Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini
Siracusa
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dal 28/6/2002 al 31/8/2002
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Galleria Civica d'arte contemporanea




 
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28/6/2002

FullContact

Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini, Siracusa

Vuole mostrare come l'idea molteplice e a tratti contraddittoria del contatto sveli un atteggiamento comune a numerose esperienze artistiche e poetiche. Le opere e gli artisti presenti in mostra propongono visioni diverse di un possibile contatto tra gli uomini, che parta proprio da una condivisione etica e culturale personale (individuale) e non collettiva. La scelta del nome collettivo Super&go per i curatori vuole essere un modo per affrontare l'idea del contatto e del superamento dell'io a favore di un io piu' grande, dilatato, eterogeneo, super insomma.


comunicato stampa

Galleria Civica d'arte contemporanea di Siracusa

FullContact - Il Progetto

Il contatto è una verità ontologica. Dal contatto tra l'angelo ribelle e il suolo terrestre ha origine la vita dell'uomo. Il contatto viene prima di tutto. Dal primo contatto nascono le sensazioni, le emozioni, i sentimenti, le idee di libertà e di ribellione, le relazioni tra gli individui -l'attrazione e la repulsione, l'identità e l'alterità. Il contatto tra due pietre genera la scintilla, il fuoco, metafora per eccellenza del cambiamento e della creazione.
Proprio nella riflessione intorno all'idea primigenia del contatto si può trovare, nella società di oggi, una possibilità per ridefinire la relazione tra individuo e collettività, per ripristinare le coordinate del rapporto tra uomo e realtà.

L'uomo d'oggi teme il contatto. Perché ne vive troppo o troppo poco. E' esposto alla promiscuità (e ne è attratto) ma vuole difendere i privilegi acquisiti. Vuole difendere la propria identità e spesso lo fa chiudendosi al dialogo con l'altro. In realtà è consapevole che la definizione dell'individualità nasce dal dialogo e dal confronto tra le collettività e i suoi membri Senza contatto, senza relazione con l'altro non è possibile nessuna definizione di senso. Da un singolare all'altro, come afferma il filosofo francese Jean-Luc Nancy, c'è contiguità, non continuità. Entrare in contatto vuol dire iniziare a produrre senso gli uni per gli altri. Solo attraverso il contatto si attiva un processo di individualizzazione, arricchito però da un vero bisogno dell'altro.

E non è proprio questo uno dei nuclei problematici del nostro tempo? Ovvero, come non perdere il senso di comunità (di destino e di cultura) formulato negli anni Sessanta e Settanta salvaguardando però l'individualità nel suo complesso? Cercare quella terza via tra liberismo sfrenato e comunismo? Si tratta di un processo faticoso, poiché non può essere la ricerca del consenso a produrre contenuti e conoscenza, non può essere l'omologazione il fine della ricerca culturale. Al contrario va affermata l'importanza del contatto come strategia ineludibile per analizzare le possibilità di relazione e di convivenza. FullContact vuole essere dunque una mostra poetica, ma anche politica.
FullContact vuole dunque mostrare come l'idea molteplice e a tratti contraddittoria del contatto, così come è stata rapidamente tratteggiata, sveli un atteggiamento comune a numerose esperienze artistiche e poetiche. Le opere e gli artisti presenti in mostra propongono visioni diverse di un possibile contatto tra gli uomini, che parta proprio da una condivisione etica e culturale personale (individuale) e non collettiva. Si tratta di un'arte che instaura con gli occhi di chi guarda una nuova complicità etica.
Quest'arte non è provocatoria; anche quando appare feroce e gridata, lo è anzitutto nei termini di un dramma esistenziale. Allo stesso modo quest'arte non vuole più essere scavalcata, tradotta in altro, o vedere annichilita la specificità dei propri strumenti umani. E' spesso una fiducia salda nelle possibilità della ragione ad assumere un ruolo centrale nella dinamica dell'osservazione. E' l'occidente che entra in contatto con l'Oriente e viceversa. E' l'Europa che viaggia per l'Africa e l'Africa che seduce l'Europa con la sua forza ancestrale. E' una connessione dinamica tra l'uomo e la macchina, alla ricerca non di un'interazione ma di una correlazione che presuppone nuove frontiere di libertà e di benessere.
Nel modo vario, cui si è brevemente accennato, sembra di poter individuare in questi artisti una tensione profonda verso un nuovo umanesimo capace di interpretare quella sacralità che è comune allo spazio esistenziale e alla dignità del quotidiano. Proprio per questo si tratta di un'arte che porta con sé un atteggiamento di fondo positivo, che presuppone non soltanto la possibilità di un orizzonte comunicativo autentico, ma anche una gioia di natura creativa, la luminosità dell'avere una forma, una voce, un colore.

Anche le dinamiche curatoriali e le scelta di allestimento sono coinvolte in questo processo. La scelta del nome collettivo Super&go vuole essere un modo per affrontare l'idea del contatto e del superamento dell'io a favore di un io più grande, dilatato, eterogeneo, super insomma. Ma nessuno di noi curatori intende rinunciare alla propria individualità. FullContact è anche e soprattutto un modo per entrare in contatto con gli artisti, per formulare la necessaria centralità degli artisti all'interno del sistema dell'arte di oggi, dove troppe forze agiscono in direzione diversa. Come nel rugby, dove si avanza verso la meta passando la palla all'indietro. E davanti, con il cuore e i polmoni pieni desiderio, è sempre l'uomo, il giocatore, l'artista. E' l'uomo, inteso nella sua integrità, che deve segnare la meta, non uno dei suoi tanti prodotti.

Alla fine del percorso espositivo di FullContact appare evidente che la problematicità del contatto non è affatto risolta: i confini delle dimensioni del rispetto reciproco e del sopruso, della libertà e dell'aggressione troppo spesso si sovrappongono e confondono. Le incertezze sono molte, ancora più numerosi gli interrogativi.
Alcuni, non di rado i più stimolanti, vengono formulati proprio dagli artisti che così facendo si mettono in gioco. Un gioco senza regole fisse, che mette in relazione esperienze simili ma anche diverse o addirittura opposte, e le propone al pubblico, sfidandolo in un intenso corpo a corpo, "mente a mente". Un full contact di sensazioni, esperienze ed emozioni.

Artisti: Micole Assael, Gianni Caravaggio, Letizia Cariello, Chris Cunningham, Paola De Pietri, Alicia Framis, Lara Favaretto, Naomi Fisher, Henrik Håkansson, Satoshi Hirose, Armin Linke, Marcello Maloberti, Domenico Mangano, Shirin Neshat, Sara Rossi, Stalker, Barthélémy Toguo, Sabrina Torelli, Uri Tzaig.

Design projects: Michele De Lucchi, James Irvine, Italo Rota

Special Events per la serata dell'inaugurazione:

Presentazione del progetto audiovisivo "Macchina Disorganizzata" del gruppo catanese Cane CapoVolto che, all'interno di una ricerca sulle possibilità di contatto tra uomo e macchina, intende indagare lo scambio fra il suono-segnale digitalizzato (un brano da CD) e la sua matrice-sonora fisica (suono live).

Proiezione della versione integrale del video Odissey dalla campagna pubblicitaria Levi's 2002

Esibizione di Tae Kwan Do.

La mostra è una produzione del Comune di Siracusa, Assessorato ai Beni Culturali, con il Patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato ai BB.CC.AA. e P.I. E' realizzata con il contributo di Banca di Credito Popolare, Siracusa (Gruppo Antonveneta); A. A. P. I. T., Siracusa; A.A.T., Siracusa; Meridiana S.p.A. Alla sua realizzazione ha collaborato inoltre Start Project, Firenze.

Immagine: Lara Favaretto

Super&go è composto da Caroline Corbetta, Salvatore Lacagnina, Sergio Risaliti.
Inaugurazione: 29 giugno 2002 ore 19.00

Galleria Civica d'arte contemporanea Montevergini, Via S. Lucia alla Badia, 1 96100 Siracusa

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