Attraversare le contingenze allargando le prospettive

22/09/2009
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Si alza Twister


Twister è un modello innovativo di alleanza tra 10 musei lombardi, nato allo scopo di selezionare, esporre ed acquisire opere d'arte contemporanea site specific / site related, progettate e prodotte ad hoc.
La sua prima azione è stata varare un concorso internazionale a inviti strutturato in due diverse fasi di selezione: un primo momento di disamina dei curricula e dei lavori di repertorio degli artisti, un secondo di esame dei veri e propri progetti proposti. Gli spazi a disposizione per gli interventi artistici non dovevano essere le sale espositive, ma lo spazio di ogni museo in senso ampio, all'interno e all'esterno, con un'attenzione particolare al tessuto urbano e territoriale circostante.
Decolla il 3 ottobre, con unica estesa inaugurazione, un progetto che vuole raggiungere un triplice obiettivo: arricchire i singoli musei di significative opere d'arte contemporanea, promuovere e sostenere il lavoro degli artisti, favorire la conoscenza dell'arte di oggi presso il grande pubblico.



Fondazione Stelline, Milano: Mario Airo', 'Loto'. Foto Roberto Marossi





GAM - Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate (VA): Massimo Bartolini, 'Un paesaggio da lontano'. Nuova sede GAM, via De Magri





Civici Musei di Milano - Museo del Novecento (MI): Marzia Migliora, 'Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia'. Palazzo Reale, P.za Duomo. Foto Roberto Marossi





MAM - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Gazoldo degli Ippoliti (MN): Carlo Bernardini, 'Codice Spaziale'. Foto Roberto Marossi





GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (BG): Lara Favaretto, 'Monumento Momentaneo'. Piazzetta Piave, Quadriportico del Sentierone. Foto Roberto Marossi





FAI - Villa e Collezione Panza, Varese (VA): Chiara Dynys, 'Dietro di se'





Museo Civico Floriano Bodini, Gemonio (VA): Mme Duplok, 'Per grazia ricevuta'





Galleria del Premio Suzzara, Suzzara (MN): Loris Cecchini, 'Untitled'. Parco delle Scienze e delle Arti, v.le Zonda





Museo d'Arte Contemporanea, Lissone (MB): Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, 'Forse possiamo anche fare una mappa per perdersi'. P.zza Liberta', P.zza italia e V.le Padania





Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate (VA): Mik e Dirk Lobbert, 'Welcome'. Nuova sede GAM, via De Magri





Intervento artistico in rete: 'Dreams and Dramas' di Ofri Cnaani. Tutte le sedi museali





Intervista ad Emma Zanella, direttrice della Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, capofila del progetto Twister


In cosa consistono le opere e quali sono i luoghi in cui avete deciso di realizzarle?
 
Siamo a pochi giorni dall'inaugurazione e tutte le opere - tranne quella di Carlo Bernardini che è già completata e installata nel luogo per cui è stata pensata - sono ancora in stato di avanzamento e gli artisti ci stanno ancora lavorando in maniera decisiva. Siamo stati noi a chiedere che i lavori venissero finiti e mostrati al pubblico poco prima dell'inaugurazione allungando volutamente i tempi.
Tutte le opere  sono state progettate per innestarsi in un territorio preciso in accordo con i diversi musei. Ogni artista si caratterizza per il proprio linguaggio e noi non abbiamo voluto dare limiti di espressione, di tecnica o di ricerca. Abbiamo però chiesto agli artisti già in fase di concorso una specificità progettuale site specific o site related, cioè relativa al rapporto tra il museo e la città, il museo e il territorio ed anche il museo e l'opera stessa.
Alcune opere sono state studiate per essere ospitate all'interno delle istituzioni, altre invece si collocano fuori o nei pressi della struttura, in posti che sono stati scelti appositamente all'esterno,  un po' come se dovessero funzionare da segnalatore, da simbolo, da puntello rispetto al territorio.
Una delle opere collocate all'interno è quella di Marzia Migliora. E' un caso particolarissimo: Marzia presenterà al pubblico un momento in itinere perché si trova a dover lavorare per un museo non ancora aperto. Durante l'inaugurazione si potrà assistere ad una fase già molto matura, ma il lavoro sarà completamente fruibile dal pubblico quando il museo del ‘900 verrà aperto ufficialmente.
Il suo intervento è realizzato in collaborazione con personalità che non fanno parte necessariamente del mondo dell'arte e della cultura. Vuole dare una lettura inedita di alcuni pezzi fondamentali della collezione del museo creando una sorta di percorso sonoro che condurrà i visitatori a confrontarsi con le opere secondo una visione emozionale e percettiva. Questo intervento diventerà una sottotraccia rispetto ad una visita guidata tradizionale.
 
Ci sono diversi artisti che stanno sviluppando dei processi ancora in corso...

Esatto, questo era uno degli elementi su cui abbiamo puntato di più: alcuni musei con questi interventi intendevano creare una dinamica, un divenire in collaborazione con l'artista; ed ecco il perché della doppia segnatura site specific / site related. Agli artisti è stato chiesto di entrare in maniera nuova e diversa all'interno dello spazio museale, della collezione o del territorio, e di farlo anche con molta libertà per creare questa processualità che varia moltissimo da opera a opera.
I Duplok, ad esempio, si sono concentrati sul museo di un paesino di provincia che non ha grande consapevolezza della presenza di questa struttura, piccola ma con una gran bella collezione, un gioiellino all'interno di Gemonio. Hanno puntato la loro attenzione su questo aspetto cercando di creare un dispositivo che aprisse il museo alla città.
Questo processo è iniziato a luglio a Gemonio e paesi limitrofi con dei “casting” che hanno reclutato persone del posto per farle diventare attori dentro al museo. Si è creata una dinamica - che proseguirà nei mesi di apertura di Twister - in cui le persone che hanno aderito e i visitatori entreranno a far parte dell'opera, anche attraverso un processo di documentazione fotografica.
Quest'idea ha già avuto un esito straordinario perché hanno accolto l'invito personalità e gente comune che non aveva mai messo piede nel museo.
Nel caso di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini invece, il processo è completamente diverso.
Il museo di Lissone è infatti leggermente decentrato rispetto alla città, quindi il direttore ha chiesto ai due artisti di innestare un dialogo con la città molto forte, di non portare la città dentro al museo ma il contrario: di far uscire il museo.
Il loro progetto si sviluppa con le scuole materne e porta i bambini a pensare alla città, alle strade, ad un percorso particolare. Funzionerà dalle 5 del pomeriggio in poi, col buio, e diventerà proprio un trait d'union, una sorta di mappa geografica, mentale e immaginaria tra il museo e gli altri luoghi della città.
 
Si può accennare anche qualcosa sui lavori, diciamo più scultorei, di Loris Cecchini e di Lara Favaretto?

Quello di Lara Favaretto è un progetto che prevede la realizzazione di un grande elemento tridimensionale da collocare nel centro storico di Bergamo Bassa. Presuppone un'azione di sensibilizzazione, dato che in realtà la sua opera è una sorta di salvadanaio, un luogo in cui verranno custodite le oblazioni della città per un'associazione benefica bergamasca molto importante.
La collocazione, lontana dalla Gamec, è stata scelta in accordo con l'artista perché anche in questo caso c'era bisogno di un intervento che lanciasse un segnale forte alla città. Attorno a questo progetto si configura un tessuto sociale, informativo, di mediatori culturali che agiranno in modo da innestarlo nella maniera più forte possibile all'interno della città, e alla fine l'opera verrà rotta. Con una performance verrà spaccata, sia per andare a vedere qual'è l'esito della raccolta, sia per decostruire quello che apparentemente sembra un monumento. Per arrivare a un concetto di anti-monumentale, di de-locazione, i massi verranno portati in altri luoghi o addirittura scompariranno.

Il progetto di Loris Cecchini dal punto di vista formale è legato ai suoi involucri, al suo lavoro con la materia, con il riflesso, con tutti quegli elementi che costituiscono la sua poetica da sempre.
Quest'opera però, ha in aggiunta il fatto di essere trasportabile e di poter essere utilizzata anche come strumento per informare le persone circa il museo di Suzzara.
In questo caso infatti è pensata per poterci entrare, per essere usata anche come info-point, ed è presente anche un aspetto quasi transitorio, temporaneo, che potrà anche trasformarla in una sorta di satellite rispetto al museo.

Più scultorei invece, sono gli interventi per la Gam di Gallarate, cioè quelli di Massimo Bartolini e dei Lobbert.
Bartolini agisce sul limite, sul margine della nuova sede - che verrà inaugurata l'anno prossimo - con un intervento molto leggero e calibrato che trasforma quella che oggi è una semplice struttura in una sorta di diaframma mobile e lievemente sonoro. Con il suo lavoro rende quasi inconsistente un elemento che solitamente è percepito come molto forte.

Quello dei Lobbert è un'opera molto scenografica, un grande segno rosso che vuole essere un gesto di benvenuto, di buon auspicio rispetto al futuro della Gam, e che occuperà tutta la facciata e tutto il viale d'ingresso. Di questo rimarrà poi un'opera fotografica realizzata - come sempre nel loro caso - in post-produzione.
 
Invece i lavori di Chiara Dynys e Mario Airò si collocano all'interno delle collezioni
 
Mario Airò al Palazzo delle Stelline ha scelto una sala che si innesta nel percorso espositivo facendola diventare un ambiente leggero, quasi magico, grazie ad una luce particolarissima che disegna lo spazio. Percettivamente si entra in un'altra dimensione. E' un lavoro nato per creare una relazione fra luoghi, ma è quasi "scultoreo" perché entra nello spazio e lo modifica.
Chiara Dynys invece lavora nel tempietto storico nel parco di Villa Panza con un'installazione che è molto inerente alla collezione, visto che si basa sulla luce e sulla riduzione del linguaggio visivo ai minimi termini, utilizzando il segno grafico, le parole e i doppi sensi.

Per concludere l'intervento di Ofri Cnaani installato in tutte le sedi museali come se fosse un po' il trait d'union fra di loro. Sono quasi tutti video proiettati sulle facciate, sulle vetrate e in alcuni punti di passaggio. Sono presenti alcune forme, figure e scelte iconografiche collegate sia alla poetica dell'artista che alla specificità di ciascuna istituzione.
 
A proposito del progetto Twister come rete, ci puoi parlare del modo in cui si sono collegati fra loro musei così diversi?

La rete nasce da un'idea della Regione Lombardia che ha raccolto intorno a un tavolo 10 istituzioni, tutte riconosciute o storiche. Poi ci è stato chiesto di ideare un progetto comune che dimostrasse l'esistenza di un circuito di realtà occupate nel contemporaneo, anche se non proprio tutti noi siamo votati solo al contemporaneo.
Per lunghi mesi abbiamo ragionato su cosa fare insieme, anche viste le differenza fra noi, di collezione, di storia, di personale, di sede espositiva, di città, eccetera.
Quindi questa rete è stata costituita per creare un reale progetto comune, da qui la nascita di Twister.
La differenza rispetto ad altre reti museali sta nello scopo: non coprire delle inefficienze come la conservazione, la schedatura, la comunicazione, perché in quel caso sarebbe bastato creare un biglietto comune, un sito comune, una brochure comune.
Noi abbiamo superato questo aspetto e ci siamo messi alla prova, prima di formalizzare la rete, su un progetto che avesse alcune caratteristiche importanti, cioè quello di essere stimolo e possibilità progettuale nuova per gli artisti; quindi non esporre diversamente le proprie collezioni, ma far sì che le collezioni venissero arricchite.
Durante questi 2 anni di lavoro abbiamo capito anche che ci sono le basi per costituire e consolidare davvero una rete regionale, perché questa non è una situazione in cui prima si è pensato all'aspetto formale, ai partecipanti, ai contributi, e solo successivamente - con molta fatica - ai progetti.
In questo caso siamo partiti esattamente al contrario e ha funzionato molto bene: ogni museo con le proprie possibilità è riuscito a dare un importante contributo all'evento Twister.
Per ora nella rete non sono coinvolti altri musei perché abbiamo prima preferito iniziare a relazionarci fra di noi e metterci alla prova. Ma adesso siamo già in una prospettiva nuova; lavoriamo bene insieme, Twister ci sembra stia riuscendo bene, e a questo punto ci stiamo preoccupando di come andremo a rendere più solida questa rete.
 
In una frase, tratta dalla cartella stampa, si legge: "In un sistema dell'arte articolato e complesso, il ruolo dei musei d'arte contemporanea e degli enti che si occupano di tali temi con continuità e incidenza, è centrale e indispensabile per permettere agli artisti di progettare e produrre opere che si pongono, a priori, al di fuori di logiche di mercato".
Secondo te aiutare gli artisti a fare ricerca è parte della mission di un museo?


Credo sia fondamentale e credo che in Italia questo si faccia poco e con molta fatica. Non perché i musei italiani non siano pronti, alcuni lo fanno già da tempo, ma perché spesso le possibilità economiche sono esigue, per cui spesso gli artisti lavorano autofinanziandosi. Secondo tutti noi è fondamentale che i musei d'arte contemporanea siano per gli artisti uno stimolo non solo progettuale, ma anche effettivo per poter ideare, per potersi confrontare, per poter produrre i propri lavori.
Ciò potrebbe permettere alle collezioni e ai musei di avere opere appositamente pensate e permetterebbe soprattutto agli artisti di poter "vivere" del proprio lavoro, che non è semplice!
Se ci fosse una potenzialità maggiore da questo punto di vista anche gli artisti ne gioverebbero: poter avere una commissione, poter dialogare con le istituzioni e poter lavorare a un progetto inedito veramente finanziato, è un aspetto secondo noi fondamentale.
Noi siamo partiti proprio da questa discussione, ma in realtà per finanziare un progetto e far procedere la ricerca credo che la commissione pubblica sia fondamentale.
Quello che ha fatto il MAXXI, il concorso con la storica legge del 2x1000 per il finanziamento delle opere, è fondamentale perché permette di dare davvero ossigeno alla ricerca artistica, che altrimenti deve spostarsi sui collezionisti, sulle gallerie private... e va benissimo, ma è importante che anche l'istituzione museale si metta in gioco in maniera più decisa.
 
Sulla base di questi discorsi e su quello che vedremo fra poco, quali sono gli sviluppi, gli step futuri di Twister?

Siamo tutti entusiasti di Twister e credo che nessuno di noi voglia fare marcia indietro. La nostra intenzione è quella di riuscire a riaprire il tavolo di confronto con la Regione Lombardia in concomitanza con l'inaugurazione. E' fondamentale, perché da soli non riusciremmo a realizzare cose di questa portata. La nostra intenzione sarebbe quella di proporre altre iniziative, ci sono  esempi come quello di Munster che viene realizzato ogni 10 anni ed è una macchina straordinaria che ha come elemento forte il fatto che la progettualità artistica non viene persa. Pensare alla prossima edizione di Twister, magari fra due anni, vuol dire anche fare esperienza, poter aprire le porte ad altri artisti, ad altri musei, ad altre realtà. Credo che il progetto debba proseguire, sempre che ci sia il sostegno delle istituzioni...

Vuoi dirci qualcosa anche del sito web e del catalogo?

Il sito web ha il valore di essere una sorta di vetrina in tempo reale con testi e video, mentre per quanto riguarda il cartaceo inaugureremo con un magazine, non un catalogo dato che non avremmo poi potuto pubblicare le opere finite. Utilizzeremo quindi uno strumento più leggero, una sorta di magazine e che verrà distribuito con Mursia in 60mila copie in tutta Italia.
Dopo un mese e mezzo pubblicheremo invece il catalogo, che sarà prevalentemente fotografico, completo di interviste agli artisti e delle immagini dei work in progress dei lavori.


TWISTER
Rete Musei Lombardia per l'Arte Contemporanea


Dal 3.10.2009 al 31.01.2010

http://www.twisterartecontemporanea.com
info@twisterartecontemporanea.com

Civici Musei – Museo del Novecento, Milano (MI)
FAI – Villa e Collezione Panza, Varese (VA)
Fondazione Stelline, Milano (MI)
Galleria del Premio Suzzara, Suzzara (MN)
GAM Civica Galleria d’Arte Moderna, Gallarate (VA)
GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (BG)
MAM Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Gazzoldo degli Ippoliti (MN)
Museo Civico Floriano Bodini, Gemonio (VA)
Museo d'arte contemporanea, Lissone (MB)
Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, Gallarate (VA)

Con il sostegno di Regione Lombardia
Con il contributo di Fondazione Cariplo

Maggiori informazioni su Twister



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