Behind ospita interventi, riflessioni e interviste per seguire da vicino progetti e iniziative attraverso la voce dei protagonisti. Behind coglie e trasmette segnali, reazioni e tendenze nell'ecosistema dell'arte contemporanea.
a cura di Dario Bonetta



6/06/2005

 
Elettro+ 
 
 
Videodrome

 
   
Lo schermo e' ovunque. Il testo critico di Matteo Chini 
 
   
Robert Pettena




Nico Vascellari




Sophie Usunier




Maura Banfo




Sisley Xhafa




Bruno Muzzolini




Giovanni Ozzola




Salis & Vitangeli



 
Lo spazio espositivo di Elettro+ e' molto ampio basso lungo e privo di finestre. Si presenta cioe' come un corridoio (''dromos'' in greco) dove le immagini possono scorrere lateralmente mentre il pubblico si addentra nel locale. La percezione e' periferica, veloce e sfuggente. Ma obbligata. Come l'autostrada costellata di manifesti che i due protagonisti di ''Brasil'' attraversano in una disperata e impossibile fuga. Il luogo stesso suggerisce il passaggio del confine tra l'immagine e cio' di cui l'immagine ''e' immagine''. Questa parola infatti implica una provenienza, ha origine da una realta' esterna, da un indizio, da un referente. Che allude pero' a una realta' pero' di cui non siamo certi. L'immagine infatti non e' essa stessa realta'. E' ''soltanto'' un'immagine, diciamo. La forma esterna di un qualcosa che potrebbe rivelarsi anche vuoto. Il fatto e' che il rapporto tra ambiente e esperienza visiva e' sovraccarico di stimoli e tutto l'orizzonte del percepibile ci appare ormai come una sorta di schermo. Come in ''Fahrenheit 451'' cresciamo e abitiamo tra pareti che ci osservano. Lo schermo e' dappertutto. Ovviamente dentro i bordi di una pagina stampata, sul telone da proiezione delle sale cinematografiche, e ovviamente nel vetro di un apparecchio televisivo o del monitor di un computer. Ma anche altrove. Nella trasparenza in cui si nasconde una tagliola di ferro, nei led luminosi di un'insegna commerciale luminosa e ipnotica, nella griglia elettrica rovente di una zanzariera. O nello spazio ''disponibile'' dei pannelli che i commercianti di Firenze hanno usato per ''proteggere'' i loro negozi dal Social Forum ma facendone invece altrettante lavagne in comunicazione costante con la gente. Inevitabile che anche l'eXpo di Elettropiu' dovesse essere arredato solo da schermi televisivi e proiezioni luminose. Niente che ne ostacoli l'inganno, la necessita' o solo il desiderio di illudere. E il potere. ''La televisione e' la realta' e la realta' e' meno della televisione'' dice Cronenberg in Videodrome. La soglia tra l'immagine e cio' di cui l'immagine '' e' immagine'' e' oltrepassata in modo definitivo. Anche se rimane sempre un'area di riserva in cui comunicare questa consapevolezza. Abbiamo trasformato dunque lo spazio di E+ in una ''chiesa catodica'', un luogo in cui hanno trovato posto le immagini esuli, sequenze, e movimenti la cui finalita' e' chiaramente extra-televisiva. Irrimediabilmente e orgogliosamente. Una realta' e' che non vedremo mai in televisione. Semplicemente perche' alla televisione non interessa e non e' mai interessato mostrarla. E per quel che riguarda il futuro: ''ci sara' sempre piu'' realta', poiche' e' prodotta e riprodotta mediante la simulazione, e non e' essa stessa che un modello di simulazione'' (Jean Baudrillard).


Gli artisti e le opere di Videodrome
Fino al 2 luglio 2005 anche negli spazi del Museo Laboratorio di Citta' Sant'Angelo (PE)

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E' un'instancabile coppia di artisti (della truffa) europei. Sono stati inseguiti per un anno, da Roma al Canada, dalla Santa Sede per il loro falso sito, minacciati dal PSINet Europe Network Abuse Team per la diffusione di un libro presuntamente illegale, ricercati (e beccati) dalla Symantec Corporation come autori del virus Biennale.py. Si sono scontrati con il Ministero della cultura e del Turismo sud-koreano per il sabotaggio di una mostra e battuti in tribunale contro Nike, vincendo, per una falsa campagna pubblicitaria. Hanno inventato un falso artista, hackerato la prima galleria d'arte online, inventato il Life Sharing e si sono sottoposti volontariamente ad un anno di sorveglianza satellitare. Sono stati definiti media scammers, myth makers, ladri d'identita', estremisti, così come Internet star, dandy dell'informazione, geni. Le loro conrovese performance sono state discusse dal New York Times, El Pais, Britannica, Wired, Berliner Zeitung, Le Monde, Haaretz, Flash Art ed innumerevoli altri quotidiani, riviste, tv e spettacoli radio in tutto il mondo. Hanno esposto al Lentos Museum of Modern Art di Linz, all'ICC di Tokyo, al World Financial Center di New York, a Manifesta, all'Austrian Cultural Forum di New York, alla Valencia Biennial, alle Generali Foundation di Wien, hanno vinto la Jerome Commission dello Walker Art Center e l'Honorary Mention di Ars Electronica. Sono stati tra gli artisti piu'' giovani ad avere mai partecipato alla Biennale di Venezia. Non sono del tutto sicuro se siete le persone piu'' interessanti del mondo o le piu'' fottute.(Daniel Vydra, 15 Settembre 1999)

Michele Aquila
Nato nel 1975. Studia Architettura a Firenze. Pensa che il video sia un mezzo per esplorare le tensioni contenute negli spazi e contemporaneamente restituire esperienze sensoriali amplificate dei luoghi stessi. A quattordici anni invece di uno scooter si e' fatto comprare una videocamera SONY CCDF555E; filmava e montava con un videoregistratore SONY SLV353 e un walkman AIWA HS-PX310. Dopo il Commodore 64 e il DOS e' approdato alla Apple e ha capito che il digitale faceva per lui. www.driftingmedia.org
Presenta il video storefronts 2004 girato durante il social forum di Firenze.

Maura Banfo
Nata nel 1969, vive e lavora a Torino dove ha iniziato alla fine degli anni Novanta una ricerca con la fotografia, come linguaggio predominante, e il video. Inquadrature irregolari ed eccentriche sono le caratteristiche dei suoi soggetti: immagini evocative per la sua capacita' di raccontare le storie delle quali gli oggetti sono silenziosi testimoni.Cio' che di regola riconosciamo diventa qui una chimera, un tuffo emozionale nel mistero della forma.La perdita della sensibilita' spaziale, la dinamica del tempo, ''la ciclicita' della giostra della vita'' -individuale e storica-, sono tutti elementi annunciati in Round Trip del 2004. Un progetto sull'idea della vertigine, sul turbamento della sensibilita' spaziale, sul moto perpetuo. Un immaginario viaggio di andata e ritorno (Round Trip). Chi di noi non ha mai sognato di volare? Di lasciarsi trasportare da un vortice immaginario, chiudendo gli occhi... e ascoltare i propri pensieri in silenzio (di qui la scelta di non avere un audio). Fin dalla antichita' l'uomo ha sperimentato i piu'' vari marchingegni per tuffarsi nell'avventura della magia del volo. Eppure volare fa paura. L'incertezza della propria ''fine'' miscelata alla felicita' infantile. Come una magia... ''la magia'' che trasforma le cose invitando l'osservatore a perdersi come dentro ad un sogno... solamente l'albero resisteva al nostro fluire eterno.
Perche' io cambiavo continuamente; ero Amleto, ero Shelley, ero l'eroe di un romanzo di Dostoevskj di cui mi sfugge il nome; per un trimestre intero, incredibile a dirsi, fui Napoleone;ma soprattutto fui Byron. (Virginia Wolf)

Sarah Ciracì
Nata nel 1972 a Grottaglie (TA); vive e lavora a Milano.
Il lavoro di Sarah Ciracì e' caratterizzato da un uso naturale e non sofisticato della tecnologia che le permette di decomporre, manipolare, mischiare e rielaborare immagini che, attinte dai contesti piu'' diversi, aprono infinite possibilita' di trasformazione e sintesi. La tecnica diventa così uno strumento per creare mondi paralleli e raccontare metaforicamente la realta'.
Attraverso fotografie digitalmente manipolate, light-boxes, video e installazioni, Sarah Ciracì crea paesaggi estremi, ambienti ostili alla vita umana e impossibili da abitare e con vivo interesse per l'influenza che il paesaggio mediatico ha sulla nostra percezione e conoscenza del mondo si concentra sui misteri e l'ambiguita' dell'informazione contemporanea. In Tanto rumore per niente (1996-2001) uno schermo di quieta luce azzurrina, mediterranea, s'accende all'improvviso ogni tanto di immagini di esplosioni, sorprendendo col suo fragore l'ignaro visitatore o passante.

Globalgroove
Nasce alla fine degli anni novanta a Roma da un'idea di Michele Andreoni e Fabio Toffolo. Inizialmente l'interesse si rivolge al web, con il sito www.globalgroove.it . In seguito il progetto ha ampliato il suo raggio d'azione con lavori a stampa, installazioni, progetti editoriali, fotografia, collages, animazioni in Flash. Adrenocromo (2000-2005) e' una sequenza di frammenti testuali e foto-accostamenti montata con Microsoft PowerPoint pensata sia per la visualizzazione a monitor che per essere proiettata su parete. Ha una durata complessiva di 7 minuti.Ad una serie di fermo-immagini campionati da web-cam gay sono stati accostati o alternati scatti fotografici di ''interni'' (case, uffici, centri commerciali) ed ''esterni'' (strade, palazzi, paesaggi urbani). Alle immagini, tagliate in formato panoramico, si alternano frammenti testuali di varia provenienza.

Melania Lanzini
Nata a Firenze nel 1970. Presenta la sua ultima opera The blue bus 2005. E' una video artista e performer .Dal 1996 usa il video e la performance per esplorare gli archetipi che suscitano le piu'' recondite paure e desideri umani. Da qui opere che sviscerano il significato della morte, dell'identita' e dell'alterita', della bellezza inorganica. Ne nascono percio' video installazioni e performance dove il corpo e' il centro dell'attrazione, corpo come supporto dell'opera, corpo sul quale si tracciano i percorsi emotivi, tangibili ed estremi di uno stato psicologico, corpo come mappa e terreno sul quale si cuciono le esperienze. I suoi video, video installazioni e performance conducono lo spettatore in un contesto in cui l'immagine e il suono creano un tutt' uno inscindibile e dove le tecnologie costruiscono un mondo parallelo dove tutto e' sospeso.

Luca Matti
Nato a Grassina (FI) nel 1964, vive e lavora a Firenze. Presenta il video ok computer. Nel lavoro di Luca Matti non ci sono confini precisi tra disegno, schizzo, bozzetto, quadro compiuto o appunto per un'animazione, perche' i diversi piani si compenetrano, si confondono, entrano l'uno nell'altro creando un unico, immenso canovaccio visivo che e', appunto, ''l'universo di Luca Matti'', un universo fatto di mille omini schizoidi e angosciati, di minuscole teste su cui germogliano grattacieli, palazzi, interi quartieri, di piccoli oggetti casalinghi sparsi qua e la' ­ tostapane, frullatori, cucine economiche e seggiole tristi e solitarie che si guardano a vicenda come tanti elementi sparsi di un mondo fatto di solitudini destinate, in buona sostanza, a non incontrarsi mai. Quella di Luca Matti e' una sfida al progresso, e' un voler ricostruire il mondo senza l'aiuto di nessuna tecnologia, ne' di nessun materiale sintetico: solo la materia opaca, ruvida e pesante della gomma nera dei copertoni usati, e quella grezza dello schizzo e del disegno. (Alessandro Riva)

Bruno Muzzolini
E' nato a Brescia nel 1964. Per questa occasione presenta Frost 5 (3') del 2004. Il video si inserisce all'interno di una complessa ricerca che l'artista sta affrontando sulle problematiche, tutte contemporanee, dell'immagine utilizzata dai media piu' disparati come veicolo di messaggi non sempre denotati da una chiara leggibilita', come a voler ribadire a tutti noi la necessita' di una vigilanza attenta e continuativa nei confronti di tutto cio' che si cela dietro la piu'' apparentemente innocua delle raffigurazioni mediatiche. Il video e' una sorta di conto alla rovescia verso ''l'inevitabile'', lo scongelamento, lento ed inesorabile scandito da un gocciolio martellante, di una trappola carica, un'enorme tagliola per orsi imprigionata a sua volta nel ghiaccio. E lo sguardo dello spettatore diventa, per un sottile slittamento di significato, la preda, in attesa del temuto '' scatto '' finale, oserei affermare sia della trappola sia del nostro sistema nervoso''. (Alessandro Trabucco)

Sandrine Nicoletta (13 maggio 2004 40$77 a barile dvd 2004).
Nata ad Aosta nel 1970, Sandrine Nicoletta partecipa a diversi programmi di scambio internazionali e a diversi progetti di arte pubblica. Lavora con la Galleria Neon e con la Galleria Maze. Il suo lavoro pone l'attenzione sull'uomo e il suo rapporto con il mondo, nei primi lavori torna spesso il concetto di isola come idea di pausa, di presa di coscienza prima di riprendere la propria strada, nelle ultime opere lavora sul concetto di bilico e di equilibrio. Una consapevolezza di se e una spinta ad andare oltre l'odinario e' sicuramente qualcosa di sempre presente nel lavoro.

Giovanni Ozzola
E' nato a Firenze nel 1982 dove vive e lavora. Inizia la sua attivita' nel campo della moda movendosi tra Londra e Milano. Dopo una serie di incontri importanti - in particolare con Maria Novella del Signore e Pier Luigi Tazzi - inizia nel 1998 ad esporre in mostre collettive e personali. La sua produzione si basa sull'uso di fotografia e video. Le sue immagini tengono sempre conto dello spazio in cui verranno installate. Agiscono quindi nello spazio delle tre dimensioni e sfuggono percio' la bidimensionalita'. ''All'inizio erano immagini sfuoca di interni, ma ora non piu''. La sintonia e la percezione (armonia) sono ricercate. La Lluce e' elemnento fondamentale. Gli strumenti (se conosciuti) sono solo strumenti''. Il primo lavoro video e' Tokyo del 2003. In questa occasione espone un lavoro inedito: Just one kiss 87'''.

Robert Pettena (Wind farm game) .
Nato a Pembury in Gran Bretagna nel 1970, l'artista vive e lavora a Firenze. Nei suoi lavori sonda sistemi dati, per capovolgerne le coordinate o semplicemente per esasperarne le regole e minarle così nelle loro fondamenta. Che si tratti di luoghi pubblici o privati, di istituzioni o tradizioni, di singoli o di aggregazioni di persone, nei loro confronti diventa un regista che assegna loro ruoli nuovi. Il mutamento di una funzione non implica uno stravolgimento del sistema, ma anzi puo' condurre ad una migliore comprensione dello stesso o per lo meno apporre approcci inediti. Infatti, l'interesse dell'artista e' proprio quello di scavare per giungere oltre un'inevitabile apparenza. Nascono così esibizioni rock di un gruppo di giovani donne all'interno di un negozio d'antiquariato di Firenze oppure un parco giochi ricostruito in una galleria californiana per farvi lavorare da mattina a sera dei broker professionisti. Recentemente un suonatore di cornamusa da lui invitato ha percorso in lungo e in largo lo spazio del Meccanotessile di Firenze. Video e foto realizzati da Pettena non sono mera registrazione dei lavori, ma fanno parte integrante delle opere, in quanto si relazionano agli accadimenti e rielaborano momenti e dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti.

Salis & Vitangeli (Morning star 1 2'28', 2004).
''Sono come corpi celesti, le falene della notte, che ci sono, nel buio, ma che solo il passaggio alla luce consegna allo sguardo, illuminandone lo sfarfallio. MORNING STAR 1 e' consacrato alla luce: una luce che non illumina, incendia, non perpetua, consuma, dispiegando un' estetica mediterranea fatta di orrori e bellezza. Quasi non vorremmo guardarlo questo fuoco che danzando consuma e restituisce al buio le falene della notte, cantando lo strano inganno del venusiano equivoco di un pianeta cui si da il nome di una stella .E strani sono i tempi, in cui anche i pianeti bruciano, non piu'' semplici corpi celesti riflettenti la luce del sole, sempre corpi, ma incandescenti, per caso o forse per destino. Con un'unica speranza: esserci ancora quando la notte finisce, testarde stelle del mattino''. Il lavoro pittorico che vanno svolgendo in coppia da qualche anno, e' caratterizzato da una raffinata rielaborazione dell'immaginario scientifico. Attraverso la rete Web reperiscono gli spunti iconografici da cui prende avvio la loro operazione creativa. Progettano un'ibridazione linguistica, che si cristallizza in una metamorfosi formale. Infatti, la modificazione di secondo grado e conclusiva, cui e' sottoposta l'immagine, passa attraverso la sua traduzione pittorica, con l'ingrandimento su tela dell'embrione figurativo e il successivo intervento ad olio. Le ultime opere raffigurano la fusione di immagini planisferiche con la sagoma di palloni aerostatici, normalmente impiegati per l'osservazione satellitare. Vivono e lavorano a Polverigi (AN).

Marinella Senatore (TIME IS RUNNING OUT)
''Forse dovrei esporre la lista dei film che ho visto da piccina o una giornata tipo della scuola di cinema che ho fatto, per documentare/presentare come sono arrivata a usare, ma soprattutto trovare, il linguaggio di cui mi servo? Videodrome si colloca proprio nel momento di messa in discussione di tutto, un momento molto importante per andare avanti ...e forse non e' un caso''. Se il cinema per Deleuze e' ''immagine-movimento'', le opere di Marinella Senatore si articolano invece come immagini-luce in cui l'attenzione maniacale per il mezzo cinematografico assume un valore straniante. Nel video I'll never die la cronaca di avvenimenti inspiegabili implode in una inattesa affermazione esistenziale. In I take you back to the star invece l'ambigua verosimiglianza del racconto e' decostruita dal montaggio e riportata al potere suggestivo degli ambienti. La coesistenza di cinema, installazione, pittura e fotografia si fonde percio' in un ambiente unitario, un flusso in cui sogno e ricordo condividono una loro ragione segreta.(Matteo Chini)

Sophie Usunier
In Court Circuit, esposto alla Neonprojectbox, Milano 2003, l'insegna luminosa della farmacia, concentrata su se' stessa, e decontestualizzata, ci lasciamo ipnotizzare atttraverso i suoi effetti di parata, attira ?.e poi diventa piu' che un' insegna, inizia a giocare con i rumore di fondi, quelli della strada, della citta'. L'insegna luminosa della farmacia assomiglia sempre di piu' a un gioco elettronico, a un circuito di video gioco, dove tutto e' concentrato su questa croce come in uno circuito chiuso? L'artista e' attratta, e come ipnotizzata, dai meccanismi che sorreggono e definiscono il volto noto del mondo. Lei lavora sulla stabilita' dei concetti che regolano i rapporti e l'identita' delle cose, fornendogli poi una riqualificazione attraverso uno sguardo innocente che vuole scavalcare le convenzioni per giungere ad una nuova forma, che sia come una nuova origine.I suoi riferimenti al ''mondo delle favole'' o agli ''archetipi'', non e' un percorso di regressione bensì un canale per un nuovo inizio. Le sue opere sono sempre come dei nuovi ''esseri'' coscienti, non assoluti ma con una forma sempre in divenire e da sperimentare. (Lorenzo Bruni)

Nico Vascellari (Untitled Song 2005).
E' nato a Vittorio Veneto (TV) nel 1976 vive e lavora tra Bologna e Rotterdam.Interrompe i suoi studi universitari presso il DAMS di Bologna per dedicarsi al suo gruppo musicale With Love con il quale ha realizzato diversi album e tour. Negli stessi anni, durante la sua residenza presso Fabrica, comincia ad evolvere l'impatto visivo e fisico dei suoi concerti attraverso una corporeita' performativa che oggi si esprime nell'ambito dell'arte contemporanea attraverso video, installazione, suono e scultura in mostre personali e collettive in spazi pubblici e musei all'estero e in Italia.

Sislej Xhafa (Skinheads swimming 2002)
E' nato a Peje, in Kosovo nel 1970. Pur vivendo in Italia prima e a New York ora, in ogni lavoro denuncia con orgoglio la sua appartenenza ad una cultura albanese a cui si sente intimamente legato. I suoi lavori, spesso rievocazione del suo paese d'origine, diventano per lui quasi la rievocazione di una condizione 'altra' e autentica rispetto al sistema occidentale irrimediabilmente inserito in una complessa dimensione tecnologica. I temi dei diritti umani, della clandestinita', della migrazione, del viaggio, estremamente personali ma anche così universali, vengono trattati da Xhafa con intelligenza e ironia anche attraverso l'uso di performances provocatorie e paradossali che vedono il coinvolgimento di altre persone.

ZimmerFrei
Il video Sodium Penthatol episodio recente del progetto biennale VISIONI DEL TEMPO. Sodium Penthatol e' letteralmente un ''tunnel temporale''. Lo sguardo tenta una mappatura dell'intera circonferenza di una citta' (Brussel) attraverso un unico camera-car. L'auto, con andatura costante, si inabissa nei tunnel della circonvallazione interna, ne emerge alla ricerca d'aria, si tuffa di nuovo in queste gallerie dalla luce liquida, scivola tra i semafori. Gli altri veicoli sembrano avere un comune destino, si accostano silenziosi, superano o perdono terreno. Questa meditazione circolare accoglie un solo scarto laterale, un'altra vita possibile. Dedicato a una visione rivelatrice di Phili K. Dick: ''I claim to remember a different a very different present life''. ZimmerFrei e' un gruppo di artisti che ha sede a Bologna. Nato nel 1999 da Anna Rispoli, Anna de Manincor e Massimo Carozzi, opera sia come collettivo che come etichetta che produce i lavori dei singoli. ZimmerFrei agisce tra il territorio della performance e quello delle arti visive, producendo opere di vario formato: installazioni sonore e video, ambienti, performance, workshop, oggetti-prototipo. Ogni opera appartiene a un universo specifico di cui noi applichiamo alla lettera le leggi fisiche.

Matteo Chini e' nato a Milano nel 1965. Vive e lavora a Firenze come insegnante e critico. Laureatosi in storia dell'arte all'Università di Firenze, si e' successivamente specializzato in arte contemporanea a Parigi e Bologna. Attualmente e' docente di Teoria della Percezione all'accademia di Bari e di Estetica all'accademia di Ravenna. Ha collaborato con numerosi quotidiani, radio e riviste di settore - tra cui Il Manifesto e Controradio - ed e' corrispondente di Flash Art. Ha pubblicato numerosi saggi, monografie e il libro Pop Art. Miti e linguaggio della comunicazione di massa (Giunti 2003).
Tra le mostre che ha recentemente realizzato come curatore segnaliamo: Events, "Saci Art Gallery" Firenze 2000-2001; Play!, "Care of" di Milano e "TENT. Centrum Beeldende Kunst" di Rotterdam, maggio 2003; Gemine Muse, "Museo Archeologico di Firenze", novembre-dicembre 2003; Networking #3 [guest curator], Firenze, Pontedera, Seravezza, settembre-ottobre 2004; Skin, "Daniele Ugolini", Firenze, gennaio 2005; Videodrome, ''Elettro+'', Firenze, aprile 2005 e Museo laboratorio di Citta' S. Angelo maggio/giugno 2005; Giuseppe Restano, White Gallery, Pescara, maggio 2005; Stefano Loria, Sergio Tossi, Firenze, maggio 2005.


     
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