Via Fabio Severo
Trieste
via Fabio Severo (angolo Foro Ulpiano)

Franco Vecchiet e Tarek Joseph Chemaly
dal 26/9/2010 al 9/10/2010
sempre visibile
040 567136
WEB
Segnalato da

Maria Campitelli




 
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26/9/2010

Franco Vecchiet e Tarek Joseph Chemaly

Via Fabio Severo , Trieste

Settimo appuntamento di Manifesti d'artista. Gli spazi d'affissione pubblicitaria si trasformano in due immagini d'arte, diversamente intense, appartenenti a due personalita' tra le piu' significative della rassegna.


comunicato stampa

a cura di Maria Campitelli ed Elisa Vladilo

Lunedì 27 settembre avrà luogo in via Fabio Severo, angolo Foro Ulpiano, alle ore 18, il VII appuntamento di “MANIFESTI D’ARTISTA”. Espongono negli impianti d’affissione pubblicitaria, formato 3m x 6m là predisposti due artisti : il triestino Franco Vecchiet e il libanese Tarek Joseph Chemaly. Quest’ultimo è proposto dal curatore Matija Plevnik di Celje (SLO) che quest’anno ha collaborato con le curatrici del progetto Maria Campitelli ed Elisa Vladilo. Il progetto, come noto, è un prodotto del Gruppo78.

I due artisti non solo sono molto diversi tra loro, ma le motivazioni che li hanno spinti a comporre le rispettive opere per Manifesti d’artista divaricano abbondantemente l’uno dall’altro.

FRANCO VECCHIET è un artista di lunga esperienza svolta in campo internazionale, che pratica i linguaggi e le tecniche le più svariate per realizzare le sue intuizioni. “Atlante personale”, questo il titolo del manifesto, è una sorta di mappa del suo quotidiano, una geografia degli accadimenti che compongono la vita di un uomo e delle emozioni che li accompagnano, le cui tracce vengono rinserrate in una griglia. Frammenti di carte, di giornali, scritture, biglietti, e quant’altro si può conservare dei propri vissuti viene composto e riabilitato in versione pittorica in questo magico mosaico della memoria. In esso i ricordi sbiadiscono, sfumano sotto gli effetti cromatici, variamente manipolati, in un procedimento del mettere e levare, nell’aggiungere colore per poi asportarlo, che rende complessa la citazione, come complessa è la vita. Ma soprattutto questo processo allontana la contingenza della citazione, sfocandola in un alveo più uniforme e universale, dove i dettagli sbiadiscono e assumono un’intonazione anticata, divengono l’affresco multiforme dell’esistenza, consegnato alla storia. E in ogni caso la visualizzazione si snoda sui sentieri della poesia.

Quanto il lavoro di Vecchiet riflette su se stesso, osservando lo scorrere della propria vita, tanto viceversa il manifesto di TAREK JOSEPH CHEMALY spazia in una proposizione generale, in una riflessione che riguarda l’oggi e il futuro proprio attraverso la pratica, diffusa in tutto il mondo, dei manifesti pubblicitari. Il titolo, una parola coniata dall’artista, “ArcheWALLogy”, indica paradossalmente un’archeologia del futuro fondata sui muri. L’artista individua nei muri delle città il luogo del racconto più attendibile della loro storia. I muri raccolgono di tutto, dai manifesti pubblicitari ai graffiti, dai ricordi personali agli slogans politici e divengono lo specchio di una comunità. E ciò accade in particolare a Beirut. Chemaly immagina il lavoro dei futuri archeologi intenti a decifrare i resti di ciò che nel tempo i muri delle città hanno assorbito. E, a mo’ di esempio, ricompone con un lavoro sofisticato i resti di un manifesto pubblicitario del 2009 che con un’offerta speciale celebrava gli 11 anni di vita di un famoso supermercato. Il manifesto misurata 10 metri, ne sono stati recuperati tre, l’artista ricostruisce il mancante concentrandolo in un manifesto di 3m x 4. Questa è la ragione per cui questo manifesto ha una misura diversa dallo standard di questa rassegna. Esportando dal Libano questo manifesto, qui a Trieste, l’artista intende enfatizzare il fatto che oggi il manifesto è un comune denominatore tra diverse culture, ferme restando le specificità di ciascuna.

Inaugurazione 27 settembre

Via Fabio Severo
via Fabio Severo (angolo Foro Ulpiano) - Trieste
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