Convegno in relazione alla mostra "I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria"
Uno dei miti fondanti della cultura giudaicocristiana e' un fratricidio: l'omicidio di Abele da parte di Caino. Eppure, quello di Caino non e' che uno dei molteplici volti del criminale, ovvero colui che non rispetta le regole, ne' divine, ne' morali, ne' a maggior ragione legislative. Organizzato dall'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, in relazione alla mostra "I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria", e dal Centre d'Etudes Superieures de la Renaissance di Tours, questo convegno si propone di fare il punto sulle modalita' di rappresentazione di questa figura dai contorni ancora da definire. Trattando un periodo che si estende dalla nascita della stampa a quella dell'antropometria giudiziaria, storici, storici dell'arte, della letteratura, del diritto e della criminologia cercheranno di determinare in che misura la figura del criminale si costituisca in rapporto alla societa' che la produce, presentando al contempo dei caratteri immutabili. In effetti, se le paure si trasformano, se gli strumenti di definizione e diffusione del 'ritratto' del criminale evolvono, i pregiudizi che ne stimolano l'immaginario restano spesso gli stessi nel corso dei secoli. Cosi', dall'impossibilita' di dare un volto al criminale, al marchio per cosi' dire apposto dal diavolo sul loro corpo nel Medioevo e nel Rinascimento, fino alle norme stabilite dall'associazione di scienza e fotografia, la volonta' e' sempre la stessa: rendere il piu' visibile possibile questo Altro che appare tanto piu' inquietante quanto meno e' riconoscibile. Convegno 15-16 gennaio, ingresso libero fino ad esaurimento posti.