Palazzo Ducale
Genova
piazza Matteotti, 9
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Moto extrordinario
dal 29/6/2002 al 30/6/2002

Segnalato da

chiesa eleonora



approfondimenti

Eleonora Chiesa



 
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29/6/2002

Moto extrordinario

Palazzo Ducale, Genova

Moto-extraordinario e' una performance video sonora ideata e progettata da Eleonora Chiesa che ne sara' interprete. L' happenig si svolgera' nell'ambito dell'ottavo festival internazionale di poesia di Genova. La tematica affrontata da questo intervento e' il rapporto tra spostamenti quotidiani nell'abiente urbano e individuo, cioe' come la quotidianita' in particolari contesti sociali possa inibire lo sviluppo intellettuale.


comunicato stampa

Moto-extraordinario è una performance video sonora ideata e progettata da Eleonora Chiesa che ne sarà interprete.
L' happenig si svolgerà nell'ambito dell'ottavo festival internazionale di poesia di Genova.
La tematica affrontata da questo intervento è il rapporto tra spostamenti quotidiani nell'abiente urbano e individuo,cioè come la quotidianità in particolari contesti sociali possa inibire lo sviluppo intellettuale .

A partire dagli anni ’80 l’arte è caratterizzata da una serie di emergenze, da ipotesi di ricerca che rispecchiano l’ assimilazione delle metamorfosi e delle contraddizioni del tempo, traslate nell’opera in modo propositivo. Molto spesso i territori dell’indagine interagiscono, dando vita a complessi sconfinamenti semantici, che ricostituiscono processualmente l’unità del lavoro.
Eleonora Chiesa si muove sulla base di queste premesse, animata da una volontà di sperimentazione che si rivela sia nella pratica dei materiali sia nella dilatazione a ventaglio dei media utilizzati. Il lavoro è radicato profondamente all’interno della problematica sociale: in questo senso , come lei stessa afferma, l’artista assume la funzione di “testimone” del suo tempo, e l’opera diventa un documento, capace di captare segnali dal vissuto e di comunicarli. Chiesa è particolarmente attenta alle dissonanze e alle ambiguità che segnano la struttura esistenziale. L’inumana industria della coscienza ha pianificato la realtà, e la vita, quella autentica, ne soffre; per usare parole di Hans Magnus Enzensberger, siamo “consumatori consumati”, strumenti, spesso inconsapevoli, del potere e subiamo lo straniamento e la perdita.

Il video e la fotografia sono l’occhio vigile teso a cogliere elementi immediati e a fissarli in modo che si consolidino come frammenti della nostra storia, il cui ordito è spesso segnato da dicotomie. Entrambi i media si riadeguano costantemente al vissuto, preferendo alla registrazione la revisione, alla cronaca la deviazione e lo scarto. Jean Baudrillard sostiene che la contemplazione oggi è diventata impossibile. La percezione si ferma a immagini frammentate in sequenze improvvise e imprevedibili, in stimoli che agiscono in maniera surrettizia. Il video di Chiesa sul G8 tocca un argomento scottante del nostro recentissimo vissuto sociale: i fotogrammi, ripetuti in modo i ossessionante, con l’obiettivo in primo piano, quasi a voler perforare la realtà, hanno una notevole vis drammatica. Allo stesso modo i lucidi, spesso sospesi ad una struttura fissata al soffitto, sembrano costringere l’occhio ad inseguire i particolari di una storia che non si completa mai. Home project è un work in progress: l’immagine evidenzia solo dettagli, siano essi figure o oggetti di uso quotidiano. In questo modo non è mai possibile ricostruire una globalità; ci si deve necessariamente fermare e concentrare su un “momento” , peraltro decontestualizzato: pupazzi in padella, una forchetta che arrotola capelli come se fossero spaghetti, braccia che si incrociano nell’impossibilità di indicare una direzione sicura. Si tratta in ogni caso di una fotografia che effettua operazioni extraterritoriali, il cui linguaggio mira a decostruire l’esistente, utilizzando anche la rielaborazione mediante il computer, che consente di enfatizzare marginalità e obliquità.

La preoccupazione tematica viene affrontata da diversi punti di vista, complementari: l’io insegue la realtà, gli oggetti reificati sfuggono al suo controllo, la spazio esteriore lotta contro l’interiorità soffocata. Il conflitto entra nel vivo delle tensioni etiche e sociali e cerca di riportare a galla il gusto per la progettazione. “Il mondo è un progetto” afferma Sartre. Ma lo è ancora, oggi? O piuttosto il nostro io ci è stato revocato, e a noi è rimasta solo la coscienza dolorosa dell’impossibilità, di comunicare realmente se non attraverso codici meccanici che seguono schemi ripetitivi?

Tiziana Conti

Eleonora Chiesa ha 23 anni, vive e lavora a Genova.

Palazzo Ducale
p.zza de Ferrari, Genova

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