Studi, ricerche, idee e progetti per modificare il mondo 1984. Il convegno, di cui oggi si possono rileggere gli atti, 30 anni fa riuni' artisti, critici, poeti, filosofi e studiosi, intorno a un'ipotesi di artista non subordinata al mercato.
Il convegno “Ipotesi d’artista”, di cui oggi si possono rileggere gli atti in stampa anastatica e su cui si intende riflettere
in questa nuova occasione di incontro, si tenne trenta anni fa, nel giugno del 1984, presso l’Aula Magna della Facoltà
di Ingegneria dell’Università di Bologna. Fu organizzato da Anna Valeria Borsari con la collaborazione di Ginestra
Calzolari e di Giorgio Zucchini, in totale controtendenza rispetto a quanto stava avvenendo in quei primi anni Ottanta
e si sarebbe poi consolidato nei decenni successivi non solo in ambito artistico, ma in genere in tutta la nostra
cultura. Dopo un lungo periodo in cui era sembrato di poter procedere sempre più verso principi libertari, le
manifestazioni degli studenti erano state represse duramente dall’intervento dell’esercito oltre che della polizia, e
solo a pochi anni di distanza da quei fatti aveva iniziato a diffondersi quel clima di disimpegnato consumismo, a
livello globale, che ha contrassegnato gli anni Ottanta e su cui si è fondato il modello economico dei decenni
successivi. In questo contesto l’arte apparentemente sembrava aver trovato grandi opportunità, mentre - all’insegna
del “postmoderno”- veniva sostanzialmente depauperata di quella possibilità di dissenso che con le avanguardie
storiche aveva acquisito, e in genere della possibilità di interferire nelle cose del mondo.
Nel 1984 così, compreso che la situazione non sarebbe stata di carattere episodico, ed avvertendo che il contesto
che si era creato era incompatibile con le motivazioni del suo fare artistico, Borsari in particolare aveva sentito
l’esigenza di riunire altri artisti, critici, poeti, filosofi, studiosi di varie discipline, per confrontarsi su una ipotesi di
artista non subordinata al mercato, e connessa invece ancora alla ricerca scientifica e filosofica, oltre che a
problematiche sociali ed etiche. Il convegno non voleva avere intenti polemici, e non voleva certo produrre un nuovo
gruppo o movimento contrapponibile a quelli che in pochi anni si erano appena creati ed erano apertamente in
guerra tra loro, oltre che con quanto li aveva preceduti, ma si poneva necessariamente in una condizione di
dissenso, esplicitata negli interventi di alcuni partecipanti.
Quindi, fuori da ogni schieramento, singoli individui che potevano avere anche opinioni e valutazioni diverse erano stati invitati ad incontrarsi, a confrontare le proprie idee e il proprio lavoro, con interventi in certi casi teorici e scientifici, in altri puramente creativi. Parteciparono critici come Giovanni Accame, Pietro Bonfiglioli, Adalgisa Lugli, Filiberto Menna, Pier Luigi Tazzi, poeti come Patrizia Vicinelli, artisti come Claudio Costa e Lucio Saffaro, il filosofo Mauro Ceruti, studiosi come Vanni Bramanti, Guido Guglielmi, ed altri relatori sempre significativi. Tra il pubblico, come documentano negli atti le varie fasi del dibattito, vi erano un giovanissimo Giacinto Di Pietrantonio, Corrado Levi, Dario Trento, altri artisti e critici.
Ora gli atti di quel convegno, pubblicati nel 1985 dalla Nuova Alfa editrice, a cura di Anna Valeria Borsari e Ginestra
Calzolari, con un contributo dell’Assessorato cultura del Comune di Bologna, costituiscono un importante ed insolito
documento che testimonia come sia stato avvertito da alcuni dei più significativi rappresentanti della cultura del
tempo, oltre che da numerosi altri presenti, il contrastato passaggio tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Passaggio
che a tutt’oggi non è stato ben chiarito e studiato.
In seguito la stessa casa editrice Nuova Alfa propose ad Anna Valeria Borsari di realizzare una rivista che avesse lo
stesso titolo del convegno; nel 1988 ne uscì un primo ed unico numero, sul tema “Simmetria / Asimmetria”, con
appositi interventi di artisti come Dadamaino, Emilio Tadini, Gianni Colombo, Emilio Isgrò, Valentina Berardinone,
Mauro Staccioli, scritti di studiosi come Ervin Laszlo, Michele Emmer, Enzo Melandri, Gianni Contessi, Carlo
Formenti - oltre che di alcuni partecipanti al precedente convegno -, una intervista a Dorfles ed alcuni testi poetici. Il
discorso avrebbe quindi potuto proseguire, ma, a causa di una lunga e mai diagnosticata malattia che colpì l’artista in
quel periodo, non è stato così. La rivista, che non fu al tempo nemmeno presentata o diffusa, è ora stata anch’essa
ripubblicata (in copie anastatiche a tiratura limitata ) e sarà esposta al pubblico.
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Ingresso libero