San Zenone all'Arco
Brescia
vicolo San Zenone, 4
030 45551
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Fabio Massimo Caruso
dal 21/5/2010 al 5/6/2010
335 1370696
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Segnalato da

Fabio Massimo Caruso




 
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21/5/2010

Fabio Massimo Caruso

San Zenone all'Arco, Brescia

Pietre angolari, una raccolta di opere pittoriche. ''Se la ricerca musicale dei Pink Floyd voleva dare alla sonorita' anche l'immagine, il mio lavoro si cura di dare musica alla pittura''.


comunicato stampa

L’ordito del vivere

E’ bello poter documentare, nello spazio concluso di una mostra, un percorso pittorico che si dipana come un racconto di serrata forza narrativa, ad esprimere la vitalità in perenne divenire del rapporto tra l’uomo - il pittore solo di fronte al mondo - e la città che assurge a Luogo, topos misterioso e scena della vita.

Già da alcuni anni Fabio Massimo Caruso conduce questa ricerca, infondendo in essa qualità personali di esuberante energia, riversate in una pittura di tesa forza gestuale, costantemente sorvegliata dall’artista e tuttavia prorompente attraverso una stratificazione di materia pittorica che, con un lungo procedimento di stesura, va a riempire completamente lo spazio. Cromie preziose, accostate con il gusto della pittura esigente, che cerca le variazioni tonali più sottili, dipanano a poco a poco trame e intrecci come tessere di un mosaico antico, geometrie misteriose al loro apparire che tracciando un percorso compongono un insieme di palpitante leggibilità.

E’ evidente una marcata sensibilità al ritmo serrato che lega gli elementi visivi, vicinissima alle sonorità della musica contemporanea, formata da moduli sonori ripetuti che reggono l’impianto generale della composizione, privilegiando l’aspetto armonico rispetto alla melodia. Coincidenza non certo casuale, che conferma la ben nota vicinanza tra le espressioni artistiche e le capacità sensoriali, e che trova una motivazione di fondo nelle parole stesse dell’artista, là dove scrive: “se la ricerca musicale dei Pink Floyd voleva dare alla sonorità anche l’immagine, il mio lavoro si cura di dare musica alla pittura”.

Certamente importante e prezioso il percorso di formazione di Caruso, artista nato ad Orvieto, da cui sembra aver assorbito come patrimonio genetico il gusto per lo sfolgorante accostamento cromatico della celebre facciata del duomo, ma diventato romano di adozione, completando in lunghi anni di apprendistato la propria formazione pittorica nello studio di Tito, vicino alla Scala Santa in San Giovanni in Laterano.
Da autentico maestro, Tito ha saputo renderlo consapevole della propria identità d’artista dandogli contemporaneamente i parametri di un equilibrio compositivo armonicamente disposto nello spazio.

Qui si pone il nodo centrale della ricerca di Caruso sul tessuto urbano, che lo porta ad abbandonare progressivamente l’ampia pennellata circolare, che aveva precedentemente caratterizzato la sua pittura, alleggerendola progressivamente (E’ in atto 1 e 2) per cedere il posto ad una frantumazione in segmenti che con i loro incroci determinano lo spazio. Nella varietà dei formati, dal piccolo pannello alla grande parete, prendono dunque forma i tessuti urbani, nell’intrico di vie come colte da una visione aerea, o nell’alzato di monumentali forme architettoniche in un singolare effetto ottico tridimensionale (E’al centro, Il filo dell’ordito, Macchina urbana clic).

Il gioco del contrasto bianco-nero, talora illuminato sapientemente da lampi di colore, fa esplodere una luminosità a tutto campo, rivelando il tessuto dinamico del luogo degli uomini, fatto di incontri, relazioni, intricati percorsi.

Altrove, la città prende gradatamente possesso della tela in modo totalizzante (Cresce la città), come per superare una diffusa sensazione di horror vacui, il disorientamento di fronte al vuoto, così presente nell’immaginario contemporaneo, così praticato nella cementificazione sistematica delle nostre città, così drammaticamente temuto e praticato ai vari livelli del vivere quotidiano. E’ forse lo spettro della solitudine, di una inesausta ricerca del pieno, di una possibile risposta al vuoto che fa paura, da colmare con trame e da sostenere con l’ordito di un tessuto robusto e vigoroso, dalle tonalità accese e solari. È in sintesi la ricerca del senso ultimo dell’essere, di qualche certezza da raggiungere, seppure con fatica. Il dinamismo percorre le strade che si disegnano cercandosi tra loro, o impennandosi improvvisamente là dove disegnano spigoli, muri portanti, quelle Pietre angolari che costituiscono la certezza, il riferimento sicuro del vivere materiale, su cui si innesta la forza simbolica di una spiritualità cui l’artista aderisce con convinzione, sorretto dal metodo della sua pittura, impostata sulla totale libertà espressiva, ma rigidamente obbediente ad una robusta disciplina interiore.

Ne deriva in molti dipinti un senso tangibile di verticalità, come se la pittura procedesse insieme all’occhio umano verso l’alto, finalmente risolta in semirette parallele che sconfinano oltre la tela cercando nuovi percorsi, come ne Il colloquio della città con la Scala Santa e Tempio, dove la sacralità dei luoghi dell’incontro uomo – Dio determina lo spazio in modo assoluto, o come in L’Architetto al lavoro, dove quella A maiuscola rivela apertamente il messaggio spirituale. Una presenza che ritorna, offrendosi allo sguardo nei coinvolgenti Piena di grazia e Come l’aurora che sorge, pareti luminose che evocano i colori dell’alba, ma ancor più la speranza di un possibile rinascere attraverso la “grazia” incarnata da bellezza e vita, non come consolante o aggraziato placebo, al contrario con la forza di una pittura sedimentata, densa di forza comunicativa.
Infine il recentissimo Pietre angolari riporta la presenza di un movimento curvilineo strettamente connesso tra i segmenti, ad aumentare la solidità di pietre destinate a reggere pesi e certezze: pare aprirsi per Fabio Massimo Caruso una nuova dimensione, attraverso il recupero di una linearità complessa e multiforme, nel cammino inesauribile verso la pacificazione interiore.
Carmela Perucchetti

Inaugurazione 22 maggio 2010

San Zenone all'arco
vicolo San Zenone - Brescia
Ingresso libero

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