Galleria Francesca Kaufmann
Milano
via dell'Orso, 16
02 72094331 FAX 02 72096873
WEB
Adrian Paci
dal 18/9/2002 al 2/11/2002

Segnalato da

galleria francesca kaufmann


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Adrian Paci



 
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18/9/2002

Adrian Paci

Galleria Francesca Kaufmann, Milano

Sorella morte. L'artista presenta due recenti lavori realizzati appositamente per l'esposizione legati alla tematica di riflessione sulla morte e alla sua possibile interpretazione estetica. Il titolo infatti si rifa' alle parole di San Francesco d'Assisi quando, nell'ultima parte del 'Cantico delle Creature' appella la morte come 'la nostra sorella morte corporale'.


comunicato stampa

sorella morte

La galleria francesca kaufmann presenta la personale di Adrian Paci, nato nel 1969 a Shkodra in Albania.
Vive e lavora a Milano.

L'artista presenta due recenti lavori realizzati appositamente per l'esposizione legati alla tematica di riflessione sulla morte e alla sua possibile interpretazione estetica.
Il titolo infatti si rifà alle parole di San Francesco d'Assisi quando, nell'ultima parte del 'Cantico delle Creature' appella la morte come 'la nostra sorella morte corporale'.

Il primo lavoro è un video intitolato Vajtoica, ovvero piangitrice. Documenta e racconta il tentativo dell'artista di costruire un dialogo di vita con la presenza ineluttabile della morte. Adrian Paci prende spunto da una vecchia usanza delle regioni dei Balcani, tuttora praticata al suo paese, secondo la quale esiste il vero e proprio mestiere di piangere i defunti secondo norme rituali ben precise.

Il video si sofferma sulla convivenza tra pensiero estetico e momento della morte, tra possibile lieto fine' e finale tragico e inapellabile: Adrian Paci mette in scena la sua stessa morte e per l'occasione ha chiesto a una donna di piangere su di lui, sul suo corpo. Per diversi minuti la professionista del lutto piange l'artista che rimane immobile e subisce il dolore della sua morte. Poi, terminato il rito, la storia ricomincia e, come per miracolo, si assiste ad una resurrezione: Paci si rialza da terra, ringrazia la sua piangente con le sue lacrime e se ne va.

Il secondo lavoro è un'installazione dal titolo Tell me the truth composta da due immagini fotografiche e il testo che si sviluppa lungo le pareti della galleria. Il soggetto riprende una tradizionale usanza secondo la quale le tracce del caffè turco, lasciate sul fondo di una tazza, possono essere interpretate in quanto messaggio di una personale verità futura. Adrian Paci ha fotografato un tazza sporca di caffè e ha chiesto ad una donna di leggere i segni nascosti e misteriosi, dimmi la verità, appunto, come ricorda il titolo.

A differenza della prassi comune, l'interpretazione parte dalla lettura dell'immagine fotografica non più dall'oggetto della tazza che non si riconosce più, lasciando il posto a una strana immagine bianca e nera, assai simile ad un dipinto astratto informale.

Dalla volontà di ricerca della verità nasce invece un'ennesima ambiguità interpretativa. La donna è costretta, senza saperlo, a leggere l'opera stessa dell'artista, non solo i fondi lasciati dal suo caffè. La donna in questo modo non è solo medium tra la realtà e una verità esistenziale altra ma diviene intreprete di un'opera d'arte, ovvero critico d'arte. Parla però della vita, del passato e del futuro, non certo di estetica.
L'artista gioca sull'ironico paradosso che a volte la critica d'arte si impegna a parlare e scrivere del passato e del futuro di un artista come se le opere d'arte fossereo esse stesse fondi di caffè.

Adrian Paci presenta l'installazione Chiosco per la mostra inaugurale della nuova sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, 'Exit. Nuove Geografia della Creatività italiana', a cura di Francesco Bonami.

Galleria Francesca Kaufmann
via dell'Orso 16
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