Marzia Migliora
curriculum vitae








Video, sound design, fotografia, sono i linguaggi con i quali racconto storie e realizzo spazi abitativi da percorrere e sentire.
Il mio approccio progettuale spesso si propone di dialogare e interferire con lo spazio nel quale il lavoro andra' ad abitare.
Un lavoro vive e prende forma in un luogo fisico, lo trasforma rendendolo denso, occupandolo.
L'utilizzo del suono, (in varie forme: narrazioni, rumori...) e' molto affine a questa mia esigenza di riempimento - denso dello spazio (vedi installazioni sonore diapositive 5 e 10).
Il suono e' un luogo etereo che si attraversa fisicamente, l'approccio non e' di scontro, ma d'immersione e avvolgimento.
Cio' che vorrei fare con il mio lavoro e' trascinare il fruitore in un luogo altro, profondo ed emotivamente sensibile.
L'approccio e' di tipo emotivo, ogni elemento rappresentato e' come un'immagine di rimando-metafora, atto ad esprimere pensieri e storie personali (vedi diapositive 6 e 3).
Il richiamo al passato, al trascorso emozionale legato all'infanzia e al gioco, e' un pretesto per raccontare storie che appartengono allo stesso modo ma in forma piu' complessa, al mondo degli adulti (diapositive 1 e 2).
Esperienze mie o di altri, diventano pretesti per narrare vissuti e trascorsi sul piano intimo e personale (slides 5, 6, 9).
La sfera domestica, giochi d'infanzia, cantilene, nenie, il mondo di una favola per bambini e dei suoi prodigi diviene metafora di un mondo fatto di regole in cui raggiungere gli obiettivi prefissati costa fatica e sacrificio.
Certe volte ripercorrere una strada vuol dire anche, riaprire delle ferite per diagnosticare se si sono rimarginate totalmente.
Un metodo per metabolizzare l'esperienza, per farla penetrare nei pori della pelle, come un balsamo che arriva in profondita' pizzicando.
In alcuni dei miei lavori video, mi metto alla prova davanti alla camera (diapositiva 3, 4 e 8) con degli esercizi, che hanno tutti i requisiti per essere giochi: il rapporto con il tempo, la misura dell'abilita', la resistenza e la regola.
Il fluire delle immagini e' scandito da una conta numerica che io stessa durante l'azione pronuncio ad alta voce, l'errore paga pegno, lo sbaglio fa azzerare completamente la conta e ricominciare tutto da capo. Un gioco privo d'ingenuita', in cui misurarsi significa riconoscere i propri limiti, ma allo stesso tempo cercare di superare se stessi.
Amo utilizzare elementi discordanti, per far emergere la doppia valenza di un gesto, come richiamo all'osservazione ed ad una lettura attenta della realta'.

G L I   A R T I S T I

Alessi & Bradbury
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R E P O R T A G E S