura Matei riflette queste due scuole di pensiero: la tenacia e la perseveranza, tipicamente occidentale, di chi vuole riuscire nel proprio lavoro e la ripetizione mantrica di gesti quotidiani. Nell'installazione "Domani non c'è più" il pavimento è stato ricoperto da centinaia di crackers precedentemente ricamati in studio dall'artista. Per visionare l'opera il visitatore è costretto a calpestarla e quindi a partecipare alla sua distruzione. Alla ripetizione di una gestualità di tipo domestico, costituito in questo caso dal ricamo, l'artista aggiunge la componente della distruzione dell'opera come accade nei dipinti di sabbia di alcune tribù degli indiani d'America o nei mandala eseguiti dai monaci tibetani. Il fatto tuttavia che l'opera sia composta di pane aggiunge un aspetto sacrilego ed irriverente che è immaginabile solo in una società dei consumi.

Laura Matei è nata in Romania nel 1965. Dopo aver studiato belle arti in Romania si è iscritta all'Accademia di Brera, dove frequenta l'ultimo anno. Ha partecipato a mostre collettive a Milano fra le quali si ricordano: "Transatlantico" a cura di Alberto Garutti e Giacinto Di Pietrantonio (Viafarini, Milano); "Con la pazienza si acquista scienza" a cura di Alessandra Galasso (Viafarini, Milano); "Salon I" a cura di Laura Cherubini e Giacinto Di Pietrantonio (Museo della Permanente, Milano); "Oggetti smarriti" alla galleria Cą di Frą a Milano e al workshop con Allan Kaprow, organizzato dalla Fondazione Ratti a Como.