MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Bologna
via Don Minzoni, 14
051 6496611 FAX 051 6496600
WEB
Tre laboratori teorici
dal 17/5/2013 al 24/5/2013
18, 23 e 25 maggio, ore 17

Segnalato da

Elvira Vannini




 
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17/5/2013

Tre laboratori teorici

MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Bologna

The matter is not how woman is represented in the art system but how woman does art outside of it. I tre incontri, a cura di Elvira Vannini, intendono indagare il rapporto delle pratiche femministe nel mondo dell'arte. Si parte con Anna Curcio, dottore di ricerca in sociologia.


comunicato stampa

The matter is not how woman is represented in the art system but how woman does art outside of it*

“Non potrò tornare all’arte. Ho scartato un pacco con tanti fogli d’imballaggio per arrivare poi alla constatazione di niente, di una molla interna che non funziona così e non c’è da sganciarla perché allora finisce tutto....”

Chi non è nella dialettica servo-padrone diventa cosciente e introduce nel mondo il Soggetto Imprevisto”.

Carla Lonzi, Taci. Anzi Parla. Diario di una Femminista, 1978.

Il punto di vista femminista nel dibattito sulle forme attuali del capitalismo cognitivo e la natura biopolitica delle trasformazioni e delle condizioni lavorative, attraverso il recente fenomeno della femminilizzazione del lavoro, costituiscono il punto di partenza dei tre laboratori teorici, curati da Elvira Vannini al MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, all’interno dell’esposizione Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, che ospiteranno le tre lectures di Anna Curcio (18 maggio), Federica Giardini (23 maggio) e Giovanna Zapperi (25 maggio), con la collaborazione dell’artista Maddalena Fragnito che ha ideato lo slogan The matter is not how woman is represented in the art system but how woman does art outside of it, sull’analisi linguistica e politica del progetto.

I tre incontri intendono, a partire da queste questioni, indagare il rapporto delle pratiche femministe nel mondo dell’arte (e soprattutto la loro fuoriuscita a partire dal caso italiano), in una riflessione sul nesso tra creatività e politica attraverso la scrittura, il linguaggio della lotta dei nuovi femminismi, il lavoro riproduttivo come terreno dello scontro sociale e il tema della progressiva femminilizzazione del lavoro. Così il concetto deleuziano del “divenire donna del lavoro”, che delinea l’estensione di alcune caratteristiche attribuite al lavoro femminile, riproduttivo e domestico - cura e dedizione, invisibilità politica, sfruttamento delle risorse affettive, relazionali e intellettuali messe al servizio della produzione, adattabilità e assorbimento dei tempi del lavoro alla complessità dei tempi della vita - diventano paradigma delle forme di soggettivazione che storicamente hanno coinvolto le donne.

Oltre alle nuove soggettività, precarie e antagoniste, i modelli di organizzazione femminista, l’esercizio creativo delle immagini e il ruolo politico dell’auto-rappresentazione del proprio corpo, tra empowerment e identity politics, a partire da istanze di dominazione linguistica, sono tra le prospettive di ricerca maggiormente affrontate da artiste e collettivi, spesso attraverso percorsi indipendenti rispetto all’established contemporaneo. Se storicamente le donne sono state ai margini della cultura della presa del potere maschile, non allineate a un sistema dominante, e fuori dai circuiti di produzione del sapere, la differenza sessuale - in quanto dissimmetria dei rapporti tra genere e potere iscritta dentro dispositivi di assoggettamento anche a partire dal visivo - è stata sicuramente un dato culturale che ha creato differenti livelli di esclusione sociale al di fuori del regime di visibilità e delle grandi narrazioni della storia.

Ma il problema non è più l’ingresso del pensiero femminista nella cultura e nell’arte quanto la sua fuoriuscita. Non una denuncia di posizionamento nei confronti dei canoni storiografici - e di una storia che per Carla Lonzi era il risultato delle azioni patriarcali e maschili - ma l’emergere di una soggettività diversa, imprevista che irrompe nella vita e si afferma come pensiero della differenza. L’imprescindibile contributo fondativo per l’affermazione del femminismo italiano parte proprio dagli scritti di Lonzi nel momento in cui rinuncia alla critica d’arte e scrive il manifesto di Rivolta Femminile: uno dei momenti più radicali, delle forme dell’iniziativa e della militanza politica, che seguivano modelli ben strutturati di organizzazione, è sollevato da un attrito tra le figure protagoniste di questa lotta, che era iscritta nei corpi, che era soggettività femminile, ma anche produzione di immaginario e desiderio, rispetto alla realtà dei rapporti di potere. Gli scritti di Carla Lonzi sottolineano così come il momento inaugurale del femminismo italiano sia stato profondamente legato al mondo dell’arte. E se c’è un filo che unisce la radicalità e la creatività di questa vicenda storica con la recente fioritura di esperienze e pratiche artistiche di liberazione è certamente l’allontanamento, come defezione e rivolta, per disfare un ordine basato sull’egemonia e la subalternità che ha provocato una grande trasformazione nell’orizzonte politico, costituente e destituente, dei movimenti.

La serie di laboratori teorici, si sottrae intenzionalmente a qualsiasi format espositivo, con l’ipotesi di impostare una discussione su pratiche teoriche a confronto, elaborando linee di lavoro comuni, focus-group, presentando casi studio e ricerche in atto dal punto di vista del discorso sia politico che artistico, nell’assunzione di paradigmi di lettura capaci di tradurre - nell’occasione che il presente offre e sul filo della contingenza, strategie di opposizione e resistenza a modelli che mettono al lavoro le differenze - non come revisione storiografica ma necessario ribaltamento del punto di osservazione, perché anche “con la sua assenza la donna compie un gesto di presa di coscienza, liberatorio, dunque creativo” (Carla Lonzi, Assenza della donna dai momenti celebrativi della manifestazione creativa maschile, 1974).

Tutti gli appuntamenti si tengono nella Sala Conferenze del MAMbo dalle 17.00 alle 19.30, a ingresso libero.

Anna Curcio è ricercatrice precaria e dottore di ricerca in sociologia. Fa parte dell’esperienza di UniNomade e del collettivo transnazionale edu-factory, collabora con “Il Manifesto”. É autrice di La paura dei movimenti (Rubbettino, 2006) e co-autrice di Precariopoli (Manifestilibri, 2005). Di recente ha curato The Common and the forms of the Commune (REthinking Marxism, 2010), Comune, Comunità, Comunismo (Ombrecorte, 2011) e con Gigi Roggero Occupy! I movimenti della crisi globale (Ombrecorte, 2012).

Maddalena Fragnito (1980) è artista e attivista. Lavora a Macao, Nuovo Centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano. Laureata in Scenografia all'Accademia di Brera, ha svolto un Master in Cinema alla Universitat Pompeu Fabra di Barcellona e partecipato a diverse residenze artistiche in Italia e all’estero. Tra i suoi recenti progetti e mostre: Fight-specific Isola (a cura di Isola Art Center), Par coii - Bsogna semnà (a cura di Daria Carmi), Politikaction, il sistema è la crisi (a cura di Stefano Taccone), Milano radicale (a cura di Radical Intention), Open #4 (a cura di Dora Garcia e S.a.L.E Docks), Aspirina (edita da Libreria delle donne di Milano).

Federica Giardini è docente di Filosofia politica all’Università Roma Tre. Redattrice della rivista DWF dal 1996 e di “European Journal of Women’s Studies” (2000-2011). Collabora con la comunità filosofica Diotima e con la Società delle letterate ed è nel comitato direttivo della IAPh (Internationale Assoziation von Philosophinnen), di cui ha organizzato il XII Simposio internazionale (Roma 2006). Ha recentemente pubblicato Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia (Luca Sossella Editore, 2004) e co-curato Teatro Valle Occupato. La rivolta culturale dei beni comuni (DeriveApprodi, 2012).

Giovanna Zapperi è l’autrice di L’artiste est une femme. La modernité de Marcel Duchamp (P.U.F., 2012) e, con Alessandra Gribaldo, di Lo schermo del potere. Femminismo e regime della visibilità (Ombre Corte, 2012). Ha inoltre curato la versione francese di Autoritratto di Carla Lonzi (JRP Ringier, 2012). Si interessa all'arte e alla cultura visuale del 20./21. secolo in una prospettiva femminista. Insegna storia e teoria dell'arte contemporanea all’Ecole nationale supérieure d’art di Bourges.

Elvira Vannini è docente presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Dottore di ricerca in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Bologna. Come curatrice indipendente, tra i recenti progetti: Clashing Tales. The local aspect of the struggle (Red House Sofia), Everybody talks about the weather. We don’t (NABA, Milano); Laboratorio di interpretazione (Manifesta7, Bolzano); Same Democracy (neon
The matter is not how woman is represented in the art system but how woman does art outside of it*.

Laboratori teorici a cura di Elvira Vannini
con la collaborazione artistica di Maddalena Fragnito.

18 maggio ore 17 Incontro con Anna Curcio
23 maggio ore 17 Incontro con Federica Giardini
25 maggio ore 17 Incontro con Giovanna Zapperi

Tel. +39 051 6496653 - Fax +39 051 6496600
ElisaMaria.Cerra@comune.bologna.it
ufficiostampaMAMbo@comune.bologna.it

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Ingresso libero

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