Palazzo dei Diamanti
Ferrara
C.so Ercole d'Este, 21
0532 244949 FAX 0532 203064
WEB
Jean Simeon Chardin
dal 16/10/2010 al 29/1/2011
tutti i giorni, feriali e festivi, lunedi incluso 9-19
0532 244949 FAX 0532 203064

Segnalato da

Studio Esseci




 
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16/10/2010

Jean Simeon Chardin

Palazzo dei Diamanti, Ferrara

Il pittore del silenzio. La mostra ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Chardin in un'ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo: dalle nature morte giovanili alle scene di genere della prima maturita', fino al ritorno agli oggetti degli anni Cinquanta e ai capolavori dell'ultimo periodo. A cura di Pierre Rosenberg.


comunicato stampa

a cura di Pierre Rosenberg

«Noi usiamo i colori ma quello con cui dipingiamo è il sentimento». Con queste parole, Jean Siméon Chardin (1699-1779), contrapponendosi alle regole accademiche allora in voga, amava descrivere il suo modo di fare arte e la sua poetica.
A questo grande protagonista dell’arte del Settecento, uno dei più straordinari pittori di tutti i tempi, Ferrara Arte dedicherà dal 17 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 un’importante mostra, la prima mai consacrata all’artista nel nostro paese. L’esposizione è organizzata in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che la ospiterà dopo la tappa italiana, ed è curata da Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, membro dell’Académie Française e già direttore del Musée du Louvre.

Chardin è l’artista francese che ha avuto maggior influenza sulla pittura moderna. L’aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a materia di rappresentazione artistica ne fa il vero erede di Vermeer e, al contempo, il punto di riferimento per artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Braque e Morandi. Ma Chardin non è solo uno dei più influenti artisti del Settecento, è anche uno dei più originali. Egli infatti rifiuta, sin da giovanissimo, i percorsi didattici accademici ed è uno dei pochi a non aver mai effettuato il viaggio in Italia. Tra tutti i generi pittorici evita proprio quelli che nella Francia del secolo dei lumi sancivano la statura e la fortuna degli artisti, e cioè i dipinti di soggetto storico o mitologico.

Nonostante ciò, nel 1728 l’Académie Royale de Peinture et de Sculpture – alla quale Chardin aveva sottoposto la propria candidatura con le prime impressionanti nature morte – riconosce il suo talento e lo accoglie nei suoi ranghi come pittore di frutta e di animali. La scelta del genere della natura morta, apparentemente minore, non ne vincola il successo e Chardin si impone presto sulla competitiva scena parigina. Nel corso del decennio successivo, egli estende la propria ricerca anche alla figura umana, effigiata perlopiù in ambienti domestici e nello svolgimento di semplici mansioni quotidiane, in scene in cui i ceti più umili sono associati ai rampolli della borghesia francese. Nascono così capolavori come Il garzone d’osteria, La governante o Il giovane disegnatore ai quali si affiancano le toccanti raffigurazioni delle attività ricreative dei giovani come le Bolle di sapone, la Bambina che gioca col volano o il Bambino con la trottola.

In ciascuna di queste opere, attraverso una tecnica pittorica stupefacente, incentrata sul rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce sugli oggetti e sulle persone, l’artista riesce a trasmettere all’osservatore l’emozione provata di volta in volta di fronte al soggetto. È con questo spirito che Chardin dipinge, ad esempio, il Mazzo di fiori (c. 1755) uno degli esiti più alti della sua arte, dove la straordinaria freschezza di esecuzione e la tavolozza dai colori audaci appaiono del tutto inedite rispetto alle opere dei suoi contemporanei.

Il successo dell’innovativa pittura di Chardin è registrato dalle reazioni del pubblico alle tele che l’artista espone al Salon a partire dal 1737. Entusiasti, ad esempio, i pareri di alcuni intellettuali tra cui Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore. Chardin è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi XV, al quale il pittore dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre.
Verso il 1770 i problemi di salute lo inducono a rallentare l’attività e ad abbandonare progressivamente la tecnica ad olio. Con un gruppo di ritratti a pastello si conclude la lunga carriera di un artista che per tutta la vita aveva concepito la pittura come un mezzo per conoscere la realtà, evitando con cura i contenuti aneddotici, e mirando a raggiungere un’arte senza tempo che riflettesse un’armoniosa perfezione tra forma ed emozione.

La mostra di Ferrara e Madrid offrirà l’occasione di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Chardin attraverso un’ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La rassegna spazierà così dalle nature morte giovanili alle scene di genere della prima maturità, fino al ritorno agli oggetti degli anni Cinquanta e agli straordinari capolavori dell’ultimo periodo.
Un appuntamento che si preannuncia imperdibile e che aspira a far scoprire al pubblico italiano un’artista che Vincent Van Gogh riteneva «grande come Rembrandt».

CHARDIN. Il pittore del silenzio. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 ottobre 2010 – 30 gennaio 2011. La mostra, a cura di Pierre Rosenberg, è organizzata da Ferrara Arte e dal Museo Nacional del Prado di Madrid, in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate. Catalogo a cura di Pierre Rosemberg edito da Ferrara Arte.
Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00
Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio

Immagine: Jean Siméon Chardin, La scimmia pittore, c. 1735 Olio su tela, cm 28,6 x 23,8 Chartres, Musée des Beaux-Arts Chartres, © foto Musée des Beaux-Arts

Ufficio stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo, tel. 049.663499
info@studioesseci.net
http://www.studioesseci.net

CONFERENZA STAMPA sabato 16 ottobre, ore 12

Palazzo dei Diamanti
C.so Ercole d'Este, 21 - Ferrara
Orari: tutti i giorni 9-19
Aperto anche: 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio
(la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Biglietto: intero euro 10, ridotto euro 8 (dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, categorie convenzionate, visitatori con biglietto del Museo Archeologico Nazionale, del Museo di Casa Romei, della Pinacoteca Nazionale di Ferrara e del Castello Estense, possessori del biglietto ferroviario per Ferrara)
Gruppi (almeno 15 persone): euro 8 (1 accompagnatore gratuito ogni 20 persone)
Gruppi scolastici: euro 4 (gratuito per 2 accompagnatori)
Gratuito: bambini sotto i 6 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, militari in divisa
Tariffe visite guidate per gruppi. Massimo 25 persone:
Adulti: euro 80
Scuole Medie e Superiori: euro 65
Scuole Elementari e Materne: euro 45

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