Attraversare le contingenze allargando le prospettive

02/03/2008
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ARGOMENTI

Qualcosa di nuovo a Milano
Residenze, servizi di documentazione informatizzati per gli artisti e i curatori, una biblioteca d'arte contemporanea, progetti espositivi e didattici sulla base di sinergie tra pubblico e privato: Viafarini e Careof danno vita al DOCVA, Documentation Centre for Visual Arts, alla Fabbrica del Vapore. Di come funzionera' e delle future iniziative ne parla in questa intervista Monica Thurner di Viafarini.










Intervista a cura di Michela Gulia

Per cominciare mi sembrerebbe interessante che tu accennassi alla storia di Viafarini, per sintetizzarne peculiarità, progetti e desideri.

Monica Thurner: Viafarini nasce nel 1991, su iniziativa di Patrizia Brusarosco che ha fondato l'associazione e tuttora la dirige, con l'idea di dare vita ad un'organizzazione nuova per l'Italia, una struttura non-profit per l'arte contemporanea che fra le varie peculiarità aveva anche quella di creare delle sinergie, delle collaborazioni tra pubblico e privato, una cosa che a suo tempo in Italia non esisteva.
Nasce come spazio espositivo pensato come una project room, quindi aperto alla sperimentazione, con una serie di servizi di documentazione e promozione per le arti visive.
L'archivio viene fondato subito dopo, contestualmente alla prima mostra intitolata 'Immagini proiettate' nata dall'idea di due artiste, Federica Thiene e Laurie Palmer, le quali avevano invitato una serie di artisti attivi in Italia a suo tempo a portare la propria documentazione, che è stata proiettata in occasione dell'evento e che ha costituito il primo fondo dell'archivio, i primi portfolio.
In seguito sono nati la biblioteca specializzata in arte contemporanea e un servizio, rivolto agli artisti, di raccolta di informazioni su opportunità come concorsi, residenze, scuole, con l'idea di favorirne la mobilità e di sostenerli nella loro ricerca di finanziamenti per realizzare i propri progetti.
Nel 1995 inizia la collaborazione con Careof, l'altra associazione attiva in quegli anni nell'area milanese.
Tutti questi servizi sono stati sviluppati e progressivamente informatizzati anche grazie a una convenzione che era stata stipulata con il Progetto Giovani del Comune di Milano e che è stata poi rinnovata diverse volte, sostenendo quest'attività per una decina d'anni. Col tempo Viafarini si è sempre più affermata a livello nazionale divenendo un punto di riferimento come archivio degli artisti italiani e ha conquistato notorietà all'estero con diversi, importanti riconoscimenti.
Ora si apre un nuovo importante capitolo nella sua storia: il trasferimento alla Fabbrica del Vapore, in una sede comune con Careof, dove ci saranno due spazi espositivi distinti anche se fisicamente unibili. La programmazione sarà comunque indipendente, per Viafarini curata dal direttore artistico Milovan Farronato.
Al piano superiore ci sarà una zona comune dove verrano riuniti in un'unica sede i servizi di documentazione e tutti i fondi a essi correlati, che sono i libri della biblioteca, i portfolio dell'archivio e i video che ha raccolto negli anni Careof. In questo nuovo contesto più "pubblico" della Fabbrica del Vapore si potrà finalmente sviluppare un altro punto della mission di Viafarini, che è quello di contribuire ad allargare il pubblico dell'arte contemporanea grazie ad una serie di attività didattiche rivolte a diverse fasce d'utenti, fra cui anche il cosiddetto "largo pubblico" e i bambini delle scuole.

In che modo si articola l'attività comune di DOCVA, Documentation Centre for Visual Arts, con quella dei vostri singoli spazi?

Tutte le attività espositive di Viafarini e Careof in questi anni sono state strettamente legate all'attività di documentazione. I materiali raccolti infatti, non sono semplicemente conservati ma attivamente utilizzati per proporre nuovi talenti, nuovi artisti emergenti, e quest'idea verrà portata avanti. Vero è che le attività espositive non si sono limitate sempre e solo a proporre gli emergenti, ma Viafarini si è specializzata anche nell'idea di Kunsthalle proponendo progetti di artisti affermati a livello internazionale, progetti prodotti per l'occasione, site specific e così via. Una parte dell'attività rimane però legata alla promozione dei giovani, e in questo senso tutto il lavoro di documentazione è fondamentale.
I programmi espositivi di Viafarini e Careof verrano portati avanti indipendentemente come si è fatto fino ad ora, ma rientreranno in un progetto triennale, di ampio respiro e realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo, che prevede che i progetti espositivi siano affiancati da una serie di attività didattiche che faranno largo uso dei materiali del DOCVA.
Con il DOCVA, nello stesso spazio si creerà un vero e proprio centro per l'arte contemporanea, non solo uno spazio espositivo, ma un luogo dove ci si può documentare, fare ricerche ed approfondire le tematiche sollevate dai progetti espositivi.

Come sono stati utilizzati in questi anni i vostri archivi da artisti e curatori ?

Agli artisti è utile essere presenti nel nostro archivio perchè chi cerca informazioni si rivolge a noi, che da anni le stiamo diffondendo anche via internet tramite database on line realizzati in collaborazione con UnDo.Net. Al di là di questo, anche l'archivio fisico viene consultato da operatori del settore: critici, direttori di musei, artisti... I galleristi hanno un occhio attento alle nostre mostre collettive, e ci chiedono quali sono tra i nuovi artisti i più interessanti, così si mostra loro una selezione di portofolio.
In altri casi i curatori vogliono fare una mostra su determinati temi o questioni dibattutte nell'arte contemporanea e consultano il nostro archivio. L'Archivio è stato consultato tra l'altro per le selezioni destinate ad alcuni concorsi.
E' utilizzato anche dai critici stranieri, quali ad esempio i curatori di Manifesta che in passato si sono rivolti a noi, oppure dai direttori di residence stranieri che abbiamo invitato - nell'ambito di un programma chiamaro Milano on the Move - a consultare l'Archivio e i database ad esso correlati, in modo da favorire l'invito di artisti italiani ai loro programmi. Inoltre l'archivio è fruito dagli artisti che sono curiosi di sapere cosa fanno gli altri e come si presentano.
Poi c'è tutto il lavoro di consultazione che facciamo noi internamente, per vedere lo sviluppo dei singoli percorsi artistici e organizzare dei progetti. L'ultimo lavoro realizzato con questa modalità risale allo scorso anno, si tratta di 'Re-Enacted Painting' a cura di Milovan Farronato, un progetto che ha visto come protagonisti diversi artisti che Milovan aveva conosciuto tramite l'archivio e che sono stati invitati per fare un lavoro di gruppo sulla pittura e sul ruolo della pittura nell'arte contemporanea. Il risultato è stato una mostra che era una sorta d'installazione collettiva, pensata tutti insieme, in modo da far dialogare le singole opere tra di loro.

Tra i vostri nuovi progetti, sicuramente tra le vostre 'buone cause', spicca quella del VIR, un programma di residenze che coinvolge artisti e curatori italiani e stranieri.

Viafarini già da tempo gestiva un residence per artisti australiani. C'era un accordo con l'Australia Council for the Arts, che finanziava questo piccolo appartamento proprio all'interno del nostro edificio in via Farini 35. Si trattava di un programma pienamente gestito dall'Australian Council for the Arts, nel senso che erano loro a selezionare gli artisti e a pagare le borse di studio.
Cogliendo l'occasione di questo trasferimento dell'attività espositiva in un'altra sede, si è deciso di creare un vero e proprio residence, in cui si offrono ad artisti e curatori non solo gli alloggi, ma anche la possibilità di usare come studio quello che era lo spazio espositivo, aprendolo al pubblico alla fine del periodo di residenza con un open studio day, sul modello di organizzazioni simili all'estero. Quindi l'idea è di favorire la mobilità di artisti italiani e non, a beneficio anche della situazione milanese.
Il programma è stato avviato proprio di recente e, inizialmente, per fare in modo che sia conosciuto, abbiamo deciso di utilizzare il sistema delle nomination. Ci siamo quindi rivolti a diversi artisti di fama internazionale che hanno avuto rapporti con Viafarini negli anni, chiedendo loro di farci i nomi di giovani artisti stranieri che stimano e che potrebbero essere interessati.
Alberto Tadiello è l'artista attualmente in residenza -il programma infatti è rivolto anche ad artisti italiani che non abitano a Milano- il 25 marzo questa si concluderà con la giornata dell'open studio. Lui è qui grazie ad una borsa di studio istituita da Gemmo s.p.a, una società che si occupa di impianti elettrici industriali che è sponsor istituzionale di Viafarini. Per il periodo che va da aprile in poi ci sarà un'altra residenza grazie al contributo di Acacia. Adesso abbiamo anche avuto il sostegno della DARC, la direzione generale per il Paesaggio, l'Arte e l'Architettura contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Insomma l'idea è di costituire diverse borse di studio per finanziare i singoli soggiorni.

Puoi anticiparci qualcosa dei vostri programmi futuri?

Il 4 aprile inaugureremo la nuova sede alla Fabbrica del Vapore con una mostra personale di Liliana Moro che coinvolgerà entrambi gli spazi espositi di Careof e Viafarini.
L'artista ha avuto modo di lavorare su uno spazio neutro e costruirà una struttura realizzata anche grazie ai materiali di un altro nostro sponsor, la Vibrapac azienda leader nella produzione di elementi in calcestruzzo; questa struttura ospiterà diverse sue opere recenti e non.
La mostra di Liliana Moro sarà seguita da una personale di Andreas Golinski, giovane artista tedesco che vive in Italia da un pò, con un'installazione che occuperà lo spazio di Viafarini da giugno fino alla fine dell'estate. Poi a settembre Valentin Carron - artista svizzero che sarà qui in residenza nei mesi di agosto e settembre - realizzerà una mostra nel nuovo spazio della Fabbrica del Vapore e un open studio in via Farini.

Viafarini
Via C. Farini, 35 20159 Milano
tel / fax +39 02 66804473
viafarini@viafarini.org
www.viafarini.org

Questa intervista in formato PDF da stampare

La storia di Viafarini attraverso tutti gli eventi pubblicati su pressRelease dal 1999 ad oggi

Michela Gulia è laureata all'Università di Roma "La Sapienza" in semiologia dell'arte contemporanea. Ha lavorato presso la Fondazione Baruchello (Roma), dove ha partecipato a diversi seminari di ricerca , tra cui quello su "Roma '77" con Rogelio Lopez Cuenca, e "Senza titolo per parlarne" con Mauro Folci e Osservatorio Nomade. Attualmente collabora con UnDo.Net

Interviste precedenti:
Ospiti di Nosadella.due
FormContent: profilo di uno spazio
È la volta di 1:1projects

Immagini:

VIR: Alberto Tadiello, 2008
Re- Enacted Painting, 2007
Nico Vascellari, 2006
Anna Galtarossa, 2005
katharina Grosse, 2004
Federico Herrero, 2004
Nic Hess, 2003
Vito Acconci, 1999
Mona Hatoum, 1996


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