Attraversare le contingenze allargando le prospettive

02/04/2009
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Elvira Vannini

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La mia attività curatoriale – che si intreccia ai percorsi teorici legati prima alla Scuola di Specializzazione e adesso alle ricerche del dottorato – nasce da un rapporto diretto con le forme emergenti e le pratiche artistiche. Mi interessa, in particolare, l’alleanza tra arte e attivismo, istanze di resistenza culturale, nei termini di una mobilitazione che ridefinisce i termini dell’agire estetico in politico. All’interno delle dinamiche postfordiste della nostra condizione contemporanea, il conflitto tra le forze sociali, tra i desideri e le forme di vita è ormai radicale, e rende ancora più stringente interrogarsi, a partire dai nostri campi di azione culturale, sul senso di ciò che stiamo facendo, sulle nostre attitudini, le possibilità future. In una qualche occasione che non ricordo, ha scritto Michael Hardt che "la ricerca collettiva del piacere è sempre in primo piano — e la rivoluzione è una macchina dei sogni." Quindi non sostenere l’ordine dominante ma produrre possibilità di cambiamento, nuove forme di soggettività, sistemi discorsivi attraverso il dissenso come forma di rappresentazione politica, per capire quale sia il regime di visibilità dell'arte oggi, domandarsi se è questo il tempo per un’alternativa. Queste erano le premesse del progetto Every Revolution is a throw of dice, come laboratorio di osservazione e di produzione dello spazio, uno ‘spazio socialmente costruito’(Lefebvre) nell’analisi dei comportamenti urbani e del loro potenziale sovversivo, uno “spazio sotto controllo”che generava una rete di pratiche critiche e oppositive.
Sono interessata alle forme dell’auto-organizzazione: auto-produzione e auto-distribuzione indipendente nei circuiti alternativi, urbanistica partecipata, dispositivi di sorveglianza e apparati di controllo sociale, economie informali, media attivismo, movimenti, processi free-software e free-knowledge, ecc. Il mio più recente progetto curatoriale Same Democracy (in collaborazione con Marinella Paderni) si collocava in questa dimensione dell’auto-organizzazione: verificare come le metodologie open source trovino applicazione in campi di produzione culturale fuori da internet, esplorandone le istanze enunciative – la condivisione, l’autorialità multipla, il nomadismo culturale, lo spazio pubblico e politico della rete, le economie informali come modelli alternativi di resistenza, le licenze aperte di contenuto, le strategie organizzative e/o etiche, ecc. e come su queste basi si possa auspicare una diversa accezione di ‘Democrazia’, che parafrasando Rancière, non è né una forma di governo, né uno stile di vita sociale, ma un atto di soggettivazione politica che disturba la polizia per rimettere polemicamente in discussione le coordinate estetiche della percezione, del pensiero e dell’azione. Che rende effettive le varie forme di dissenso.
Molte delle pratiche artistiche che attuano processi partecipativi utilizzano – spesso senza conoscerne la base tecnologica – le metodologie open source: Brian Holmes ha recentemente tracciato nel saggio The Revenge of the Concept un parallelo tra queste pratiche artistiche collaborative e le ideologie attiviste di auto-organizzazione popolare e resistenza in rete, nonostante l'arte contemporanea e la sua fruizione siano ancora viste come attività borghese di oggettificazione della creatività umana.
Un altro ambito delle ricerche riguarda l’Archivio, come luogo del controllo e del potere in accezione foucautiana: il sapere è per Foucault il dominio delle cose dette, l’esistenza sedimentata e stratificata dei discorsi, nelle loro relazioni di discontinuità e continuità, dominanza e implicazione, sfalsamento o eventuale coincidenza. Foucault indica i tre assi dei suoi studi: l'analisi delle pratiche discorsive, le relazioni di potere e le modalità attraverso le quali l'individuo costituisce sé stesso in quanto soggetto: sapere, potere e soggettivazione. L’Archivio è uno dei paradigmi che Foucault individua: Dispositivi, Discorsi, Archivi, nella ricostruzione della storia a partire dalla sua materialità documentaria. Molte pratiche artistiche assumono strategie legate all’accumulo e all’archivio, sia come display, sia in esperienze informali o altre attitudini legate alla memoria che hanno "costituito un'importante posta in gioco nella lotta per il potere condotta dalle forze sociali. Impadronirsi della memoria e dell'oblio è una delle massime preoccupazioni delle classi, dei gruppi, degli individui che hanno dominato e dominano le società storiche" (Jacques Le Goff).
Una dimostrazione significativa di questo cambiamento è l'interesse crescente di artisti, negli ultimi cinque anni, nella costituzione di archivi on-line, strumenti aperti e piattaforme in grado di diffondere informazione e conoscenza. Anche il movimento di resistenza contro la globalizzazione capitalista è sorto spontaneamente in tutto il mondo – dopo vent’anni di crescita lenta, campagne e mobilitazioni locali, controvertici autonomi, collective behaviour – e si è affermato sulla scena mondiale come nuovo protagonista politico grazie anche alla comunicazione open source.

Biografia
Elvira Vannini è storico dell'arte, critico e curatore indipendente. Laureata al DAMS - Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo, Diplomata alla Scuola di Specializzazione in Storia dell'Arte Contemporanea, con una tesi su: Esperienze erratiche ed effimere. Il modello della deriva urbana nei nuovi art display che ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria del Premio Nazionale DARC – MAXXI per la storia e la critica dell’arte italiana contemporanea, II edizione, 2007, promosso dal Ministero dei Beni Culturali. Attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Storia dell'Arte presso l'Università degli studi Bologna. Si occupa di Archivio, Display Caotico e di relazioni tra pratiche artistiche e istanze attiviste. Collabora all’attività didattica con il prof. Mario Lupano, con cui ha lavorato all’organizzazione del seminario semestrale: Pratiche espositive nel novecento e nell’attualità. Architettura dei musei, arte del display e comunicazione visuale.
Collabora ad alcuni progetti di UnDo.net.
È autrice e co-conduttrice di uno spazio radiofonico dedicato all'arte contemporanea, trasmesso dalle frequenze di ''Radio Città del Capo'' - Popolare Network.
Nel 2006 vince il concorso 20/30 Arte giovane in Italia. Premio Giovani Curatori promosso dal Comune di Genova, il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce e l’Accademia Ligustica di Belle Arti, con la realizzazione di una mostra collettiva Every Revolution is a throw of dice.
Tra i suoi recenti progetti: SAME DEMOCRACY Pratiche artistiche e curatoriali nell’era dell’open source culture (neonNel 2003 è tra i fondatori di Synapser, un collettivo di giovani curatori d’Italia ideato da UnDo.net, con cui ha realizzato vari progetti per Musei, Istituzioni e Spazi Pubblici (www.undo.net/synapser). con cui è stata tra stata tra i 5 critici segnalatori del V Premio Querini Stampalia FURLA per l’Arte
Fra le principali mostre curate: Beautiful Nature (2006, Castel San Pietro Terme, BO), Conflitto e conflitti a Villa (poco) Serena, BO, New Liberalistic Pleasure (2006, FI), Fake Movement (2007, BO), Gemine Muse (2005)
Ha pubblicato numerosi articoli, saggi, interviste, su Flash Art, Tema Celeste, Around Photography, Arte e Critica, Liberazione.
Ha partecipato al progetto editoriale Encyclomedia. Storia della civiltà europea per ''Il Corriere della Sera'' pubblicato da Motta Editore, ideato da Umberto Eco e Anna Ottani Cavina, scrivendo 5 voci.
Ha curato il Laboratorio di interpretazione per curatori, una recensione Orale di Manifesta 7 (Manifesta7, Ex-Alumix, Bolzano) e Talks&Residence “Pubbliche interferenze. Piattaforma di scambio tra pratiche artistiche e curatoriali nello spazio pubblico” (Fondazione Cominelli a Cisano di San Felice del Benaco (BS) sul lago di Garda.
Ha tenuto lectures in workshop, incontri e conferenze, sia nel corso di progetti espositivi che al Dipartimento Arti Visive dell'Università di Bologna, all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, Architettura a Ferrara, su aree di interesse interdisciplinare che vanno dagli studi curatoriali, alle pratiche del display, all'architettura e le fenomenologie del contemporaneo.


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