Museo delle Memorie
Rocchetta a Volturno (IS)
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Oltre il Ponte
dal 24/4/2010 al 8/5/2010

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24/4/2010

Oltre il Ponte

Museo delle Memorie, Rocchetta a Volturno (IS)

Collettiva in omaggio a Giaime Pintor e ai caduti della resistenza. ''Che cosa credete che sia un artista? Egli e' anche un uomo politico costantemente sveglio davanti ai laceranti, ardenti o dolci avvenimenti del mondo''. (Pablo Picasso).


comunicato stampa

A cura di Tommaso Evangelista

La rassegna che presentiamo in questa sede oltre ad essere un dovuto omaggio alla figura di Giaime Pintor e ai caduti della Resistenza, cerca di considerare la resistenza come una categoria estetica parimenti valida sulla quale ragionare e sperimentare.

Non vi sono propositi stilistici comuni a legare tra loro le opere e gli artisti, bensì vi è un intento sociale, una scelta, un momento di comunanza ideologica che trasforma l’impressione, il sentire personale, la vicinanza o meno con la ricorrenza, in arte. La risposta ad un richiamo che lo stesso Picasso invocò con un messaggio nel 1937 al Congresso degli artisti americani, riferendosi alla guerra di Spagna: “In questo momento desidero ricordarvi che ho sempre creduto e credo ancora che, davanti ad un conflitto il quale mette in gioco i più alti valori dell’umanità e della civiltà, l’artista che vive e opera con valori spirituali non può e non deve restare indifferente […] Che cosa credete che sia un artista? Egli è anche un uomo politico costantemente sveglio davanti ai laceranti, ardenti o dolci avvenimenti del mondo…”. Nello stesso anno nasceva Guernica.

In che misura è possibile un’arte di resistenza? L’artista, per quanto incomprensibile possa apparire, non è mai indifferente al mondo, anzi, col suo agire cerca di dare senso al reale e alla storia; la sua, in effetti, è una forma di resistenza all’inquietudine dell’esprimere se stessi attraverso un linguaggio artistico e all’insensatezza del mondo. Il suo coinvolgimento nelle tematiche civili, pertanto, può passare anche attraverso una riflessione sui meccanismi stessi delle resistenza. Accadimenti come Auschwitz e la Shoah, ma anche gli eccidi nazifascisti che hanno caratterizzato il periodo, hanno mostrato il fallimento della cultura occidentale.

Tutta l’arte del dopoguerra, di fronte a questa palese “banalità del male” e mancanza di giudizio negli uomini, non ha potuto che esprimersi ribaltando il concetto di rappresentazione e la stessa sussistenza del senso, manifestando negativamente la prospettiva di una riconciliazione tra individuo e mondo. Gli artisti contemporanei negano il senso, secondo Adorno, in quanto mettono in questione il reale, la storia e i suoi orrori eppure, nel far questo, resistono (resistenza alla forma, resistenza al colore e alla materia, resistenza al significato) di fronte alla sempre più palese incapacità di giudizio o, come la direbbe Gillo Dorfles, “dittatura dello sgradevole”. Tuttavia rinunciare all’arte appare altresì impossibile poiché significherebbe una resa incondizionata di fronte all’insensatezza violenta del mondo. Un’arte che non fosse più testimonianza diventerebbe una vuota arte di consumo. L’arte dopo Auschwitz (e inseriamo qui anche gli avvenimenti della nostra Resistenza) è si un paradosso, ma un paradosso necessario per l’uomo e per l’artista.

Espongono:
Nino Barone / Angelo Cianchetta / Alberto D’Alessandro / Ferdinando Fedele / Ermelindo Fiore / Elio Franceschelli / Dante Gentile Lorusso / Elena Maglione / Antonella Peluso / Alessandra Peri / Michele Peri / Luca Pontarelli / Valentino Robbio / Nazzareno Serricchio / Benvenuto Succi / Antonio Tramontano / Mario Velocci.

Inaugurazione: domenica 25 aprile ore 09.30

Museo delle Memorie
via Roma - Rocchetta a Volturno (IS)

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