GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Bergamo
via San Tomaso, 53
035 399528 FAX 035 236962
WEB
Tre Mostre
dal 4/10/2010 al 13/2/2011
mart-dom 10-19, giov 10-22, lunedi' chiuso

Segnalato da

Manuela Blasi



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Audio intervista:
Alessandro Rabottini



 
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4/10/2010

Tre Mostre

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo

'Il museo privato. La passione per l'arte contemporanea nelle collezioni bergamasche', curata da Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini, presenta una selezione delle opere acquisite dai collezionisti del territorio tra il 1980 e il 2010. La mostra 'Le rappel des oiseaux' di Latifa Echakhch e' parte del programma espositivo Eldorado dedicato ad artisti emergenti sulla scena internazionale. Attraverso diversi mezzi espressivi Echakhch esplora le dimensioni dell'identita' individuale e collettiva, i sentimenti di appartenenza e sradicamento. Infine, in collaborazione con il Centre Georges Pompidou di Parigi, GAMeC presenta una selezione di opere video di Igor e Svetlana Kopystiansky. La loro indagine sulla natura dei linguaggi e dei media che si basano sulla registrazione dello scorrere del tempo tocca temi come la memoria, la fragilita' e l'inconscio.


comunicato stampa

IL MUSEO PRIVATO. LA PASSIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA NELLE COLLEZIONI BERGAMASCHE
A cura di Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini

Dedicare una mostra al collezionismo d’arte contemporanea della città di Bergamo e del suo territorio, a vent’anni dall’apertura della GAMeC, significa esplorarne le ‘potenzialità nascoste’ e scoprirne l’inaspettata ricchezza.

La mostra – curata da Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini - intende presentare quanto e in che modo il quadro culturale della città si sia sviluppato dal 1991, anno di apertura della GAMeC, attraverso una selezione delle opere d’arte contemporanea acquisite dai collezionisti di Bergamo e del suo territorio tra il 1980 e il 2010; si propone inoltre di aggiornare la ricerca su quell’arte che ha dato il meglio di sé, a partire dalla fine anni Sessanta con le correnti dell’Arte Povera e Concettuale prima e della Transavanguardia poi, per passare alla fine della modernità e al successivo postmodernismo.

In tal modo si intende evidenziare le ragioni di fondo che ispirano le scelte e la visione del collezionista, figura illuminata che si dedica all’arte con passione, dedizione e generosità. Le collezioni d’arte contemporanea del territorio bergamasco riuniscono numerose opere di grande qualità, in moltissimi casi veri e propri ‘pezzi’ da museo che non sono mai stati esposti in pubblico. Un’occasione unica per ammirare un patrimonio di oltre 150 opere altrimenti inaccessibili.

Saranno presenti, tra molti altri, artisti quali A12, Marina Abramovic, Getulio Alviani, Francis Alys, John Armleder, Matthew Barney, Gabriele Basilico, Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Sophie Calle, Maurizio Cattelan, Mario Cresci, Enzo Cucchi, Roberto Cuoghi, Elmgreen & Dragset, Regina Galindo, Gilbert & George, Damien Hirst, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Barbara Kruger, Margherita Manzelli, Thomas Mapplethorpe, Paul McCarthy, Mario Merz, Bruce Nauman, Shirin Neshat, Adrian Paci, Gina Pane, Giulio Paolini, Pino Pascali, Yan Pei Ming, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti, Giuseppe Uncini, Sislej Xhafa, Jang Zhi, Gilberto Zorio. Bergamo è un importante punto di riferimento nel campo del collezionismo, anche per la relazione che le pubbliche istituzioni hanno saputo tessere con esso e di cui l’Accademia Carrara e la GAMeC sono i simboli per eccellenza.

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ELDORADO
LATIFA ECHAKHCH
LE RAPPEL DES OISEAUX
A cura di: Alessandro Rabottini

La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista marocchina Latifa Echakhch (1974, El Khnansa, Marocco. Vive e lavora a Martigny, Svizzera.

La mostra ‘Le rappel des oiseaux’ è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi del museo.

La mostra è realizzata in collaborazione con il FRAC Champagne-Ardenne di Reims, dove è stata presentata lo scorso aprile; tuttavia, il progetto complessivo dell’esposizione – come accade sempre nel lavoro di Echakhch – è stato ripensato in stretta relazione con lo spazio espositivo della GAMeC.

Attraverso un’estrema varietà di mezzi espressivi che spaziano dall’installazione al video, dalla pittura alla fotografia, Latifa Echakhch esplora le dimensioni dell’identità individuale e collettiva, il concetto di cultura e i sentimenti di appartenenza e sradicamento. Le sue opere sono realizzate a partire da oggetti comuni, che l’artista presenta come tali o dopo averli modificati attraverso azioni semplici: aste per bandiere esposte senza bandiere, tappeti per preghiera il cui interno è stato ritagliato e di cui resta solo il bordo, cartine geografiche accartocciate come fossero piccoli emisferi, microfoni privati del meccanismo di amplificazione.

Ma all’economia dei mezzi che caratterizza il linguaggio artistico di Latifa Echakhch corrisponde un’altrettanto radicale potenza espressiva: le sue, infatti, sono metafore sobrie ma estremamente intense, in grado di evocare una condizione umana universale, ossia la posizione del singolo di fronte alla storia, alla memoria, alla politica e alla religione. Tutto il lavoro di quest’artista riconduce alla dimensione della soggettività e dell’esperienza individuale i grandi temi del mondo contemporaneo: la violenza dei fondamentalismi nazionalisti e religiosi, le ricadute nel presente del passato colonialista, le implicazioni nella quotidianità dell’ideologia modernista. Nelle opere di Echakhch ciò che un tempo era grandioso e monumentale si presenta oggi come un residuo o una rovina, mentre i simboli ancora in grado di muovere le coscienze collettive sono decostruiti e presentati nella loro fallibilità.

La matrice concettuale che sta alla base della pratica artistica di Latifa Echakhch si accompagna a una spiccata sensibilità poetica. Se sul piano formale l’artista fa spesso riferimento all’Arte Minimalista, Concettuale, Processuale e all’Arte Povera, questi stessi rimandi sono trasformati attraverso un utilizzo insieme lirico e critico di tutta una serie di simboli e oggetti che rimandano a specifici contesti culturali, sia orientali che occidentali.

Al cuore del lavoro di Echakhch c’è un’azione di sottile corrosione di tutto ciò che è percepito come immutabile e al di fuori dello scorrere del tempo e della dialettica storica e che, inevitabilmente, riposa al cuore dei conflitti: i concetti di integrità nazionale e di identità culturale come mitologie della purezza, le contrapposizioni ideologiche e le convinzioni assolute sul destino politico e religioso dell’uomo. In occasione di questa sua prima presentazione istituzionale in Italia, Latifa Echakhch incontrerà il pubblico il 6 ottobre 2010 alle ore 19.00 presso la sede dell’Istituto Svizzero a Milano, in Via Vecchio Politecnico 3.

L’artista introdurrà le tematiche principali del suo lavoro in conversazione con Salvatore Lacagnina, Responsabile Artistico dell’Istituto Svizzero, e con Alessandro Rabottini, Capo Curatore della GAMeC. La mostra sarà documentata da un catalogo monografico edito da JRP I Ringier e che uscirà nella seconda metà del 2011. Il libro costituirà la prima monografia completa dedicata all’artista, e sarà realizzato in collaborazione con la Kunsthalle Fridericianum di Kassel, il Kunstverein di Bielefeld e il FRAC Campagne-Ardenne di Reims, tutte istituzioni internazionali che hanno ospitato recentemente mostre personali dell’artista.
La mostra è realizzata con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura.
Si ringrazia l’Istituto Svizzero di Roma per la preziosa collaborazione.
La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.

Latifa Echakhch è nata nel 1974 a El Khnansa in Marocco, vive e lavora a Martigny in Svizzera. Sue mostre personali sono state ospitate dal MACBA di Barcelona e dal FRAC Champagne-Ardenne di Reims nel 2010; dallo Swiss Institute di New York, dal Bielefelder Kunstverein e dalla Kunsthalle Fridericianum di Kassel nel 2009; dalla Tate Modern di Londra nel 2008 e da Le Magasin di Grenoble nel 2007. Ha inoltre esposto in istituzioni e manifestazioni internazionali come la Kunsthalle Basel, la Biennale di Lione, la Kunsthaus Zürich, MANIFESTA 7, la Mucsarnok-Kunsthalle di Budapest, il San Francisco Institute of Art e lo Sculpture Center di New York.

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IGOR E SVETLANA KOPYSTIANSKY
OPERE VIDEO

La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione con il Musée national d'art moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi, è lieta di presentare una selezione di opere video di Igor e Svetlana Kopystiansky.

Igor e Svetlana Kopystiansky sono una coppia di artisti concettuali che, dal 1988, vive e lavora a New York, realizzando opere sia individualmente che in collaborazione.
Concentrandosi soprattutto su mezzi come la fotografia, il video e la dia-proiezione, Igor e Svetlana Kopystiansky hanno sviluppato negli anni un corpus di lavori che unisce poesia del quotidiano e rigore concettuale. La loro indagine sulla natura dei linguaggi e dei media che si basano sulla registrazione dello scorrere del tempo – come, appunto, il video, il cinema e la fotografia – oltrepassa i limiti di una ricerca puramente formale e riesce a toccare temi come la memoria, la fragilità dell’esistenza umana e l’inconscio.

Per la prima volta in Italia sarà possibile ammirare una selezione di opere video dei due autori, legate tra loro dal tema dell’immagine cinematografica e raccolte in un programma concepito appositamente per l’occasione.

Le opere in mostra sono il frutto di un metodo di lavoro che riesce a coniugare una profonda conoscenza teorica – nel caso specifico della storia del cinema – con una spiccata attitudine poetica. Immagini e sequenze tratte da capolavori di Alfred Hitchcock, Michelangelo Antonioni, Ingmar Bergman e Jean-Luc Godard sono estrapolate e modificate, con lievi accorgimenti tecnici, con il risultato di svelarne una dimensione nascosta. Come in tutto il loro lavoro, ciò che a un primo sguardo appare già conosciuto e familiare è visto sotto una luce nuova e inattesa.

Il video dal titolo Black and White (2008) è realizzato a partire da un breve frammento del film Persona che Ingmar Bergman realizzò nel 1966. Alcuni minuti del girato di Bergman sono dapprima mostrati nella forma originale del film ma, quando la sequenza termina, le stesse immagini scorrono secondo una direzione temporale opposta. Se il film di Bergman è un’indagine profondamente psicologica resa attraverso il confronto serrato tra le due protagoniste della pellicola (Liv Ullmann e Bibi Andersson), l’opera dei Kopystiansky riprende la tematica del “doppio” e la traspone sull’immagine stessa, che viene sdoppiata nella sua linearità temporale.

La seconda opera in mostra I Knew Edwards only Slightly (2009) prende invece in prestito una scena del film di Alfred Hitchcock Io ti salverò (in originale Spellbound, del 1945). Vediamo la stessa sequenza – di cui è protagonista Ingrid Bergman – più volte, alternativamente in positivo e in negativo, mentre nei momenti di passaggio tra uno stato e l’altro lo schermo diventa gradualmente grigio fino a cancellare l’immagine stessa. Anche in questo caso si tratta del film più psicologico e onirico di Hitchcock, in cui il regista indaga non soltanto l’ambiente della psicanalisi ma anche i meccanismi del sogno, del trauma, dell’amnesia e del ricordo. Nel lavoro di Igor e Svetlana Kopystiansky le immagini del film emergono e scompaiono in modo ciclico, evocando in questo modo i confini incerti della memoria.

Fiction Double (2008) consiste nella versione ridotta a 20 minuti di un lavoro più lungo, in cui gli artisti hanno utilizzato per intero il film Breathless che Jean-Luc Godard realizzò nel 1960, co-protagonisti Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg (nella versione italiana Fino all’ultimo respiro). La pellicola di Godard viene riproposta integralmente, sovrapponendone però due versioni che scorrono in modo opposto: una dall’inizio alla fine del film e l’altra al contrario, dalla fine all’inizio. In questo modo l’intera pellicola appare come sdoppiata e, solo alla metà del film, accade che un singolo fotogramma sia perfettamente visibile, perché coincide con l’unico momento in cui i due flussi di immagini si sovrappongono.

L’ultima opera in mostra è Speak when I have nothing to say (2009), in cui il film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1962) è fatto oggetto di appropriazione e ri-editato. L’opera consiste in un montaggio di alcune scene del film, scelte tra quelle in cui i protagonisti Monica Vitti e Alain Delon recitano senza scambiarsi una parola. Alcune scene appaiono più di una volta, in differenti lunghezze. Speak when I have nothing to say è una sorta di versione accorciata e silenziosa del film originale, un tributo alla capacità di Antonioni di scavare nella psicologia dei personaggi indagando il silenzio come dimensione dell’incomunicabilità e della solitudine esistenziali.

La mostra è realizzata in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi.

In occasione della mostra, giovedì 21 ottobre gli artisti incontreranno il pubblico in una conversazione con Philippe-Alain Michaud, Film Curator al Centre Pompidou per illustrare, a partire dalle opere in mostra, le tematiche principali della loro opera. La conversazione sarà moderata da Giacinto Di Pietrantonio, Direttore della GAMeC.

Mercoledì 29 dicembre alle ore 21 presso l’Auditorium Piazza della Libertà avrà luogo la proiezione del film Fino all'ultimo respiro (À bout de souffle) di Jean-Luc Godard, organizzata da Lab80 in collaborazione con GAMeCinema nell’ambito di una rassegna dedicata ai 50 anni del Laboratorio 80. Presentando il biglietto della mostra si ha diritto all’ingresso ridotto (4 euro).

PERCORSI GUIDATI GRATUITI E "VISITE ISPIRATE"

Percorso guidato gratuito alle mostre in corso per adulti + laboratorio per bambini.
Domenica 24.10 ore 10:30
Visita ispirata alla mostra "Il museo privato. La passione per l'arte contemporanea nelle collezioni bergamasche" + laboratorio per bambini
Sabato 27.11 ore 15:00
Visita ispirata alla mostra "Il museo privato. La passione per l'arte contemporanea nelle collezioni bergamasche"
Giovedì 16.12 ore 20:30
Bambini: ingresso e laboratorio gratuiti.
Adulti: ingresso ridotto; gratuita la visita, sia ispirata che guidata.

VISITE GUIDATE SINGOLI

Visita guidata in italiano 70 Euro
Visita guidata in lingua straniera 85 Euro
Diritto di prenotazione per tutti i gruppi, con o senza guida: 1 Euro a persona

VISITE GUIDATE SCUOLE

Visita guidata in italiano 50 Euro
Visita guidata in lingua straniera 65 Euro
Diritto di prenotazione: 5 Euro a gruppo

Manuela Blasi - Area Comunicazione GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Tel. +39 035 270272 Fax + 39 035 236962 manuela.blasi@gamec.it

Immagine: Latifa Echakhch’s, Erratum, 2004, Installation at The Studio Museum in Harlem

Inaugurazione: 5 ottobre 2010, ore 18.30

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
via San Tomaso, 53 - Bergamo
ORARI: lunedì chiuso, da martedì a domenica: 10 - 19, giovedì: ore 10 - 22
INGRESSO Intero: 6 Euro, Ridotto: 4 Euro

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