Palazzo delle Esposizioni
Roma
via Nazionale, 194
06 39967500
WEB
Tre mostre
dal 8/4/2010 al 10/7/2010
Dom, mart, merc e giov 10-20. Ven e sab 10-22.30

Segnalato da

Sara Lombardini




 
calendario eventi  :: 




8/4/2010

Tre mostre

Palazzo delle Esposizioni, Roma

La mostra 'La Natura secondo de Chirico', curata da Achille Bonito Oliva e' costruita su base tematica e intende mettere a fuoco il rapporto dell'arte di de Chirico con la categoria fisica e filosofica del naturale. Essa comprende circa 120 dipinti articolati in 7 sezioni in un percorso concettuale ricco e suggestivo. Palaexpo festeggia Mimmo Jodice nel cinquantenario della sua produzione artistica, con una retrospettiva dedicata al suo percorso artistico. La mostra racconta cronologicamente la ricerca artistica del fotografo, le suggestioni che l'hanno ispirata e i temi che ne hanno animato gli scatti. Inoltre il Palazzo delle Esposizioni presenta l'installazione di Giulio Paolini intitolata 'Gli uni e gli altri. (L'enigma dell'ora), appositamente ideata per questa occasione espositiva e in rapporto ideale con la mostra di Giorgio de Chirico.


comunicato stampa

La Natura secondo de Chirico
a cura di Achille Bonito Oliva

A conclusione delle celebrazioni dechirichiane del 2008-2009 e in corrispondenza del centenario della Metafisica, Palazzo delle Esposizioni dedicherà al grande maestro italiano un’importante mostra curata da Achille Bonito Oliva.

L’esposizione presenterà una rassegna di opere provenienti dai più importanti musei d’arte moderna del mondo (MoMA, Tate, Musée d’Art Moderne de Paris, Osaka Museum of Modern Art, MART-Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) integrandole con una selezione dei capolavori più significativi della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Essa comprenderà circa 120 dipinti articolati in sette sezioni distribuite, in un percorso concettuale ricco e suggestivo, nelle sette gallerie ad aula situate ai lati della Rotonda, cuore e perno degli spazi espositivi di Palazzo delle Esposizioni.

Concepita come occasione di un nuovo slancio critico ed ermeneutico piuttosto che come una tradizionale retrospettiva, la mostra è costruita su base tematica e intende mettere a fuoco il rapporto dell’arte di de Chirico con la categoria fisica e filosofica del naturale; un rapporto che – pur risolto in modi di volta in volta diversi e originali – sottende l’intera vicenda creativa del maestro, dagli esordi simbolisti fino alle regressioni neometafisiche degli ultimi anni.

Nell’arte di de Chirico l’iconografia del naturale trascende se stessa, perennemente investita da interferenze concettuali che ne trasformano le valenze realistiche in direzione di uno straniamento psicologico, misterioso e surreale, strettamente riconducibile all’etimo stesso di Metafisica (meta = oltre, physiká = ciò che è naturale). Che sia ricondotta a un’armonia primigenia (come nei paesaggi mitologici) o esaltata come apparizione poetica (nelle celebri “vite silenti”), trasfigurata nell’allucinazione urbana delle Piazze d’Italia o rinnegata nelle algide geometrie plastiche dei manichini e degli automi, l’Idea di Natura rimane per l’artista un riferimento poetico costante, anche quando problematico, paradossale o, appunto, silente.

In de Chirico, lo sguardo sul naturale non approda mai a soluzioni naturalistiche ma genera piuttosto un’incessante attitudine interrogativa. La Natura, intesa come Cosmos ordinato o come Caos, chiede infatti che le si risponda, che il pittore suggerisca – attraverso l’evocazione poetica – una possibile soluzione all’enigma del suo apparire; ed è questo, in fondo, l’inesausto compito che Giorgio de Chirico si assume per tutti i lunghi anni della sua storia d’artista.

Le sezioni della mostra

1 Natura del mito
Nella prima sezione saranno accostati quei dipinti in cui la Natura, trasfigurata in chiave mitica, è intesa come scenario di archetipi universali. Le figure mitologiche evocate nei dipinti di questa sezione (Apollo, Minerva, Esculapio, Orfeo, Arianna) assurgono a simboli della cultura intesa come grande forza civilizzatrice, vittoriosa sul disordine della natura

2 Natura dell’ombra
Lo spazio urbano, nella pittura di de Chirico, è determinato – con uguale peso – tanto dai volumi architettonici raffigurati, quanto dalle ombre rigide e irreali che presenze architettoniche esterne all’inquadratura proiettano sul suolo, raffigurato come puro piano geometrico. L’artista si fa anticipatore di audaci sperimentazioni costruttive, straordinario architetto di città allucinate e assurde. L’architettura inventata di de Chirico definisce anche uno spazio dell’assenza, un luogo puramente mentale in cui la Natura è relegata in un “altrove” metafisico che non si rivela mai.

3 Natura da camera
Di nuovo uno scambio, all’interno dell’opera dechirichiana, tra naturale e artificiale: viene qui tematizzato quello speciale cortocircuito che l’artista innesca accostando le categorie disomogenee dell’universale e del contingente, dell’eternità e della storia: elementi naturali collocati ad absurdum nei contesti determinati dall’ordine della civiltà o, all’opposto, vestigia di civiltà che fluttuano entro scenari naturali, mitici e primordiali.

4 Anti-natura
Qui l’ambivalenza tra naturale e artificiale si sposta da strutture inanimate al corpo umano. Prodotto di un mondo segnato dalla corsa tecnologica, i corpi – nei dipinti di questa sezione – tendono a diventare oggetti dall’identità oscillante, organismi intermedi, entità anti-naturali. L’artista dà vita ai suoi manichini e automi, che appaiono come sperimentazioni cyborg ante-litteram.

5 Natura delle cose
Sezione dedicata a tutte quelle costruzioni, caratteristiche dell’opera di de Chirico, intermedie tra il naturale e l’artificiale: macchine “metafisiche”, ibridi assemblaggi di elementi che, partendo da strutture culturali e storiche della nostra civiltà, assurgono al valore di totem contemporanei.

6 Natura aperta
“Natura aperta”, ovvero squadernata nei suoi elementi primordiali. I materiali costitutivi della natura e le regole che li governano sono smontati, riorganizzati e rifondati attraverso l’arte di de Chirico: aria, fuoco, terra e acqua compongono una ricetta dell’universo modellata dall’artista.

7 Natura viva
In quest’ultima sezione, viene affrontato il tema, caro a de Chirico, dell’arte che “vivifica” – in senso letterale – la natura. Il genere pittorico storicamente indicato col nome di “natura morta” viene ripreso capovolgendone il senso e il significato, che diventa quello di “vita silente”: l’arte in quanto forza creatrice restituisce alla natura la sua vitalità primigenia. La vita interna dell’oggetto, la sua vita silente, magnificata dall’artista, si risveglia ed entrando in relazione dinamica con il paesaggio in cui è inserita diventa soglia tra mondo reale e metafisico.

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Mimmo Jodice
a cura di Ida Gianelli e Daniela Lancioni

Palaexpo ha scelto di festeggiare Mimmo Jodice nel cinquantenario della sua produzione artistica, allestendo una ricca retrospettiva dedicata al suo percorso artistico, inteso come mezzo per raccontare uno degli strumenti d'arte più usati al giorno d'oggi: la fotografia.

Nessun'opera fotografica più di quella creata da Mimmo Jodice, infatti, si presta per esemplificare la versatilità di questo linguaggio artistico e la sua varietà espressiva. La mostra si compone di ben sette sezioni, che raccontano cronologicamente la ricerca artistica del fotografo, le suggestioni che l'hanno ispirata e i temi che ne hanno animato gli scatti.

Sperimentazioni e Figure del sociale sono le prime due sezioni, dedicate alla produzione realizzata dagli inizi degli anni Sessanta fino alla fine degli anni Settanta. Sperimentazioni raccoglie gli esiti dell'incontro tra la fotografia ed altre tecniche (quali collage, interventi grafici e sovrapposizioni) a cui si affianca una prima esplorazione dei temi cari a Jodice (il corpo umano, gli oggetti quotidiani e il paesaggio urbano): tutta la perizia tecnica del fotografo si mostra qui già pienamente maturata.
Figure del sociale, invece, raccoglie diversi cicli di opere dedicate a raccontare il Sud attraverso alcune delle sue vicende sociali più eclatanti (dalla devozione religiosa alla condizione sociale). Le figure appaiono isolate rispetto al contesto, assumendo il significato di simboli carichi di valori comunicativi universali.

Riconsiderazioni segna una svolta precisa all'interno della produzione di Jodice: la sua fotografia diventa "metafisica": la figura umana è totalmente assente, mentre particolari, oggetti, elementi architettonici immortalano una visione sospesa tra realtà e finzione.

Le ultime quattro sezioni, prodotte dalla fine degli anni Ottanta in poi, ruotano attorno a temi ben definiti: Le città invisibili, Mediterraneo, Eden e Mare. Il paesaggio è il soggetto principale: nella prima sezione, protagonista è la città (parigi, Boston, Roma, New York, Tokyo, Mosca e San Paolo del Brasile); nella seconda l'eredità classica che ammanta ancora oggi i luoghi più importanti del Mediterraneo; nella terza invece la realtà è come trasfigurata per comunicare il paradiso celato nella vita di tutti i giorni, mentre l'ultima è dedicata al mare come specchio del paesaggio interiore dell'artista.

La mostra è stata volutamente allestita nello stesso periodo riservato all'esposizione di de Chirico: per entrambi gli artisti, la realtà non è che una materia multiforme, capace di adattarsi a tradurre in immagini ricche di simbolico significato il mutevole panorama interiore, delineato dai pensieri e colorato dalle emozioni.

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Giulio Paolini. Gli uni e gli altri (L’enigma dell’ora)
a cura di Daniela Lancioni

Tra i massimi interpreti dell'arte contemporanea, Giulio Paolini (Genova 1940) ha esordito nei primi anni sessanta ed è stato tra i protagonisti dell'Arte Povera. Da sempre concepisce l'opera d'arte come una visione vertiginosa capace di evocare un numero potenzialmente infinito di altre visioni e di abbracciare un tempo dilatato, esteso a tutta l'arte passata e futura.

A partire da Disegno geometrico del 1960, la sua prima opera conosciuta: una tela nella quale compare unicamente la squadratura geometrica anticipazione di ogni possibile immagine, Giulio Paolini persegue l'idea che ogni opera d'arte attinga a un unico, enigmatico, modello. Un pensiero, il suo, che trova rispondenza nella concezione antimoderna del grande metafisico.

Enigma, attesa, assenza, malinconia, prospettiva, sono i grandi temi sui quali Giulio Paolini dichiara la sua affinità con Giorgio de Chirico. Ne sono testimonianza alcuni dei suoi lavori storici, come quello presentato nella mostra "Campo urbano" a Como nel 1969, nel quale compare la frase Et.quid.amabo.nisi.quod.aenigma.est? (E cosa amerò se non l'enigma?), la stessa che sigla un autoritratto di Giorgio De Chirico del 1911.

La mostra al Palazzo delle Esposizioni consiste in una unica grande installazione concepita come una sorta di cosmogonia all'interno della quale sono disseminate le tracce e i frammenti dei corpi e delle nebulose che abitano l'universo, disposte in uno spazio approssimativamente ordinato come il quadrante di un orologio, enigmatico emblema di un tempo circolare, e lungo le assi di una X, simbolo dell'incognita, ma anche traccia di quella prima squadratura geometrica che continua a sovraintendere alle vertiginose visioni dell'autore. Questo nucleo si snoda al centro dello spazio, nel grande ambiente della sala 9, mentre sulla parete di fondo una serie di immagini si susseguono in dissolvenza.

Vi compaiono le figure di alcuni personaggi, in grandezza naturale, che sembrano intenti a osservare qualcosa attraverso un'ampia cornice che di lì a poco appare come vano di una porta. Queste figure "sembrano, allo stesso tempo, osservare anche noi che a nostra volta li stiamo osservando" scrive l'autore nel testo che accompagna l'opera, sussurrato in mostra e leggibile. Un testo nel quale trapela, come accade in altre sue riflessioni, l'insofferenza verso l'amplificazione del ruolo sociale dell'artista. "Un'opera per essere autentica", afferma altrove, "deve dimenticare il suo autore". Ed è a un autore diverso da sé, che lascia soprintendere il novero di immagini che si susseguono nella proiezione. I diversi modi, infatti, in cui declina il perimetro della cornice o della soglia, figure emblematiche dell'idea di variante, scorrono a partire dall'Autoritratto nudo di Giorgio de Chirico del 1942.

La mostra è accompagnata da un catalogo con testi dell'artista, di Daniela Lancioni e di Maddalena Disch.

Info e prenotazioni:
singoli e laboratori: +39.06.39967500;
gruppi: +39.06.39967450;
scuole: +39.06.39967200 (lunedì-venerdì 9-18 sabato 9-14)

Inaugurazione 9 Aprile 2010

Palazzo delle Esposizioni
via Nazionale, 194, Roma
Orari: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00
Venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30
Lunedì chiuso. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura
Il biglietto consente di visitare tutte le mostre in corso presso il Palazzo delle Esposizioni.
Intero € 12,50 - Ridotto € 10,00 fino a 26 e oltre 65 anni, insegnanti in attività, forze dell'ordine, militari, gruppi prenotati di minimo 12 persone dal lunedì al venerdì (eccetto festivi).
Scuole € 4,00 con prenotazione dal martedì al venerdì (eccetto festivi) min 12 max 25 studenti
Biglietto integrato Palazzo delle Esposizioni/Scuderie del Quirinale (valido 3 giorni dalla data di emissione)
Intero € 18,00; Ridotto € 15,00; Scuole € 6,00
CARD Palazzo delle Esposizioni (valida 365 giorni): individuale € 50,00, junior & senior € 35,00, PdE x due € 90,00, PdE x quattro € 145,00
GRATUITO bambini fino a 6 anni, giornalisti, possessori di tessera ICOM e ICCROM, un accompagnatore per ogni gruppo prenotato, un accompagnatore ogni 10 alunni, guide turistiche regione Lazio, accompagnatori turistici regione Lazio, interpreti che accompagnano le guide, disabili e invalidi (e un accompagnatore), carta per due (dal martedì al giovedì da diritto ad acquistare un biglietto intero e uno omaggio)

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