MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Bologna
via Don Minzoni, 14
051 6496611 FAX 051 6496600
WEB
Giuseppe Penone
dal 23/9/2008 al 7/12/2008
mart - dom 10-18, giov 10-22, lun chiuso

Segnalato da

Elisa Maria Cerra



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23/9/2008

Giuseppe Penone

MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Bologna

Il progetto espositivo, interamente concepito in relazione agli spazi del museo, presenta un'ampia selezione di lavori appartenenti ai maggiori cicli realizzati dall'artista nel corso della sua carriera e alcune opere inedite esposte in anteprima. Proprio una di queste, Scrigno, apre il percorso di visita: composta da un elemento in bronzo e 42 elementi in cuoio, l'installazione si pone in rapporto di continuita' con la produzione precedente, alla quale e' accomunata da una "riflessione sulla prassi della scultura". A cura di Gianfranco Maraniello.


comunicato stampa

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a cura di Gianfranco Maraniello

Nel corso dell’autunno 2008, il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, ha il piacere di ospitare la mostra Giuseppe Penone, a cura di Gianfranco Maraniello, una delle più complete e articolate esposizioni finora dedicate all’artista piemontese.

Il progetto espositivo, interamente concepito in relazione agli spazi del museo, presenta un’ampia selezione di lavori appartenenti ai maggiori cicli realizzati dal maestro nel corso della sua carriera e alcune opere inedite esposte in anteprima. Proprio una di queste, “Scrigno”, apre il percorso di visita: composta da un elemento in bronzo e quarantadue elementi in cuoio, l’installazione si pone in rapporto di continuità con la produzione precedente, alla quale è accomunata da una “riflessione sulla prassi della scultura”.

La mostra va oltre il concetto di retrospettiva: secondo le intenzioni dell’artista stesso e del curatore le opere vengono proposte come parte di un discorso in evoluzione e non come elementi di una sequenza cronologica. Il ciclo degli “Alberi”, esposto nella “Manica Lunga” del MAMbo, esemplifica tale approccio. Si tratta di una serie concepita nel 1969, con l’intenzione da parte di Penone di “ritrovare gli alberi all’interno della materia” portando alla luce gli anelli di crescita della pianta fino a ritrovarne il cuore. L’artista nel tempo ha prodotto numerose varianti, delle quali troviamo quattordici esempi nell’allestimento bolognese, disposti lungo una linea orizzontale di circa cento metri che, sfruttando l’illusione prospettica dello spazio, sembra dipanarsi all’infinito.

L’allestimento nelle altre sale del MAMbo segue le più significative tappe della produzione dell’artista.
Sono esposte “Soffio” e “Soffio di creta” (1978/1979), opere basate sul concetto del respiro che, in quanto volume d’aria, entra nella materia e si fa scultura, così come “Soffio di Foglie” (1979), in cui il peso corporeo imprime la propria traccia sulla materia stessa.
Sul disegno come “azione” legata alla pratica della scultura si fondano lavori come “Palpebre” (1989-1991) e la serie “Pelle di Grafite” (2003-2006), nei quali i gesti del toccare e del segnare diventano tutt’uno nelle impronte lasciate dall’artista su superfici malleabili.
Al MAMbo, i visitatori hanno modo di vedere anche due recenti sculture dal titolo “Geometria nelle mani” (2007) così come la serie “Spine d’Acacia”. Di quest’ultima sono in mostra: “Spine d’Acacia-occhio” (2004), “Spoglia d'oro su spine d'acacia - bocca” (2002), “Spine D'Acacia – fronte” (2002) e “Spine d’acacia (mano) e pelle di marmo” (2003). Si tratta di lavori nei quali il disegno nasce dall’impronta della mano, sulla quale i punti di maggiore sensibilità vengono tracciati con le spine. È esposta a Bologna anche “Essere fiume 4” (1995-1996), che costituisce uno dei gesti più radicali nella poetica dell’artista: due pietre identiche, una risultato dell’azione della natura, l’altra opera dell’uomo. Attraverso la scultura, Penone riproduce perfettamente i segni lasciati dall’acqua su una pietra fluviale, identificandosi così con l’essenza del fiume.

Il percorso espositivo include inoltre una selezione di opere fotografiche nelle quali la fisicità dell’artista viene trattata al pari degli altri fenomeni naturali. Tra queste spicca “Rovesciare i propri occhi” (1970), serie di sette diapositive in cui l’esperienza del corpo avviene in maniera oggettiva attraverso la metafora dell’accecamento. Gli occhi, tradizionalmente specchio dell’anima, diventano qui il confine che separa il soggetto dall’esterno e al contempo riflette le immagini del mondo.
Un’altra importante sezione della mostra è costituita dalle “Alpi Marittime” (1968-1978), immagini che ritraggono l’artista nell’atto di intervenire su elementi naturali, quali gli alberi di un bosco, lasciando una traccia indelebile che si trasformerà nel tempo.
Completano il percorso oltre cento disegni prodotti tra il 1967 e il 2004.

La ricerca di Giuseppe Penone è rivolta sin dagli esordi all’intenso rapporto con la natura e con i suoi elementi, all’interazione tra le azioni dell’artista e i processi organici di mutazione. Negli anni la sua indagine si è poi indirizzata verso le connessioni tra forme naturali e culturali, la trasformazione operata dal tempo, la crescita degli elementi della natura su cui l’artista interviene. Tematiche filosofiche come l’essere e il divenire, che evocano la dimensione dell’infinito e del sublime come bellezza in movimento e tentativo di afferrare l’inafferrabile, percorrono l’intera sua opera. Ne risulta una scultura estremamente personale in cui la dimensione estetica è esaltata dalla ricercatezza delle forme e dei materiali.

Personali di Penone sono state allestite in numerosi musei e gallerie di tutto il mondo, tra i quali ricordiamo il Kunstmuseum di Lucerna (1977), la Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden (1978), la galleria Konrad Fischer (Dusseldorf, varie occasioni), il Museum of Contemporary Art (Chicago, 1984), il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (1984), la galleria Marian Goodman (New York e Parigi, numerose esposizioni), il Centre Pompidou (2004), il Museum Kurhaus (Kleve, 2006-2007).
Nel 2007 l’artista è stato protagonista della 52a Biennale di Venezia con Sculture di Linfa, nel nuovo Padiglione Italiano.

La realizzazione della mostra al MAMbo si avvale della preziosa collaborazione di importanti istituzioni museali internazionali, tra le quali Moderna Museet di Stoccolma, Musée d’Art Moderne Saint Étienne Métropole, Kunstmuseum Luzern e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

Sul fronte editoriale, sarà prodotto un catalogo dedicato all’esposizione e all’opera di Penone nel suo complesso - in collaborazione con la Ikon Gallery di Birmingham – ed è stato stampato un instant-book sul progetto espositivo di Bologna, contenente una conversazione tra l’artista e il curatore Gianfranco Maraniello.

Immagine: Spoglia d'oro su spine d'acacia (bocca), 2002, tempera su tela, seta, spine d'acacia, lamina d'oro 100 x 120 cm
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna. Su gentile concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Foto Silvio Scaffoletti / Vasari, Roma

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Comunicazione MAMbo
Lara Facco tel. +39 051 6496654
Elisa Maria Cerra tel. +39 051 6496653
ufficiostampaMAMbo@comune.bologna.it

Inaugurazione su invito, mercoledì 24 settembre 2008, ore 19

MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 – Bologna
Orari: martedì – domenica 10.00 - 18.00
giovedì 10.00 - 22.00
lunedì chiuso
Ingresso: intero € 6
ridotto € 4

Dal 25 al 28 settembre 2008, in contemporanea con Artelibro - Festival del libro d’arte, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna osserverà un orario di apertura prolungato fino alle ore 22.
I visitatori avranno così l’occasione di accedere anche in orario serale alla mostra Giuseppe Penone.
Il Dipartimento Educativo del MAMbo organizzerà quotidianamente tre visite guidate speciali alla mostra Giuseppe Penone nei giorni 26, 27 e 28 Settembre, alle ore 16, 18 e 20. Le visite si svolgeranno su prenotazione e sono disponibili in lingua italiana, inglese e francese.
Prenotazione obbligatoria: tel. 051-6496626 o mamboedu@comune.bologna.it

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Giuseppe Penone
Curated by Gianfranco Maraniello

Throughout the autumn of 2008, MAMbo - Museo d’Arte Moderna of Bologna, will be delighted to host Giuseppe Penone, curated by Gianfranco Maraniello and one of the most articulated and complete exhibitions dedicated to the Piedmont artist.

The project of this exhibition was entirely conceived in relation to the spaces of the museum. It presents a wide selection of works belonging to major series in the master’s career and a number of new works never before shown of which “Scrigno” opens the exhibitory itinerary. “Scrigno” is composed of a bronze element and forty-two elements in leather. The installation shares the “reflection upon the practice of sculpture” common to all of Penone’s preceding production.

The exhibition goes beyond the concept of a retrospective. It was the intention of the artist himself and of the curator to show the works as part of an evolving discourse and not as the elements of a chronological sequence. The series of “Alberi” exhibited in MAMbo’s “Manica Lunga” is explanatory of such an approach. This series was conceived in 1969. Penone’s intention was to “re-discover the trees within matter” by bringing the trees’ growth rings to the surface and thus reveal their heart. Fourteen of the various examples the artist produced over the years may be found in the layout of MAMbo’s exhibition. They are installed in a long horizontal line measuring approximately 100 metres and seem to proceed indefinitely by taking advantage of the perspective illusion of the space.

The layout of the other rooms of MAMbo retrace the most significant steps in the production of the artist.

“Soffio” and “Soffio di creta” (1978/1979), works based on the concept of breath as a volume of air that on entering matter becomes sculpture, and “Soffio di Foglie” (1979) in which bodily weight leaves its mark in the matter itself.

“Palpebre” (1989-1991) and the series “Pelle di Grafite” (2003-2006) are based on drawing as an “action” connected with sculpture. Here, the act of touching and leaving marks become one with the traces left by the artist on malleable surfaces.

Visitors to MAMbo may also see two recent sculptures entitled “Geometria nelle mani” (2007), and the series “Spine d’Acacia”, of which “Spine d’Acacia-occhio” (2004), “Spoglia d'oro su spine d'acacia - bocca” (2002), “Spine D'Acacia – fronte” (2002) “Spine d’acacia (mano) and “Pelle di marmo” (2003) are on show. These are works in which the aspect of drawing springs from the mark left by the hand, the most sensitive points of which are traced by the thorns. “Essere fiume 4” (1995-1996) is also showing in Bologna. This represents one of the most radical actions in the poetics of the artist: it presents two identical stones of which one is the result of nature and one is the result of human action. Penone uses sculpture to reproduce the marks that are left by water on a fluvial stone, thus identifying himself with the essence of the river.

The exhibition itinerary also includes a selection of photographic works in which the physicality of the artist is treated in the same way as any other natural phenomena. Significant among these works is “Rovesciare i propri occhi” (1970) - seven slides in which the body is experienced in an objective fashion through the metaphor of becoming blind. Traditionally conceived as the mirror of the soul, the eyes become the boundary between the subject and the exterior while simultaneously reflecting the images of the world.
Another important section of the show is composed of “Alpi Marittime” (1968-1978). These are images that portrait the artist in the act of intervening on natural elements such as the trees in a wood by leaving an indelible mark that will change over time.
The itinerary concludes with over a hundred drawings produced between 1967 and 2004.

Since its early stages, Giuseppe Penone’s research has always been directed towards an intense relationship with nature and its elements and the interaction between the artist’s actions and organic mutational processes. Over the years, his studies have addressed the connections between natural and cultural forms, the transformations enacted by time and the growth of the natural elements on which the artist intervenes. Philosophical themes, such as that of being and becoming, evocative of the dimension of the infinite and the sublime conceived as beauty in motion and an attempt to grasp the incomprehensible, pervade his entire work. The result is an extremely personal sculptural work in which the aesthetic dimension is exalted by the refined forms and materials used.

Penone has held solo-exhibitions in numerous international museums and galleries, amongst which the Kunstmuseum, Lucern (1977), Staatliche Kunsthalle, Baden-Baden (1978), Konrad Fischer Galerie (Dusseldorf, on various occasions), Museum of Contemporary Art, Chicago, (1984), Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (1984), Marian Goodman Gallery, New York and Paris, (various exhibitions), Centre Pompidou (2004), Museum Kurhaus Kleve (2006-2007).
The artist participated in the 52nd Biennale di Venezia with Sculture di Linfa, in the new Italian Pavilion in 2007.

The realization of the exhibition at MAMbo has been made possible thanks to the collaboration of important international institutions including the Moderna Museet, Stockholm, Musée d’Art Moderne Saint-Étienne Métropole, Kunstmuseum Luzern and Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

A catalogue of the MAMbo exhibition and Penone’s complete oeuvre will be produced in collaboration with the Ikon Gallery, Birmingham. An instant-book on Bologna’s exhibition project featuring a conversation between the artist and Gianfranco Maraniello has also been printed.

For further information:
MAMbo Communication Office
Lara Facco tel. +39 051 6496654
Elisa Maria Cerra tel. +39 051 6496653
ufficiostampaMAMbo@comune.bologna.it

MAMbo, Museo d’Arte Moderna of Bologna
via Don Minzoni 14 - Bologna

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