L'esposizione segna l'articolato percorso artistico di Afro attraverso circa 50 opere, di medie e grandi dimensioni, eseguite tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Oli e tecniche miste su tela o disegni su carta, in cui luce e colore, dati dalla forte presenza dell'elemento materico, scandiscono l'intera composizione definendone l'immagine, gli spazi e i confini.
a cura di Luca Beatrice
L’esposizione ne segna l’articolato percorso artistico attraverso circa cinquanta opere, di medie e grandi dimensioni, eseguite tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Oli e tecniche miste su tela, disegni su carta, in cui luce e colore, dati dalla forte presenza dell’elemento materico, scandiscono l’intera composizione, definendone l’immagine, gli spazi e i confini.
Dai lavori dell’immediato dopoguerra, decisamente ispirati dalla lezione neocubista – come dimostra l’opera Il Fagotto, 1950 – alla collezione risalente al soggiorno negli Stati Uniti, anni questi caratterizzati dalla vicinanza al movimento dell’Action Painting, in particolare con Arshile Gorky e Willem de Kooning (quest’ultimo nel 1959 soggiorna in Italia e lavora nell’atelier di Afro in via Tartaglia, intensificando la collaborazione nata negli Stati Uniti) e dall’elaborazione di forme più astratte (sono di questo periodo Chicago Waterfront, 1953, La città morta, 1953, Per guerra, ricostruzione e pace, 1954, Tre sotto chiave, 1957, Rosso, 1960, Senza titolo.
Bianco-Nero, 1964), per arrivare a quelli realizzati durante l’ultima stagione della sua vita (Nero IV, 1969, Bandiera di contrada, 1974, Via Etnea, 1974 e Senza titolo, 1974) la mostra delinea le tappe salienti dell’evolutiva e instancabile produzione artistica del pittore friulano.
Così nel 1954 Lionello Venturi definisce il lavoro di Afro: “Ciò che egli ha scoperto nel 1948 è il suo stile personale, che meglio risponde alla sua natura [...] La sua forma è astratta e il suo motivo è presentato anziché rappresentato. Ciò non toglie che le sue linee e le sue forme abbiano una propria vitalità di struttura o di moto. Lo spazio non è rappresentato, ma esiste come partecipazione all’immagine; ora lo si direbbe capace di creare l’immagine, ora ne è invece creato” (L.Venturi in Commentari, n.3, Roma, luglio-settembre 1954, p.8).
Afro è uno degli artisti maggiormente amati dalla galleria Mazzoleni: il calendario espositivo ha, infatti, annoverato in passato una personale nel 1989, un’altra monografica del 2001 ed una collettiva con Burri e Fontana nel 2006, esposizione tra l’altro selezionata per il programma “Olimpiadi della Cultura”, in occasione dei XX Giochi Olimpici invernali, Torino 2006.
In occasione della mostra sarà edito un catalogo con testo critico di Luca Beatrice.
Galleria Mazzoleni
piazza Solferino, 2 Torino
orario: da martedì a sabato 10.30-13, 16-20. Domenica su appuntamento.
Chiuso lunedì
ingresso libero