Zelle Arte Contemporanea
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Sergio Zavattieri
dal 23/4/2010 al 23/5/2010
mart-sab 17-20

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Sergio Zavattieri



 
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23/4/2010

Sergio Zavattieri

Zelle Arte Contemporanea, Palermo

The ancient romans portfolio. Nella grande wunderkammer di Zavattieri un vecchio tavolo, uno sgabello, un paio di guanti, una luce calda dritta sul tavolo, 9 ritratti di personaggi celebri, o presunti tali, d'epoca romana, scattati nel 2000 al Museo della Civilta' Romana di Roma.


comunicato stampa

In puro stile seicentesco, la grande wunderkammer di Zavattieri è ad oggi satura di mirabilia, dalla sezione naturalia con le anomalie del ciclo “Bòtanica”, passando per la sezione artificialia del più recente ciclo sugli avvistamenti UFO, sino ai preziosi reperti di “The ancient romans”.

Ad accogliere lo spettatore, un vecchio tavolo, uno sgabello, un paio di guanti, una luce calda dritta sul tavolo, 9 ritratti di personaggi celebri, o presunti tali, d’epoca romana, scattati nel 2000 al Museo della Civiltà Romana di Roma, editati e stampati solamente nel 2009 attraverso un processo di simulazione dei toni originali della stampa cyanotype, tecnica scoperta dallo scienziato e astronomo inglese John Herschel nel 1842.

“The ancient romans” è una profonda riflessione sulla natura del ritratto, ed in modo particolare sull’introduzione dell’espressione individuale di una determinata fisionomia a scapito di quella serrata unità e simmetria che regge ogni parte del corpo umano. II ritratto realistico, il cui sviluppo giunge a compimento proprio in età romana, altera la spiritualità, opponendosi a quelli che furono i canoni fondamentali dell’arte greca sino alla metà del V secolo, quando l'espressione fisionomica individuale non aveva alcun diritto di cittadinanza artistica.

La volontà, e non la capacità, di attribuire ai ritratti una marcata caratterizzazione attraversa un processo che dal deforme, da tutti quegli aspetti considerati grotteschi ed abnormi tipici della maschera apotropaíca, giunge all’individuale. Un riuscitissimo attentato ordito ai danni dell’unità stilistica.

Quella che fino ad allora era una stringatissima e logica necessità di linguaggio, muta così da organismo vivente a mero elemento iconografico tradizionale, una “locuzione fissa” da usarsi come certi schemi della decorazione architettonica, e senza memoria della sua origine. Un improbabile scollamento tra l'astrattezza del corpo nudo impersonale e il realismo fisionomico della testa.

L’esigenza dell’uomo di ricordare e far ricordare sposa la violenza del tempo, in un gioco che moltiplica la rappresentazione affrancandola dal dato biografico, identitario, divenendo pura compulsiva fascinazione per l’archiviazione di “immagini cartolina” capaci di falsare la storia.
Una storia che Zavattieri ricostruisce attraverso documenti che, in modo del tutto fallimentare, si mimetizzano trasformando il tempo in pura astrazione.

* Verso la seconda metà dell'800 la duplicazione fotografica apriva ai processi fotomeccanici la riproduzione su larga scala, proprio in quel periodo si pubblicarono in francia i primi libri illustrati sulle collezioni egizie e mediorientali. Gli album, o portfolio, sono stati i primi sostituti degli archivi per classificare i reperti archeologici reali secondo date o tipi, ma nei testi che accompagnavano le riproduzioni si affermava che le fotografie non erano semplici illustrazioni, e che il singolare punto di vista del fotografo ne conferiva una visione espressiva personale. Dal 1870, la collezione/catalogazione fotografica diventa quindi l'equivalente moderno del cabinet of curiosities. Molti dei primi fotografi (Talbot, Llewelyn, Humbert de Molard, Brébisson) ebbero da studenti grande interesse verso la scienza della classificazione, in botanica, biologia, archeologia, geologia e antropologia, per questo motivo la fotografia rappresentò da quel periodo il sistema di classificazione principale, tanto che vari musei iniziarono a far fotografare le proprie collezioni, come per esempio il British Museum con la propria collezione di busti di marmo degli imperatori romani.

* Informazioni storiche tratte da: A New History Of Photography - Editore Michel Frizot – Könemann

Inaugurazione 24 aprile 2010

Zelle Arte Contemporanea
Via Matteo Bonello n°19 / Via Fastuca n°2, Palermo
dal martedì al sabato dalle 17 alle 20
ingresso libero

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