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"La Natura è Morta".
Questa frase credo campeggi ancora a Milano vicino alla Fiera, su una fabbrica abbandonata. L'Arte, come gran parte delle speculazioni culturali e filosofiche degli ultimi decenni, non si interroga più delle condizioni della Natura. O meglio non vi è più osservazione diretta. La Natura è sempre mediata, persino quando diventa atroce, come nelle calamità naturali. Natura divorata da una sorta di iperumanismo, o forse sarebbe meglio dire iper-umanesimo, una strana bulimia cannibale: un uomo divoratore di natura che include se stesso. L'Arte per secoli ha osservato e descritto il dialogo ed il conflitto fra la Natura e l'Uomo, fino a cambiarne il senso. Ora la speculazione culturale da almeno cinquant'anni si interessa solo di una Natura umanocentrica, iperUmanizzata, asservita agli strumenti (media, tecnologie, politica, turismo, ecc) di un IperUomo occidentalizzato. Lo spazio della Natura non riesce ad isolarsi dalla questione Umana, dai suoi interessi e dalla sua sessualità. Anche quando non la descrive. Immaginate la Natura di Hirst, o ai lavori della EcoArt sudamericana. Questa incombente inesistenza, inconsistenza, è anche frutto della sparizione del "timore" a essa legata (e quindi del nostro sempre maggiore senso di potere). Il timore del temporale e quello del buio nella caverna non sono più neanche simboli di analisi psicoanalitica. La scomparsa delle emozioni dirette è solo una conseguenza. Abbiamo emozioni mediate, abbiamo bisogno di colonna sonora per "sentire" DAVVERO qualcosa. Basta andare a Lanzarote per capirlo. Lanzarote è vulcanica, la Natura dovrebbe risultare incombente, gigantesca, invece è un Parco dei divertimenti (in cui i bus, dato l'altissimo calore emesso dal terreno, non hanno ruote gommate), in cui ogni giorno si "rappresenta" la pericolosità e l'imponenza, come una fiction (real tv, docu-fiction, ecc). L'isola ha realmente una colonna sonora, scritta da Brian Eno, non ascoltarla è impossibile, è ovunque, nei supermercati, nei taxi, nei musei, nelle grotte, all'interno dei vulcani, persino nelle case private. Tu vivi in una natura perfettamente mediata. E' l'icona della impossibilità, dell'impotenza della Natura e della oscena Natura dell'Uomo contemporaneo. L'Arte? L'arte non può rappresentarla, o almeno non può più, semplicemente perché la Natura è morta. |