Infinite Eye. Nell'ultimo periodo l'artista ha raccolto alcuni scritti nel libro 'Sowing Calendar', nel quale viene svolta un'analisi della spazialita' e del tempo partendo dai riti agrari e dal ritmo nelle decorazioni popolari, fino a giungere alle relazioni di reciprocita' fra gli oggetti e lo spazio espositivo. La mostra prosegue la riflessione su questi temi e cerca di andare alla radice analizzando il concetto di spazio interno e di spazio stabilito.
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Nell'ultimo anno Luca Francesconi (Mantova, 1979) ha raccolto alcuni
scritti nel libro “Sowing Calendar”, nel quale viene svolta
un'analisi della spazialità e del tempo partendo dai riti agrari e dal
ritmo nelle decorazioni popolari, fino a giungere alle relazioni di
reciprocità fra gli oggetti e lo spazio espositivo, comparando le
opere d'arte a forme medie e la loro genesi al processo preconscio
all'origine della parola.
La mostra presso la galleria Fluxia prosegue la riflessione su questi
temi e cerca di andare alla radice analizzando il concetto di spazio
interno e di spazio stabilito, condizioni necessarie perchè un ente
possa manifestarsi. Ogni opera, all'origine, non può essere se non in
uno spazio ed il silenzio è l'unica condizione di assenza,
disponibilità fertile perchè qualcosa accada essendo il vuoto una
falsità fisica.
L'artista cerca dunque di sottolineare l'importanza della forma
dimensionale in cui l'opera d'arte si sviluppa e lo fa con un
approccio antropologico. Le opere prendono le mosse dalle similitudini
presenti nei vasi cinerari preistorici nell’intento di riprodurre
l'utero femminile, anch'esso spazio interno in cui ha inizio l'uomo.
Nella tecnica di lavoro dell'artista i materiali costituiscono la
prima chiave di lettura dell'opera, ne rappresentano il campo
semantico e partecipano al significato. Anche in questa mostra
Francesconi propone alcune forme sottratte alla deriva dei fiumi,
dove la forza della natura ed il tempo attuano un'azione simile a
quello che la gomma svolge nel processo di duplicazione della tecnica
a cera persa, insinuandosi dettagliatamente in ogni spazio e
gravandolo, così da far diventare il tempo qualcosa di
“tangibile” ed empirico. Le porosità del legno (riprodotto questa
volta in ottone - materiale cromaticamente reattivo) diventa la
parte convessa del tempo perchè gli spazi interni delle opere sono
originariamente prodotti dalla spinta continua che l'acqua ha svolto
su di essi.
Lo spirituale è presente in forma latente in quanto Francesconi vuol
dimostrare una sostanziale unità tra antropologia e sacro, tra
spazialità e Dio, tra la capacità di stabilire una cosa solo e
soltanto se esiste una dimensione che la possa contenere, facendo
decadere tutto in una rigida limitatezza. Anche l'Universo, iniziato
con un'esplosione successiva ad una condizione di silenzio e
attualmente in costante accelerazione espansiva, risulta pur sempre
delimitato in quantità finite.
La mostra si propone di riflettere sul quel remotissimo inizio
generato da una causa non delimitabile che come Occhio Infinito
procede in un tempo lineare – unica opera creata senza necessità di
uno spazio preesistente.
LUCA FRANCESCONI born in Mantua, 1979. Lives and works in Milan and
Paris.
Solo exhibitions (selection): 2010 - Occhio Infinito, Fluxia, Milan.
2009 - Present/Future Illy Prize, winner, Artissima 16, Turin, curated
by Aurélie Voltz; Calendario delle Semine, Umberto Di Marino, Naples.
Group exhibitions (selection) : 2010 - Galerie Chez Valentin, Paris,
with Benoit Maire, Navid Nuur, Matthew Smith, curated by Philippe
Valentin; 21x21: 21 artisti per il 21° secolo, Sandretto Re Rebaudengo
Foundation, Turin, curated by Francesco Bonami. 2009 - Spy numbers,
Palais de Tokyo, Paris, curated by Marc-Olivier Wahler; L' Immagine
sottile, Galleria Comunale d' Arte Contemporanea, Monfalcone (GO),
curated by Andrea Bruciati. 2008 - Chateau de Tokyo, Palais de Tokyo,
Parigi, a cura di Marc-Olivier Wahler; AssociazioneVianuova, Firenze,
with Mario Airò, Gyan Panchal, Pawel Althamer, Jason Dodge, curated by
Lorenzo Bruni. 2007 - L'Homme Nu 3/3, Maison Populaire, Montreuil,
Paris, curated by Aurélie Voltz.
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Over the last year, Luca Francesconi (Mantua, 1979) has written a
number of pieces for “Sowing Calendar”, which analyses spatiality
and time, starting from agricultural customs and the cadence of
popular decoration, all the way through to the reciprocal
relationships between objects and the exhibition space, comparing
works of art to intermediate forms and their genesis as a preconscious
process of the word.
The exhibition at Fluxia gallery continues to explore these themes,
going to the roots, analysing the concept of internal space and
established space, the necessary conditions that allow an entity to
manifest itself. Originally, all works cannot be unless they exist in
space and silence, for it is only the condition of absence, fertile
availability, which allows something to occur, a true vacuum being a
physical falsity.
Therefore, the artist aims to underline the importance of the
dimensional form in which a work of art develops, and he does so using
an anthropological approach. The works are inspired by the
similarities found in prehistoric cineraria, which reproduce the
female uterus, an internal space from where man originates.
In the working techniques of an artist, the materials are the first
interpretational key of the work, they represent the semantic field
and are an integral part of the meaning. In this exhibition,
Francesconi also proposes several forms found drifting in rivers,
where the forces of nature and time have an action akin to that of a
rubber cast during the lost-wax technique, heavily inserting itself,
in minute detail, into every space, so that time becomes ‘tangible’
and empirical. The porosity of wood (this time reproduced in brass –
a chromatically reactive material) becomes the convex element of time,
because the internal spaces of the works are originally produced by
the continual effects that water had upon the same.
The spiritual aspect is latently present, in so far as Francesconi
wants to demonstrate the substantial unity between the anthropological
and the sacred, spatiality and God, the ability to establish one thing
only, and only if a dimension that can actually contain it exists,
making everything fall into a rigid state of limitation. Even the
universe, which originated from an explosion following a condition of
silence, is currently in constant accelerating expansion, although it
would appear that it is delimited in finite quantities.
The exhibition invites to reflect upon that remote beginning generated
by a delimited cause, which like the Infinite Eye proceeds upon a
linear timeline – the only work that does not require a pre-existing
space.
Inaugurazione mercoledì 6 Ottobre 2010, ore 19
Fluxia
via Ciro Menotti, 9 Milano
hours: mart - sab 15-19 e su app.
ingresso libero