Palazzo Ugolini (Facolta' di Lettere)
Macerata
Corso Cavour, 2

Francesco Roviello
dal 24/6/2010 al 5/8/2010
lun-ven 9-19
WEB
Segnalato da

Silvia Bartolini




 
calendario eventi  :: 




24/6/2010

Francesco Roviello

Palazzo Ugolini (Facolta' di Lettere), Macerata

L'ombra di Tagete. L'Universita' degli Studi di Macerata dedica un'antologica allo scultore di Casagiove: una cinquantina di opere tra sculture, stele e disegni che ripercorrono il suo lavoro dal 1979 al 2009. A cura di Roberto Cresti.


comunicato stampa

a cura di Roberto Cresti

Il Dipartimento di Scienze Storiche, Documentarie, Artistiche e del Territorio “Renzo Paci” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Macerata dedica l’antologica L’ombra di Tagete allo scultore Francesco Roviello (Casagiove, 1956): una cinquantina di opere tra sculture, stele e disegni che ripercorrono il suo lavoro dal 1979 al 2009. La mostra, curata da Roberto Cresti, avrà luogo a Macerata nell’atrio e nel giardino di Palazzo Ugolini, in corso Cavour 2, sede della Facoltà di Lettere, dal 25 giugno al 6 agosto 2010. Aperto da Lunedì a Venerdì, dalle ore 9.00 alle 19.00.

L’inaugurazione si terrà il 25 giugno alle ore 18.00 e seguiranno un’introduzione alla mostra del curatore Roberto Cresti, un intervento di Alfredo Luzi, Ordinario di letteratura contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Università di Macerata, sul tema “L’alma tellus e l’Appennino nella poesia di Paolo Volponi”, e lo spettacolo dello Sperimentale Teatro A E poi fijo ti lavo coll’acqua chiara – Maria nella tradizione popolare orale, con Maria Novella Gobbi e Fabio Bacaloni per la regia di Allì Caracciolo.

Francesco Roviello – L’ombra di Tagete
Le sculture di Francesco Roviello sembrano allinearsi lungo una strada che procede, a rovescio, dal nostro tempo verso un passato remotissimo ma ancora a noi familiare. Le stele, le urne, i cippi, che sovrastano o sostengono i musi di animali o i volti di personaggi arcaici o delle Grandi Madri mediterranee, fanno parte d’una memoria che pare provenire dai più remoti anfratti dell’Italia an-tica, etrusca e in generale preromana, mostrando un sentimento creaturale della forma intimamente e permanentemente dedito a ripercorrere i primordi dello spirito umano, trasmesso fino al nostro tempo dal mito di Tagete, puer aeternus nato dalla terra tirrena.

La categoria del ‘primitivo’ nell’arte contemporanea ha sempre, del resto, un carattere doppio ‒ come si può notare dalle sculture di Constantin Brancusi o di Arturo Martini ‒, ossia collega le consapevolezza della catastrofe dei linguaggi estetici compiutasi nella modernità al bisogno di ricominciare l’avventura della forma su basi metastoriche, al limite di un indicibile mistero. Scriveva Massimo Bontempelli (e le sue parole ben si attagliano al lavoro di Roviello): «Avendo esaurita e chiusa l’epoca romantica, ritrovato in sé l’istinto della semplicità e del naturale, il nuovo secolo chiede ai suoi poeti una sola qualità: quella di essere candidi, di saper meravigliarsi, di sentire che l’universo, e tutta la vita, sono un continuo inesauribile miracolo».
Roberto Cresti

Inaugurazione 25 giugno ore 18

Palazzo Ugolini (Facolta' di Lettere)
Corso Cavour, 2 - Macerata
Aperto da Lunedì a Venerdì, dalle ore 9.00 alle 19.00.
Ingresso libero

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