Attraversare le contingenze allargando le prospettive

05/04/2009
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Francesca Boenzi

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Il territorio è un punto di partenza che non necessariamente deve coincidere con quello di arrivo. Una città ‘in-forma’ i suoi abitanti, condiziona il loro modo di essere, la loro modalità di agire nel resto del mondo, la capacità e i tempi di reazione. Ma il rischio di una troppo marcata consapevolezza della propria unicità, è quello di diventare chiusi ed autoreferenziali.
Cosa succede se il sistema promuove gli artisti all’interno dei confini delimitati del proprio territorio? Dov’è la crescita per l’uno e per gli altri? Cosa succede se qualsiasi tipo di attività culturale non è accompagnata e sostenuta anche da un’educazione al dialogo, allo scambio, al confronto?
A Napoli, si parte da Napoli e vi si rimane spesso ancorati,  fossilizzati sia fisicamente che culturalmente. Ma oggi solo la capacità di essere presenti in un contesto culturalmente ampio, slegato da ogni appartenenza territoriale, legittima il nostro esserci, come artisti, curatori, istituzioni, come soggetti culturali in genere.
L’idea fondamentale alla base della mia attitudine curatoriale è quella che le arti visive sono un mezzo importante di emancipazione, un veicolo per stabilire relazioni e indurre riflessioni su ambiti sociali, culturali, scientifici ed economici diversi; che in nessun caso il dibattito ad esse collegato deve rimanere confinato in un territorio circoscritto, piuttosto aprirsi il più possibile al confronto internazionale. La mia ‘identità’ curatoriale è stata sicuramete influenzata dal territorio in cui è maturata.
Ho subìto le dinamiche che lo caratterizzano cercando di capire dove fosse possibile intervenire per correggere la situazione esistente e interrompere la sensazione di vivere isolati in un contesto unico. La pratica curatoriale non è per me una pratica assertiva ma propositiva, scandita da punti di domanda, flessibile, laterale, contingente.
È una pratica di cui la mostra è solo un aspetto marginale e meno influente di altri. È un allenamento a immaginare soluzioni a confrontarsi anche con l’emergenza, per esempio quella di non avere uno spazio fisico in cui operare. È una pratica di educazione scandita dal confronto continuo con l’artista e dall’arricchimento reciproco. La pratica di un curatore indipendente deve essere ritmata da piccoli gesti, dall’innesco di processi e relazioni, che partendo dall’analisi dei complessi rapporti tra l’arte, il territorio e le istituzioni, lentamente possono agire sul sistema stesso e correggerlo.
Ogni territorio deve essere percorso in duplice direzione, un flusso che si rivolga all’esterno e un altro che intercetti energie e punti di vista dall’esterno. Una pratica, di qualsiasi tipo, è tanto più politica quanto più si confronta con un desiderio di riscatto.
Stimolare nuove produzioni, renderle possibili, promuovere il lavoro degli artisti, attivare scambi e  collaborazioni. Importare ed esportare, aumentare la coscienza culturale del territorio, rinvigorirla. E rilanciare.

Biografia

Curatrice indipendente, critica d’arte Vive a Napoli e Berlino. Master di I livello in Organizzazione e Comunicazione delle Arti Visive, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Selezionata nel 2007 per partecipare al CECAC – Corso Europeo per Curatori di Arte Contemporanea, organizzato da Fondazione Antonio Ratti di Como e Provincia di Milano. Direttrice artistica di Expòsito – Osservatorio Giovani Artisti Napoli, archivio on-line e piattaforma di promozione, produzione e discussione. Tra i progetti prodotti: la residenza  di Michael Dean, Maria Brigata Karantzi e Christodoulos Panayiotou a Napoli; il progetto My personal bridge di Eugenio Tibaldi, a Istanbul, nel 2008; talks di artisti e mostre tra cui Yours e A long time ago last night.
Ha collaborato con istituzioni pubbliche: direttrice di produzione del film Manuale per viaggiatori di Marinella Senatore, presso la Projet Room del Museo MADRE di Napoli; coordinatrice del format Emergency Room presso il PAN, Napoli. È responsabile della sezione videoarte di Mediaterraneum, mediateca di Castellammare di Stabia (NA). Collabora con i magazine Flash Art e Mousse, ha scritto anche per Contemporary, Work Art in Progress, Arte e Critica.


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