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"Dobbiamo immaginare una città in movimento che parla una propria lingua e non un esperanto architettonico una città a misura di corpi. Ci isoliamo dalle città, nelle nostre case, nei nostri appartamenti, non riusciamo a capirci, ci evitiamo invece di cercarci in uno spazio per monadi chiuse e folle immateriali. Facendo tornare l'habitat a giuste proporzioni, il corpo diventa la ragione ultima di tutte le cose. Il vero corpo cittadino è lui, il corpo sociale e il corpo individuale, senza il quale non siamo nulla. (...) Immaginiamo di creare una nuova specie di città. Bisognerebbe tentare esperimenti di pensiero nei quali solo una razionalità performativa potrebbe compiere le scelte più appropriate per risolvere un problema, diceva il grande fisico Bohr, "nulla è più importante di un idea molto irragionevole. (Serge Moscovici, Sulla Natura, Il saggiatore, Milano, 2005)"
Gabriel Acevedo Velarde nasce a Lima nel nel 1976. Vive e lavora a Mexico City. |