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a cura di Dario Bonetta



17/05/2005

 
N.EST - Napoliest 
 
 
Architettura trasversale

 
   
Soluzioni per un territorio: il Piano delle Amenita' Urbane 
 
   
courtesy Gennaro Navarra




courtesy Gennaro Navarra




Gasometri, courtesy Gennaro Navarra, Hub Labs









courtesy Gennaro Navarra




courtesy Gennaro Navarra




courtesy Danilo Capasso



 
Danilo Capasso, fondatore e direttore del progetto, insieme a Giovanni Ferrarelli e Diego D'Agostino (architetti, designer e artisti napoletani tra i 30 e i 35 anni), nella galleria T293 hanno annunciato il Piano delle Amenita' Urbane, ora visibile anche online sul sito www.napoliest.it.
Il Piano vuole essere uno strumento operativo in grado di mettere a sistema i pensieri, le azioni, i progetti, le proposte per l'area est di Napoli che via via verranno raccolte ed elaborate da N.EST. Per Behind, i progettisti raccontano i prossimi appuntamenti ed exhibit di N.EST.

Cos'e' una amenita' urbana?
Esistono oggetti, spazi, visioni, in grado di generare un senso di "piacere". L'amenita' urbana si propone di trasmettere piacevolezza utilizzando un registro di lettura che si colloca all'interno della piega che separa l'architettura dall'urbanistica. La realta' della citta'contemporanea contempla un gap, un vuoto tra una pianificazione a lungo termine appartenente alla cultura urbanistica e la progettazione architettonica costituita da oggetti autoreferenziati e fini a se stessi. Tra queste due realta'', ne esiste una intermedia, vissuta nel presente...

Qual'e' la necessita' da cui nasce?
Il Piano nasce dalla consapevolezza che l'area est della citta', totalmente priva di vincoli normativi (piani di primo livello, vincoli archeologici e/o paesaggistici, ecc.), e' ricca di potenzialità urbane rappresentate da spazi inutilizzati o sotto-utilizzati, da contenitori di grandi e piccole dimensioni abbandonati, da aree dimesse, aree libere e aree incolte, che ne fanno un'enorme risorsa territoriale a valenza metropolitana. Il piano non individua gli interventi caso per caso, bensì percorsi privilegiati di azioni che consentiranno di operare una trasformazione dell'area in maniera sistemica nonché condivisa e armonizzata. Il parlare di amenita' in un luogo dove si sono persi riferimenti geografici, morfologici, paesaggistici e' una provocazione ma allo stesso tempo una sfida che N.EST lancia ai cittadini, alle amministrazioni, agli artisti e ai professionisti.

Non solo il piano, ma la vostra presenza a convegni di urbanistica come il recente incontro nazionale dell'INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), dimostrano che N.EST non e' soltanto un archivio che genera la produzione e consente la mostra di opere ispirate da un territorio. Che cosa significa essere un vettore di ricerca urbanistica ed architettonicae quali sono i prossimi appuntamenti di N.EST in Italia?
Lo sviluppo del piano delle Amenita' Urbane comporta una serie di considerazioni: in primo luogo, il piano non puo' essere concettualmente inteso come un sistema di relazioni precostituito, ma piuttosto come una stratificazione di 'materiali' disomogenei...la diretta conseguenza di questo approccio e' una visione del territorio che avviene 'a posteriori'. Il piano e' dunque rappresentato dalla ricerca continuativa di un metodo, che non e' mai definitivo, ma si rapporta sempre alla mutevolezza delle contingenze. La planimetria dell'area ha un valore piu' 'iconico' che
tecnico, mentre il territorio fisico e cio' che avviene nel suo interno sono gli indicatori che abbiamo deciso di adoperare per renderci operativi. Tali indicatori sono in movimento perenne, e questo comporta una sorta di 'monitoraggio' continuo, che avviene nelle piu' diverse forme, immagini ferme o in movimento, raccolta degli articoli di cronaca locale, progetti estemporanei ispirati da un preciso evento...tale sviluppo del piano 'dal basso' sta diventando una componente di grande importanza anche per la programmazione futura di N.EST, dove una percentuale di casualita' e' fattore imprescindibile per rendere l' intero progetto massimamente flessibile...

Memenest, un magazine proliferante in maniera asincrona: un progetto ambizioso! Un'anteprima dello stile del magazine per Behind e i tempi di pubblicazione.
Il progetto del magazine e' attualmente in fase di sviluppo. La struttura di Memenest risultera' profondamente influenzata da una visione dell'architettura che da subito abbiamo voluto definire ''trasversale''. L'idea che l'architettura si estenda a qualsiasi disciplina e' un presupposto che sin dall'inizio ci ha allontanato dal semplice criteriodel 'costruire manufatti'. Ritengo che i migliori architetti del secolo passato siano registi cinematografici e musicisti... E' probabile che possa identificare nelle Gymnopedies di Satie la piu' bella architettura del '900, e non parlo di architettura sonora, ma di uno spazio vero e proprio: uno 'spazio virtuale' ante litteram. Questo non preclude alcun tipo di progettazione, ma credo che Memenest dovrebbe accogliere quella
che potrebbe essere definita piu' una attitudine ai concetti spaziali che non una visione arcaica dell' architetto come costruttore di oggetti.

N.EST e' nato come, ed e', un progetto corale: non solo perche' a curarlo sono piu' persone e non solo perche' ambisce ad essere una piattaforma di comunicazione, ma perche' si muove sul territorio usando la leva degli eventi e della viralita'. Potete tracciare un quadro della strada sin qui percorsa con un impegno di autoproduzione di singoli, e anticipare le prossime partecipazioni o gli interessi che avete ricevuto dalle istituzioni a cui avete parlato delle tappe di N.EST? Puoi raccontare quali artisti stanno preparando le prossime partecipazioni a N.EST?
N.EST e' un progetto corale soprattutto per come le persone vi interagiscono. Abbiamo avuto contatti con una pluralita' di soggetti sin dal luglio scorso. Dai ricercatori ai i docenti universitari, passando per giornalisti, critici e politici - oltre che artisti, designer e musicisti, galleristi. La coralita' viene esaltata soprattutto perche' chi ci incontra legge il progetto a suo modo e a suo modo propone di interagire: il sociologo, l'architetto, l'artista, il collezionista, l'amministratore locale, l'urbanista, il direttore di museo. Dal punto di vista della ricerca estetica, gli interessi sono tutti per il database: artisti e creativi identificano il loro apporto nella scelta di un luogo e nella produzione di un'opera. Dal punto di vista progettuale, i nostri interlocutori spontanei cercano una relazione perche' ci propongono soluzioni per un territorio oppure perche' vogliono condividere le loro ricerche con noi. Dal punto di vista sociale, chi cerca una relazione con N.EST apprezza la prima qualita' della piattaforma: la stratificazione delle letture possibili, tutte funzionali alla messa in comune di interessi, alla diffusione di approcci multipli: non sclerotizzati e non autistici.
Adesso ci stiamo concentrando a trovare fondi per attuare un piano di residenze d'artista - necessarie alla scoperta e allo studio del luogo per creare un'opera. I nostri interlocutori privilegiati sono istituti di cultura, collezionisti, e privati. Abbiamo avuto alcuni appuntamenti interessanti con artisti (soprattutto stranieri). Sia durante Transmediale a Berlino, sia qui a Napoli od in altre citta' italiane. Ad esempio, i britannici Semiconductor sono rimasti molto impressionati dal territorio e dal progetto. Dopo gli eventi Hubtopia, stiamo progettando degli eventi d'arte nella zona est, e per questo stiamo incontrando le istituzioni proprio perche' - avendo come prima modalita' operativa, oltre che costitutiva, il dialogo e l'open source - il nostro evento potrebbe collegarsi ad un altro evento d'arte in citta' e spostare l'attenzione anche sul territorio che N.EST sta rappresentando, rileggendo, rivivendo.
Al momento con gli sforzi dei suoi produttori, unici shareholders, oltre che tra i primi stakeholders!

Intervista di Diana Marrone, Napoli, maggio 2005


     
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