3Dpinti - Message in a box. Nelle opere pittoriche in mostra la tela cessa di essere il semplice luogo dell'evento-rappresentazione per diventare essa stessa parte integrante dell'oggetto rappresentato.
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L'idea della mostra ha il suo punto forte nella convinzione che ci siano, oggi, ancora buoni margini di esplorazione nell'ambito dell'iperrealismo. É indubbio che il criterio guida,in questo tipo di rappresentazione artistica, abbia sempre mirato alla “verosimiglianza” più estrema: un'arte come imitazione del reale, con l'obiettivo di fare apparire vero ciò che vero non è. Con la creazione visionaria in terza dimensione di altre realtà (virtuali),anche nell'arte il confine fra reale e non reale muta e diviene, in giochi e in ambiti, d'imbarazzante reciprocità; parallelamente le definizioni in uso per descrivere i nuovi percorsi e le ricerche sin qui intrapresi, appaiono talvolta inadeguate.
Per Marica Fasoli la sfida, tecnica e concettuale, sottintende linee ed ambitidi definizione comunque e primariamente legati alla pittura e alle sue possibili contaminazioni con materiali diversi : opere pittoriche dove però la tela cessa di essere il semplice luogo dell'evento-rappresentazione per diventare essa stessa parte integrante dell'oggetto rappresentato; Lo sviluppo della mostra prevede una serie di opere per le quali l'azzeramento progressivo della percezione dell'inganno visivo, passa attraverso il sempre maggiore inganno tecnico e tridimensionale della percezione dello spettatore. Per alcune opere il profondo legame con la tradizione del trompe-loeil è evidente ed in parte voluto: vedasi alcuni elementi tipici come cordicelle, adesivi, fogliettini di carta impronte e pieghe.
Tutti elementi che compartecipano alle definizioni di piano dove trasferire e catturare l'inganno della percezione. Parallelamente lascelta della scatola è una chiara citazione al soggetto contenitore che in tempi passati è stato variamente rappresentato nei suoi innumerevoli e diversi utilizzi ; ma l'attualità del lavoro di Marica Fasoli è invece lo sviluppo tridimensionale dell'oggetto contenitore nelle sue diverse definizioni: la pittura si trasferisce dal piano pittorico al volume dipinto per l'ingannevole gioco di pretesa oggettività. La scelta progettuale sembra circoscritta alla fascinazione dell'opera in sé e per se stessa e comunque solo marginalmente intrisa di preziosismi estetici ed accattivanti.
Nell'ultima parte del progetto pittorico il distacco dalla tradizione del trompe-loeil è già avvenuto e manifesto: la tela diventa il luogo di un'azione risolta pittoricamente e parte integrante dell'oggetto tridimensionale; assistiamo ad una vera e propria contaminazione fra l'oggetto reale ed una propria componente dipinta: l'inganno si trasferisce nell'estrema difficoltà di scindere la parte reale dell'oggetto con quello altrimenti realizzato con la pittura.
Stefano Gagliardi
“...Nella pittura di Marica Fasoli l’inganno della riproduzione è la drammaturgia delle apparenze messa in scena sulla superficie della tela. L’oggetto in essa siconfonde per mezzo di una tecnica superillusionista che trova le sue matrici pittoriche nell’Iperrealismo americano di Richard Estes, Chuck Close e dei più recenti Anthony Brunelli e Robert Gniewek. Senza alcun effetto speciale da cinema 3D questi artisti hanno anticipato di un ventennio la parcellizzazione dell’immagine apportata dal digitale. Così Marica Fasoli esplora le possibilità dell’iperrealismo e la virtualità dell’immagine dipinta; la sua sintesi formale mischia bidimensionale e tridimensionale, pittura e scultura, rappresentazione e realtà. La tela acquista o perde peso insieme alla gravità fittizia dell’oggetto in essa contenuto….”
Da"Message in a box" di Luca Beatrice
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The exhibition’s idea has its starting point in the conviction that today there are still good margins to explore hyperrealism. It is undoubted that the guidance criterion, in this kind of artistic representation, has been always aiming to the most extreme “verisimilitude”: an art as reality’s imitation, with the objective to let the untrue appear true. With the visionary creation in the third dimension of further realities (virtual),even in arts the limit between real and unreal changes and achieves anembarassing reciprocity: in parallel the definitions used to describe the new paths covered today, appear to be inadequate.
Marica Fasoli’s challenge, both technical and conceptual, implies lines and fields of definition which are however primarily tied to painting and its possible contamination with different materials: painted art works in which the canvas ceases to be the simpleevent-representation place to become itself an integrant part of the representedobject.The exhibition’s development schedules a series of works for which theprogressive zeroing of the visual deceive perceiving, passes through the increasingly technical and tri-dimensional deceive of the spectator’s perception.
For some works, the deep connection to trompe-loeil tradition is evident and in some parts wanted: this is referred to some elements such as little ropes, stickers, little papers, footprints and folds. All elements sharing to define the plain on which she can transfer and capture the perception’s deceive. At the same time the choice of the box is a clear citation of the container subject which has been largely represented in the past. But Marica Fasoli’s works topicality is the tri-dimensional development of the container object in its various definitions: painting transfers from the painting plain to the painted volume following the deceptive play of claimed objectivity. The planning choice seems to be limited to the fascination of the art work itself and for its own and however only marginally imbued with aesthetic and engaging preciousness.
In the last part of the project, the detach form the trompe-loeil tradition has taken place and shown: canvas becomes the place of a pictorially resolved action and an integrant part of the tri-dimensional object; we observe a true and practical contamination between real object and its painted proper component: deceive transfers to the extreme difficulty of dividing the real part of the object from the one realized with painting.
Stefano Gagliardi
"...In Marica Fasoli’s painting, the deceipt of reproduction is the dramaturgy ofappearances staged on the surface of the canvas. The object within it is confused by a super-illusionist technique which finds its pictorial matrices in the American Hyperrealism of Richard Estes, Chuck Close and the more recent Anthony Brunelli and Robert Gniewek. Without any 3D special effects, these artists anticipated the compartmentalisation of the image brought by digital technology by about twenty years. In this way Marica Fasoli explores the possibilities of hyperrealism and the virtual nature of the painted image; its formal synthesis blends 2D with 3D, painting with sculpture, representation with reality. The canvas gains or loses weight together with the fictitious gravity of the object contained within it..." From"Message in a box" by Luca Beatrice
Inaugurazione Mercoledi 29 Settembre 2010, ore 18
Museo Fondazione Luciana Matalon
Foro Bonaparte 67, 20121 Milano
Orario Martedi-sabato, 10 - 19
Ingresso Libero