Behind ospita interventi, riflessioni e interviste per seguire da vicino progetti e iniziative attraverso la voce dei protagonisti. Behind coglie e trasmette segnali, reazioni e tendenze nell'ecosistema dell'arte contemporanea.
a cura di Dario Bonetta



17/02/2007

 
1/60 insurgent space 
 
 
Per una nuova geografia mentale dell'arte

 
   
1/60 insurgent space 
 
   
Elena Javanova, "Insomnia", 2005.




GGT, "Myslym Shyri", 2006.




Cesare Pietroiusti, "Integrazione europea", 2005.




Miss Wet, "The Miss Wet art project" 2006




Dren Maliqui, "Ho bisogno di un cambiamento radicale" 2006.




Stefano Cossu, "Fundraising for a monument to Adolf Wolfli", 2006.




Henrik Eriksson, "Memento mori project: Tirana Villa Hoxha", 2005.



 
Stefano Romano è ideatore e curatore del progetto 1.60insurgent space che negli anni 2005 e 2006 ha collocato Tirana al centro di residenze, da considerarsi resistenze temporanee, di artisti di provenienza europea oltre che albanese. I venti interventi curatoriali hanno visto la partecipazione di quarantasei artisti.
1/60, il tempo di apertura dell'otturatore fotografico quando il flash è attivo, sottolinea l'estemporaneità degli interventi attivati nei luoghi della vita quotidiana di una città in forte trasformazione. Ogni operazione, a scadenza mensile, ha durata limitata ad un giorno. Per volontà del curatore le azioni si sono caratterizzate per la valenza collaborativa e di interazione con lo spazio urbano in quanto collocate in luoghi inconsueti per la produzione artistica locale, cioè luoghi pubblici e spesso di alto valore simbolico per il proprio portato storico.
La geografia della città che si è costruita nei due anni di attività ha nuovi riferimenti grazie al coinvolgiemento del pubblico. Artisti e fruitori hanno disegnato una mappa esperienziale che si sovrappone, integrandosi, all'evolversi casuale di Tirana.
Tirana, città che attrae persone e capitali della regione, ha sperimentato sulla propria struttura urbanistica e sociale l'unico modo di espressione artistica che permette di riflettere sull'attuale stato di trasformazione che vede la città indirizzata verso una nuova economia, una nuova fisionomia urbana, verso un nuovo rapporto con il passato e la propria storia recente.
Stefano Romano durante la presentazione di questi due anni d'attività ha voluto descrivere situazioni e reazioni di alcuni dei lavori seguiti da una rete di curatori locali e internazionali.
Nel marzo 2005 l'artistia albanese Enisa Cenaliaj realizza una performace presso Kombinati, luogo ove durante il periodo di dittatura comunista si sono concentrate le attività dell'industria manifatturiera. Nella piazza antistante l'uscita del complesso industriale è presente tutt'oggi una piedistallo sul quale era collocata la statua di Stalin. L'artista ha preso posto sulla base vestendosi con una tuta da lavoratore e dipingendosi di bianco prendendo in questo modo le sembianze di una statua in marmo bianco. All'uscita della fabbrica l'artista ha apposto una insegna con la scritta "Benvenuto adorato lavoro". Lo strumento del monumento come veicolo d'affermazione del potere è qui ironicamente esposto alla forzatura data dalla creazione di un eroe del lavoro in un paese con una forte presenza di disoccupazione seppur in un momento di crescita economica.
Nel'aprile 2005 presso il mercato comunale si è svolto l'happening e l'evento espositivo di Armand Lulaj dal titolo Industrial Market dove si mette in rapporto la struttura architettonica fortemente organizzata del mercato di Tirana con l'origine del mercato nero della merce. La sera del 27 aprile sono esposti dei video il cui contenuto è l'intervista, quasi interrogatorio, che l'artista ha fatto ai commercianti e spiega il modo attraverso il quale riescono a introdurre la loro
merce illegalmente. La medesima sera, come di consueto, viene organizzata una gara di cavalli illegale che vedrà l'abbattimento simbolico del cavallo vincitore. Lulaj svela l'impossibilità del controllo dello scambio, la naturale creazione di pratiche di resistenza che diventano metafora di un sistema globale al quale la merce partecipa come protagonista.
L'intervento di Maggio 2005 vede la curatela di Joa Ljungberg e l'intervento di Henrik Eriksson, artista svedese che ha fatto del motivo del memento-mori il tema del suo lavoro connettendolo all'architettura e all'urbanistica. Eriksson ha costruito un modello in scala della villa attualmente abbandonata di Enver Hoxha, dittatore dell'Albania comunista. Il plastico è stato bruciato con fuoco controllato dall'artista al fine mantenere riconoscibile il modello carbonizzato. L'accanimento del fuoco incarna il tentativo, non riuscito, di dimenticare un periodo storico del quale restano ancora tracce che non si riescono a rapportare con il presente.
Anche Alejandro Vidal ha lavorato con la memoria del regime comunista in Albania. A luglio del 2005 ha cercato di introdurre valori politici al genere musicale turbo-folk, misto tra tradizionale musica balcanica e musica dance. L'operazione è avvenuta di fronte alla sede dell'unica televisione e radio privata installata presso la piramide di Hoxha, così chiamata perchè costruita con l'intento di far diventare l'edificio emblema del potere totalitario di Hoxha. La reazione negativa dei presenti ha indotto all'interruzione della performance.
Per l'intervento di Settembre 2005 1.60insurgent space ha affrontato il tema dell'integrazione dell'Albania con l'Unione Europea. Cesare Pietroiusti, uno degli artisti invitati, ha lavorato con il processo digestivo di varie persone su una banconota europea. Una banconota di 100 Euro è stata
suddivisa ed ingerita, come da contratto, da studenti dell'accademia di Tirana che successivamente hanno recuperato e ricomposto ogni pezzo. La banconota è stata incorniciata ed esposta al pubblico. Pietroiusti ha utilizzato la carta moneta per svelare l'analogia tra il processo digestivo ed il sistema economico al quale l'arte appartiene.
Il tema della emarginazione etnica, il suo rapporto con implicazioni politiche, religiose e psicologiche è trattato da Driton Hajredini, cossovaro residente in Germania che registra la conversazione con un sacerdote. Da mussulmano Hajredini accede al sacramento della confessione con un sacerdote ortodosso al quale chiede se è peccato essere di origine albanese in Kosovo, ed in caso la sua cancellazione. La conversazione con il sacerdote è stata registrata ed esposta come video totalmente nero ed il sonoro tradotto dall'albanese all'inglese in sovrimpressione.
Per 1.60insurgent space non vi sono stato solo progetti di derivazione performativa, ma anche interventi di derivazione street art. E' il caso dell'azione di Dren Maliqui, che nel dicembre 2005 fa dipingere con una mascherina e vernice spray nera su muri, passamani, gradini, strade e altri posti urbani la scritta in caratteri stampatello in lingua albanese: "ho bisogno di un cambiamento radicale". La scritta allude alla impossibilità di cambiamenti all'interno dell'accademia di Tirana dopo il fallimento della ribellione di cui Maliqui è stato promotore. L'artista si rivolge non più all'istituzione ma a se stesso, primo passo di altri cambiamenti. L'operazione è avvenuta di notte, per mano di molteplici persone che si sono recate in luoghi definiti dall'artista.
In Febbraio 2006 l'intervento di GGT è avvenuto con l'esposizione di disegni della dimensione di 1,50x1,50 mt lungo una via trafficata di Tirana senza il permesso della municipalità. Il permesso tacito è arrivato dopo un controllo da parte della polizia che non ha portato alla rimozione delle opere esposte. I disegni, appesi su cavi fissati da albero ad albero, hanno come soggetto di indagine i simboli e gli oggetti che ogni giorno ci raggiungono attraverso i media e diventano icone-oggetto che rappresentano ideologie e strategie di marketing qui confuse nella comune linea stilistica dell'artista.
Nikolin Bujari si è reso protagonista di una azione di documentazione per informare la popolazione sul servizio pubblico dei bus cittadini. Partendo da una mancanza sulle pensiline delle fermate dell'autobus degli orari e dei percorsi l'artista ha fatto stampare per ognuna di esse una mappa risultato della rilevazione da lui effettuata. La carta adesiva sulla quale si sono stampate le mappe dei tracciati è stata attaccata sopra le pubblicità che abbondantemente ricoprono le pareti delle pensiline e per le quali quest'ultime sembrano essere progettate. L'azione rileva infatti una mancanza, l'informazione al cittadino degli orari e dei percorsi dei bus, che fa emergere la reale motivazione per la quale sembra essere stata installata la nuova pensilina, cioè l'informazione pubblicitaria.
Altro intervento che nasce dalla lettura di necessità che nascono dal rapporto dell'individuo con la città è l'azione del collettivo internazionale anonimo ANK che leggendo le trasformazioni delle abitudini in seguito alla costruzione di nuovi servizi, come le strade, hanno impostato una attività di pubblica utilità. La costruzione di uno spartitraffico lungo una strada centrale di Tirana ha di fatto creato una barriera per i pedoni impedendone l'attraversamento. Individuati i punti deboli qualcuno ha aperto dei passaggi dando la possibilità alle persone di attraversare. Il Collettivo anonimo non ha fatto altro che concludere l'opera tracciando sull'asfalto le strisce che segnalano l'attraversamento pedonale.
La produzione di un evento di carattere apparentemente mondano ha caratterizzato l'azione di The Miss Wet, una installazione che per una sera ha visto cambiare l'allestimento di un locale da parte delle tre artiste del collettivo che hanno inventato Miss Wet, una ragazza auto elettasi miss Svezia. L'idea del progetto è nato nell'ottobre 2005, quando in Albania si sono tenute le competizioni per la miss nazionale. Le tre artiste, durante la serata organizzata in onore di Miss Wet, hanno discusso con i convenuti di pari opportunità, di potere, e delle immagini delle donne nel mondo.
Altro intervento che ha prodotto un evento all'interno di un locale pubblico è quello di Stefano Cossu con la tappa del progetto di raccolta fondi per la creazione del monumento dedicato al pittore, compositore e poeta Adolf Wolfli. L'evento riguarda l'organizzazione di una serata di gioco d'azzardo presso un locale pubblico, sera durante la quale l'artista sfida a dadi i presenti sul proprio tavolo, quest'ultimo opera artigianale che da valigia, grazie ad una serie di snodi, diventa un tavolo con tappeto verde sul quale è possibile giocare d'azzardo. L'azione è avvenuta in un momento di giro di vite contro il gioco d'azzardo clandestino da parte delle autorità albanesi ed ha prodotto polemiche sui giornali locali a causa del posizionamento del locale nel quale è avvenuta la performance nei pressi della casa di un noto politico.
Evento che indaga la tradizione religiosa popolare è l'operazione che ha come documento il video pilgrImage di Adrian Paci. L'operazione si è svolta tra Scutari ed il santuario di Nostra Signora del Buon Consiglio di Genazzano, vicino a Roma, luogo nel quale gli abitanti di Scutari pensano sia situata la Madonna del Bambino appartenente alla loro chiesa e, secondo la leggenda locale, trasportata da angeli nel 1467 durante l'occupazione Ottomana. L'operazione di Paci ha visto la proiezione in un luogo pubblico presso Scutari del dipinto della Madonna del Buon Consiglio presso il santuario italiano innescando come reazione il risveglio del sentimento religioso verso l'immagine da secoli assente dalla chiesa locale. Il video, trasmesso successivamente sulla cancellata dell'altare del Santuario di Genazzano, è il montaggio della documentazione di tutta l'operazione e si concentra, oltre che sui momenti di venerazione, anche la realtà di Scutari. PilgrImage è stato presentato durante la giornata conclusiva di 1.60insurgent space nel settembre 2006 con altri interventi di artisti italiani e albanesi.
1.60insurgent space è stato, per Stefono Romano, la produzione di un sistema parallelo rispetto al sistema internazionale, ma unica forma possibile in Albania. A Tirana l'assimilazione delle novità linguistiche della produzione contemporanea ha avuto un'accelerazione dopo l'apertura dei confini invertendo il ruolo degli artisti legati al realismo socialista da rivoluzionario a reazionario. Rispetto a questa situazione Insurgentspace si trova ad essere inserito in questo processo di produzione artistica alternativa rispetto all'insegnamento accademico, ma inserito in un progetto coerente con le intenzioni delle istituzioni in quanto, grazie a Edi Muka, divenuto progetto satellite della Galleria Nazionale poi della Biennale di Tirana e sostenuto dall'European Cultural Foundation.
1.60insurgent space dopo due anni di attività si è fuso, grazie al sostegno dell'European Cultural Foundation, con la Biennale di Tirana ed il progetto Miss Wet in una centro istituzionale dal nome Tirana Institute of Contemporary Art (TICA). L'istituto permette la residenza di artisti stranieri presso le proprie strutture ed è dotato di uno spazio espositivo multidisciplinare. Il programma dell'istituto viene curato da Edi Muka, Tina Finnas, Joa Ljungberg, Monica Melin, Gezim Qendro e Stefano Romano.
1.60insurgent space avrà invece un carattere itinerante attraverso l'Europa. La struttura sperimentata a Tirana verrà riproposta in una serie di città europee al fine di riflettere con artisti di origine locale sul concetto di spazio pubblico nella propria città. L'evento, come a Tirana, avrà durata limitata ad un giorno e coinvolgerà spazi non istituzionali. Primo appuntamento a Bergamo a partire verso la fine di febbraio 2007.


Su Pressrelease:

Tirana last show, settembre 2006

Armando Lulaj, giugno 2006

Nikolin Bujari, giugno 2006

Helmut dick e Syabhit Shkreli, Aprile/maggio 2006

Images for Masses, febbraio/marzo 2006

Jakup Feffi, febbraio 2006

Alban Hajdinaj, gennaio 2006

Otolab, gennaio 2006

Dren Maliqi, dicembre 2005

Apart, ottobre 2005

Salvatore Falci, settembre 2005

Cesare Pietroiusti, settembre 2005

Tatianatoi, settembre 2005

Elena Jovanova, luglio 2005

Robert Aliaj, luglio 2005

Alejandro Vidal, giugno 2005

1/60 insurgent space, maggio 2005

Interferences, aprile 2005

Urban connection, marzo 2005

One room, febbraio 2005

Insurgent Spaces, gennaio 2005

     
Altri interventi
Pratiche impolitiche
 
 

[ Segnala questa pagina ]