Sulla vetrina di uno spazio commerciale si può vedere l'intervento di Mauricio Lupini, una retroproiezione di due diapositive fisse che insieme formano l'immagine di un acquario. L'immagine di un oggetto che generalmente vediamo con l'acqua e i pesci in continuo movimento è qui ritratto come soggetto statico. In questo modo è negato il carattere specifico della metropolitana, luogo noto per diminuire al massimo il tempo di percorrenza e legato imprescindibilmente al concetto di movimento.


 

MAURICIO LUPINI

"L'oblio per me è quella condizione in cui non si è coscienti del tempo e dello spazio in cui ci si trova. Si è dimentichi dei suoi limiti.
Limiti privi di senso, una specie d'insignificante punto evanescente."
Robert Smithson

Questa frase di Smithson che parla dei limiti della percezione, mi è sembrata una definizione appropriata di quello che può essere la nostra esperienza all'interno della metropolitana. Il sistema della metropolitana è nato per diminuire al massimo il tempo fisico del percorso tra due luoghi. In quest'attraversamento la nostra usuale percezione dello spazio-tempo diviene alterata.
Anche il tradizionale museo di scienze occidentale, centro delle mie attuali ricerche, è una macchina che agisce nella stessa maniera. Nel suo tentativo di preservare e mostrare la storia delle civiltà, trasforma lo spazio delle culture collezionate in una sequenza temporale e il tempo storico in una successione di spazi all'interno del museo. Lo spazio ed il tempo sono rappresentati in statiche raffigurazioni visive nel tentativo di preservare la memoria dall'oblio.1
Il mio lavoro vuol essere un tentativo di mettere a confronto entrambi sistemi (museo e metropolitana / memoria e oblio) e le loro diverse concezioni dello spazio e del tempo.
Attraverso la proiezione di diapositive fisse (non in sequenza e una per proiettore) su uno spazio prescelto nella metropolitana si offrirà un'esperienza visiva statica dello spazio e del tempo. Queste fotografie riprendono dei luoghi. Degli habitat ricreati all'interno delle istituzioni scientifiche (musei di scienze naturali, orti botanici, acquari, ecc.). Luoghi adibiti ad alloggio delle diverse specie collezionate all'interno dello spazio del museo. Questi habitat hanno delle caratteristiche formali per cui, talvolta, assomigliano a degli ambienti naturali, ma sono in realtà, dei modelli autonomi, con caratteristiche ambientali proprie. Lontani dal concepire la natura il contrario della cultura, possiamo considerare anch'essi dei modelli naturali.
Le fotografie che propongo sono delle testimonianze di questi luoghi, e come dei riflessi sugli specchi, non sono dei veri luoghi, ma soltanto la loro immagine, un'esperienza di spazio resa visiva.

1 Idea sviluppata de Hal Foster nel testo "The Writing on the Wall",
Guggenheim Museum, New York, 1993