Della Pina Arte Contemporanea
Pietrasanta (LU)
piazza Duomo, 11
0584 792871 FAX 0584 792871
WEB
Elena Arzuffi
dal 8/10/2010 al 10/11/2010
gio-dom 16-20
0584 792871, 328 8375423

Segnalato da

Emanuela Betti



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Elena Arzuffi
Emanuela Betti



 
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8/10/2010

Elena Arzuffi

Della Pina Arte Contemporanea, Pietrasanta (LU)

Misura d'incertezza. La personale dell'artista presenta video, fotografie, disegni e installazioni: frutta, verdura, piccoli utensili da cucina, vasetti di fiori confezionati e giocattoli di vario tipo sono i soggetti 'banali' delle sue opere.


comunicato stampa

Elena Arzuffi espone per la prima volta presso la Galleria Della Pina di Pietrasanta, in una personale dal titolo Misura d’incertezza in cui presenta video, fotografie, disegni e installazioni.

Un mondo altro, parallelo a quello della verità degli oggetti in cui siamo immersi, sembra volersi imporre a luogo d’elezione sia estetica che affettiva dell’artista, come se una dimensione di sogno fosse in agguato, e dunque pronta a imporsi non appena la si voglia ammettere entro il proprio orizzonte di pensiero, non appena si sia disposti a “scorgerla” dietro quella realtà insignificante che la nostra vita di membri di una civiltà del consumo giunta al tramonto ci propone con inesausto effetto depressivo. E si può ipotizzare che proprio in questo risieda il fascino delle immagini – sia fotografiche sia videografiche – che la Arzuffi ci propone: esse vengono a indicare in modo sottile e quasi subliminale una via di scampo, inattese “soluzioni” all’impoverimento spirituale ed estetico che il contesto in cui ci muoviamo – con il suo tripudio di prodotti artificiosi e di “merci” inutili – determina su di noi.

Nelle foto e nei video di Elena Arzuffi il soggetto rappresentato gioca un ruolo di primaria importanza, e lo gioca proprio in quanto soggetto banale, risaputo e consueto, perfino ovvio... e per chiunque guardi quelle immagini, “quotidiano”. Nelle fotografie compaiono frutta, verdura, piccoli utensili da cucina, vasetti di fiori confezionati a mo’ di regalo del supermercato, giocattoli di vario tipo... Ma la nitidezza e la pulizia estrema delle visioni ottenute, insieme all’allestimento dei modelli in “nature morte” di luminosità e compostezza olandesi, in altre parole la potenza dello sguardo formale che si deposita sugli insiemi oggettuali per farli vivere, determina esiti espressivi che hanno qualcosa di irreale e – anche a prima vista – di inesplicabile. Gli oggetti sono come estrapolati da se stessi, straniati e resi emblematici, quasi paradossali... Dialoghi precisi si instaurano tra di loro, ovvero tra i loro colori e tra le loro forme inaspettatamente sorprendenti, dialoghi capaci di rendere quelle istanze plastiche assai evocative, fino a ricolmarle di valenze sentimentali.

I video, dal canto loro, sono composti da disegni sottili ed immagini reali, e utilizzano le tecniche dell’animazione per realizzare analoghi effetti sorprendenti, anche qui partendo da eventi banali e quotidiani, come – per esempio in Crunchy Love – la vicenda, solo accennata, e per cosí dire solo “disegnata” in punta di matita, di un incontro amoroso. E se una struttura formale assai rigorosa, ritmica ed equilibrata, lega i disegni e le “immagini dal vero” nei video, cosí vi è nelle foto della Arzuffi un’esattezza radicale, una precisione assoluta nell’approntare accostamenti naturali e al tempo stesso incongrui.
Talora le fotografie sono ritoccate a mano, con inserimento di elementi grafici o grafico-pittorici. Ed in tali opere – come in Getaway, per citarne una – emerge potente una suggestione per cosí dire da “graphic novel“, ma vagamente naif per esplicita scelta poetica. Gli elementi del disegno arricchiscono in senso fantastico il substrato fotografico, attenuandone la componente realistico-tridimensionale ma anche rimarcandola per contrasto.
Un mondo altro, parallelo a quello della verità degli oggetti in cui siamo immersi, sembra volersi imporre a luogo d’elezione sia estetica che affettiva dell’artista, come se una dimensione di sogno fosse in agguato, e dunque pronta a imporsi non appena la si voglia ammettere entro il proprio orizzonte di pensiero, non appena si sia disposti a “scorgerla” dietro quella realtà insignificante che la nostra vita di membri di una civiltà del consumo giunta al tramonto ci propone con inesausto effetto depressivo. E si può ipotizzare che proprio in questo risieda il fascino delle immagini – sia fotografiche sia videografiche – che la Arzuffi ci propone: esse vengono a indicare in modo sottile e quasi subliminale una via di scampo, inattese “soluzioni” all’impoverimento spirituale ed estetico che il contesto in cui ci muoviamo – con il suo tripudio di prodotti artificiosi e di “merci” inutili – determina su di noi.
Sopra tutto resta uno sguardo che reinventa la percezione, dove le immagini trovano la forza per invitarci a uno scarto onirico, collocando il nostro “occhio interiore” in un punto di vista inedito, che ha il potere di restaurare creatività e autenticità nella nostra intelligenza del mondo.
Emanuela Betti

Immagine: Elena Arzuffi, Ovunque, 2010, cm 31X50 stampa lambda mat, ed. unica

Inaugurazione: Sabato 9 ottobre 2010 ore 18,30

Della Pina Artecontemporanea
Piazza Duomo, 11 - Pietrasanta (Lu)
Orari: Giovedì-Domenica dalle 16 alle 20

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