Hotel Nuovo Clitunno
Spoleto (PG)
via San Martino, 16 (Piazza Collicola)
388 7428786 FAX 075 8943894
WEB
Riccardo Murelli
dal 28/6/2002 al 15/9/2002
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Ufficio Stampa Riccardo Murelli



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Riccardo Murelli



 
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28/6/2002

Riccardo Murelli

Hotel Nuovo Clitunno, Spoleto (PG)

L'artista focalizza la sua ricerca alternando pittura e scultura come strumento di indagine critica della realta' sociale. Saranno esposti 16 quadri ad olio di grande e medio formato.


comunicato stampa

In data 29 Giugno 2002 alle ore 18 sarà inaugurata la mostra personale di Riccardo Murelli in Via San Martino, 16 - Piazza Collicola Spoleto.

Nato a Roma nel 1975, artista autodidatta , ultimato il liceo segue i corsi di antropologia dell'universita' di Perugia, successivamente risiede a Milano ,Venezia e Dusseldorf .

Dal 1996 collabora periodicamente con la scultrice Beverly Pepper.

Focalizza la sua ricerca alternando pittura e scultura come strumento di indagine critica della realtà sociale.

L'esposizione sarà parallela come tempi al Fesival Dei Due Mondi e saranno esposi 16 quadri ad olio di grande e medio formato. L'introduzione critica è di Mauro Salvi.

NOTE:
CRITICA Dicembre 2001
Astratto con impressione con espressione formale informale, termini vari che tendono a formare categorie, divisioni che eludono il centro della ricerca; sono rami di un flusso che si genera sulla sintesi di un bisogno ancestrale di superare la mimesi e di ritrarre una visione personale costruita su ciò che lo spazio storico, sedimentato dal tempo, suggerisce a chi si esprime visivamente.
L'astratto vuole il sacrificio della realtà, ma ciò può essere effettivamente realizzabile' Cioè uno spazio reale non può anche essere considerato astratto' E quello astratto non può anche essere considerato reale' L'esigenza di astrarre cosa vuole raggiungere'
Probabilmente nell'esperienza del macrocosmo e in quella del microcosmo, come nei nuovi termini del mega e del micro, la realtà si dilata e si comprime riuscendo ad essere virtualmente simile alla forma mentale. Questo ammetterebbe che qualsiasi forma reale abbia un suo corrispettivo nella forma psichica e viceversa.

Vi è nel Murelli un senso dello spazio che ha dei riferimenti con il concetto leopardiano dell'infinito e nella realtà con la visione fantasmagorica dell'eclissi solare. Nelle opere del Murelli l'animo posto ad osservare lo spazio infinito, subisce un senso di sospensione e di mistero contemplativo che espande la ricerca dell'enigma senza generare il dramma, ma bensì un pacifico accordo con il concetto del limite imposto dalla privazione di conoscenza.
Questo elemento di sospensione spaziale già più volte ricercato nell'arte europea, posso già anticipare intimamente congiunto alle armonie del sistema geometrico, si protrae fino alle ultime esperienze del Murelli evidentemente intrise delle sedimentazioni storiche della sua appartenenza.
Credo sia alla moda il fare appartenere o meglio il riscontrare che un artista si rifaccia a questa o a quella corrente e da questa ne tragga dei conseguenziali sviluppi innovativi. Tutto ciò lo lascio all'evidenza ed alla conoscenza del singolo spettatore.
L'arte è fatta di contenuti ed è lì che bisogna indagare allargando l'indagine, evidentemente, anche agli sviluppi tecnici, non intendendo la tecnica come supporto artigianale all'opera ( quanta colla e quanto gesso, quanto pigmento e quanto legante, quale pennello usare ) ma alla tecnica dell'anima cioè a quell'insieme di passioni che intridendo il 'senso dell'idea' permettono all'opera di materializzarsi nel capolavoro unico e irripetibile.
Lo spazio intuito quale elemento che comunica all'essere uno stato di sospensione, stupore, indagine del mistero, luogo dove le geometrie si sovrappongono per celare e quindi evocare percezioni interiori.
Già la pittura romana antica, dosando un evidente contrasto tra la quantità di spazio e l'oggetto geometrico sovrapposto, suggerisce una visione di indagine metafisica sul concetto di infinito, tendendo a sintetizzare le strutture architettoniche ed a collocare piccoli elementi, racconti, che si pongono come evidente contrasto sulla inafferrabilità del fondo che appare atono, indifferente. La presenza umana e lo spazio convivono, ma rimangono inconoscibili fra loro. Nel passaggio storico della ricerca spaziale nell'arte, Piero della Francesca pone l'evidente quesito di come possa avvenire la fusione di questi due elementi, l'umano e lo spaziale; ciò avviene modificando i rapporti armonici delle proporzioni, uguagliando lo spazio pittorico dei due elementi, quindi dando una maggiore prevalenza 'all'umano' affinchè il mistero siderale divenga parte necessaria, integrata allo sviluppo stesso dell'essere. E' una nuova metafisica, dove l'indifferenza è fra gli esseri: è una indifferenza geometrica, studiata nei minimi particolari e codificata in trattati dello stesso artista.
Murelli, come tutti noi, è figlio del barocco nel quale ancora viviamo e dal quale ancora traiamo ispirazione. Là dove era dominante l'ascissa e l'ordinata ed il punto di fuga, tutti partecipi di una logica mimesi ispirata alle leggi dell'architettura, ora le forme si dinamizzano ed assumono nuove realtà.

Così Murelli usa sapientemente prevalenze di angoli acuti su ottusi per generare tensioni. Pur se appaiono opere con un evidente impianto di memorie scenograficheteatrali, è componente essenziale
di questo artista presentare immagini dinamiche che rammentino il ritmo vorticoso della materia, sapientemente interrotto da stasi direi brevi ma necessarie a distendere l'eccesso di contrazione

Murelli misura lo spazio con l'intuito e genera contrappunti spaziali i quali hanno il ritmo dell'essere che vuole esistere, che fabbrica il suo 'nido' esistenziale. In questa sua fase creativa non è la ricerca del 'bello' il suo fine, bensì l'avere una sua forma propria; vi è un dire: io sono questo al di là di ciò che è ideale; io sono l'idea. Questa è grande conquista del contemporaneo, è sfida ma anche umiltà nel mostrarsi. Così appare l'essere artista: come lo si vede, come lo si intuisce. Ha capito Murelli che è vano il viaggio al di fuori di sé, egli è un'unità che tenta di possedere se stesso. In alcune opere riesce a conquistare un senso ormai perso: lo spavento accompagnato dal piacere della contemplazione. Non vi è bellezza nel particolare, ma l'unità dell'opera tutta partecipa al ritrovamento dell'idea.
Dire 'Astrattismo' oggi può essere un luogo comune, e posso azzardare che le opere del Murelli si avvicinano di più ad un pensiero metafisico appunto per la sua stretta unione con la visione dello spazio celato. Ma cosa celano le forme piane del Murelli' Forse la paura di esistere' Il mistero di esistere. Vi è il seme dechirichiano, se si è diffuso nella profonda struttura della nostra psiche. Una forma di psicanalisi metafisica che si manifesta nel nostro essere contemporanei con nuove libertà espressive. Il contenuto di Murelli vuole dimostrare, con l'insistenza di forme e colori, che l'incomprensibile si cela inconosciuto alle spalle delle sagome geometriche e che bisogna fare affidamento sulla propria ricerca; ricerca che per lui, in questo istante, trova incoraggiamento appunto nella tensione di geometrie dinamiche, a volte raccordate da linee di forza che ne esaltano l'emanazione.
Astrattismo, me ne scusi il lettore, è magma dello spirito. Si veda il Kandinsky del 1914 'Quadro con macchia rossa' o il Kupka del 1912 'Verticali gialle'. Murelli usa il senso dell'astratto per definire le forme, e partecipa al contemporaneo nel sovrapporle ad una nuova mistica dello spazio.
Mauro Salvi

Hotel Nuovo Clitunno
via San Martino 16 - Piazza Collicola
Spoleto

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