23/11/2004

 
Daniele Perra 
 
 
L’arte del collezionare.

 
   
 
 
   
Damien Hirst, beatuful indian painting 1997




Jeff Koons - Rabbit




Richard Long




Louise Bourgeois




Kiki Smith - Standing




Anselm Kiefer, Jerusalem 1986 380 x 560 cm




Barbara Kruger - Untitled (your body is a battleground), 1989



 
La creazione di una prestigiosa collezione privata di opere d'arte contemporanea, internazionalmente riconosciuta, richiede un certo investimento economico e una vasta conoscenza. In periodi di diffusa crisi economica, il mercato dell'arte sembra essere tra i pochi settori a non subire un brusco arresto. Cio' e' dovuto al fatto che per molti collezionisti illuminati l'arte non e' solo un campo d'investimento o di speculazione, ma rappresenta una grande passione. Il crescente numero di fiere internazionali e il successo consolidato di Basel Art Fair, tra le fiere d'arte che ogni anno riesce a far confluire in un piccolo centro svizzero i piu' importanti collezionisti del mondo, sono un chiaro segnale. Inoltre, sempre piu' collezionisti oltre a finanziare borse di studio e programmi di 'artist in residence', danno vita a fondazioni che raccolgono le loro opere, mostrandole a un vasto pubblico. L'obiettivo del ciclo di approfondimenti dal titolo L'arte del collezionare e' porre l'attenzione su alcune delle piu' prestigiose collezioni d'arte contemporanea del mondo e sui loro protagonisti, figure centrali nell'arte contemporanea poiché contribuiscono con determinazione a sostenere la ricerca degli artisti.

Livia e Marc Straus Collection

Le prime opere acquistate dalla coppia americana Livia e Marc Straus sono stati alcuni dipinti di un artista ottuagenario chiamato Saul Raskin. Erano i primi anni Settanta e a quel tempo gli Straus si erano appena sposati, vivevano in un dormitorio di una scuola di medicina e avevano cominciato a collezionare opere d'arte. Dopo la pittura, con l'acquisto di un lavoro di Ellsworth Kelly, si sono interessati alla scultura, alla fotografia, alle installazioni, ma hanno sempre avuto una grande passione per gli artisti emergenti. Lo dimostra ad esempio la realizzazione di un'esposizione recente a New York curata da Marc Straus in cui sono state presentate opere di giovani artisti europei che non avevano mai esposto in spazi privati statunitensi, e che sono stati scoperti, visitando duecento studi in cinque Paesi diversi nell'arco di un mese. Oppure, l'acquisto di un'opera imponente e impegnativa da un punto di vista economico come Laundrette dell'artista svizzero Thomas Hirschhorn che negli ultimi anni si e' fatto conoscere a livello internazionale. Per farsi un'idea della monumentalità dell'opera, basti pensare che si tratta della ricostruzione di una lavanderia self-service composta da sedici lavatrici e altrettante asciugatrici. Ogni macchina al posto dell'oblo' ha un video in cui immagini del terzo mondo si alternano a gesti vari, come alcune mani che si tolgono della tintura rossa.
In piu' di trent'anni la collezione si e' arricchita di opere enigmatiche di artisti disparati e di grande valore culturale e commerciale, tra cui Jeff Koons, Damien Hirst, Anselm Kiefer, Barbara Kruger, Claes Oldenburg, Louise Bourgeois, Kiki Smith, Richard Gober e Richard Long. Proprio questa varietà e' sinonimo di una vasta conoscenza dell'arte da parte degli Straus. Nel 2000 si e' tenuta la prima importante mostra pubblica curata da Budd Harris Bishop e Dede Young presso il Neuberger Museum of Art realizzata interamente con opere della collezione Straus, la maggior parte delle quali sono state raccolte negli anni Ottanta e Novanta. Cio' che distingue l'approccio degli Straus da molti altri collezionisti e' l'interesse per la didattica. Non a caso, lo scorso giugno si e' inaugurato The Hudson Valley Center for Contemporary Art, uno spazio no profit situato a Peekskill, a nord di New York, di cui Livia e Marc Straus sono i fondatori. L'obiettivo e' quello di 'educare' i visitatori attraverso l'arte piu' innovativa, continuando così a sostenere forme artistiche sperimentali e la ricerca di artisti emergenti, in un'area come Peekskill in cui vivono piu' di duecento artisti. Un luogo quindi non deputato solo a mostre temporanee ma che include nelle sue varie attività: programmi di 'artist in residence', eventi interdisciplinari, discussioni e seminari pubblici, e programmi didattici per le famiglie. Tutto cio' per stimolare il pubblico a un dialogo aperto con l'arte contemporanea con tutte le sue implicazioni sociali e politiche. Per una volta lontano da Manhattan.

     

 
 

[ Segnala questa pagina ]