COMPAGNIA DEGLI INDESIDERATI

Ancora cinque minuti

Si tratta di "teatro da vetrina", ovvero sette attori che abitano per l'intero giorno lo spazio claustrofobico di una vetrina posta nei lunghi corridoi delle metropolitane. Animano undici racconti di cinque minuti l'uno, che gli spettatori occasionali scelgono di mettere in azione con il semplice gesto di accendere una delle candela postevi davanti la cui fiamma durerà cinque minuti. Quando si spegne, la vetrina è pronta ad accendersi per un'altra storia richiesta da un nuovo spettatore occasionale attraverso l'accensione di un'altra candela.

All'interno di una vetrina, più o meno incastrati e con qualche parte del corpo schiacciata, respirano a fatica sette persone. Hanno il volto inceronato, un cappello nero di panno in testa e indossano corti cappotti. Ognuno di loro regge nella sinistra una valigia. Aspettano. Anzi tutto il loro corpo è stroncato da un'attesa infinita e anche gli occhi.... hanno occhi, con le orbite spalancate, fissi sulle figure veloci dei passanti. La vetrina è immobile, plastica, claustrofobica.
Di fianco alla vetrina c'è un cartello. Poi qualcuno fra i passanti si ferma, lentamente o all'improvviso, si avvicina al cartello e lo legge. In fondo i tipi nella vetrina non aspettano altro. Il cartello è un "Avviso alla popolazione". E' scritto a chiare lettere di accendere una candela. Lungo il corridoio, davanti alla vetrina, sono state schierate undici candele. Una per ogni racconto. I passanti sono invitati a scegliere un racconto, ad accendere la candela in corrispondenza del titolo del racconto e a diventare spettatori di una suggestione in vetrina. Ogni racconto dura cinque minuti. Non esiste nessun legame drammaturgico tra i racconti e tutti sono tratti da testi di narrativa (Dostoevski, Sartre, Muller, Kundera, Boll, Royde, De Luca, Kafka, Cooper, Camus, Poe).
Ma tutto è accaduto molto prima. Nella solitudine di un bar o aspettando che arrivi la metropolitana si aprono libri e la mente viaggia. Entrare in un mondo con l'altro, quello urlato, che stagna intorno e scompare. Seduti a gambe accavallate a leggere racconti. Poi si va in scena. E sono lì in vetrina, pronti a evocare. Rimandano quello che abbiamo letto. Poi si spegne la candela e tutto ritorna immobile. Signori, sono pronti a ricominciare! Undici suggestioni, undici modi completamente diversi di comunicare teatralmente un testo non teatrale. Undici autori, undici differenti punti di vista sulla vita.
"Perché è per questo che l'abbiamo fatto. Evochiamo la vita. In vetrina. E questo basta. E chi non è interessato, può girare l'angolo. Chi vuole può accendere un'altra candela e restare lì ancora cinque minuti".