Leo Galleries
Monza
via De Gradi, 10
039 5960835 FAX 039 5962431
WEB
Tamas Jovanovics
dal 26/10/2010 al 26/11/2010
mart-sab 10-12 e 16-18 o su appuntamento

Segnalato da

Matteo Galbiati




 
calendario eventi  :: 




26/10/2010

Tamas Jovanovics

Leo Galleries, Monza

Prima personale dell'artista ungherese con un nucleo di opere recenti divise in due serie distinte: la prima raggruppa opere in grandi formati verticali la cui superficie viene solcata da una fitta trama di tratti orizzontali paralleli, ordinati e precisi; la seconda presenta opere scomposte in parcellizzazioni geometriche.


comunicato stampa

A cura di Matteo Galbiati

Leo Galleries inaugura la prima grande mostra personale in Italia dedicata al giovane artista ungherese Támas Jovánovics, ospitando negli spazi della sede monzese un ricco nucleo di opere recenti, alcune delle quali realizzate appositamente per quest’occasione.

Il suo lavoro viene presentate attraverso due serie distinte: la prima raggruppa i quadri con le linee – saranno esposte prevalentemente opere in grandi formati verticali – la cui superficie viene solcata da una fitta trama di tratti orizzontali paralleli, ordinati e precisi, che trasformano il piano pittorico in una caleidoscopica finestra aperta su uno spazio teso all’infinito. La linearità rigorosa e la sequenzialità viva del gesto lasciano presagire, infatti, una continuità spazio-temporale oltre il loro limite fisico e visibile. Le rette, accompagnando idealmente lo sguardo oltre i confini ristretti imposti dalle differenti misure delle tele, permettono all’occhio di correre su una vibrazione cromatica che insiste sull’infinità dell’invisibile, aperta sullo spazio e sull’ambiente circostanti.

L’altra serie, con un diverso ma sempre coerente tenore, presenta opere scomposte in parcellizzazioni geometriche in cui una misura minima diviene il parametro moltiplicatore, aggregante e disgregante, di nuove ipotesi formali e strutturali. I quadri scomposti individuano la loro articolata cromia attraverso una lenta conquista, agita con una calma e meditativa stratificazione di colore. Il colore stesso sembra individuare, poco a poco, la struttura compositiva, evidenziando quelle linee di tensione, quelle forme fondanti, che frantumano, disperdendola sulla parete, l’unità originaria della struttura del dipinto dalla quale si è originato. La scelta di linguaggio rimane sempre legata ad un’astrazione minimale.

“[…] Il suo interesse prioritario è guardare alla spazialità, vero termine portante nella concezione della sua ricerca, che identifica l’opera come il tramite unico con cui si riconosce una porzione particolarissima di uno spazio altro rispetto alla normale percezione. Tamás Jovánovics é attratto dalla spazialità intrinseca del quadro più che dalla sua oggettualità fisica [….].

Il pieno e il vuoto vengono compresi in un solo pronunciamento pittorico il cui valore illusorio riflessivo conduce ad un’inattesa e imprevedibile – per chi guarda – apertura dimensionale e sensoriale, in un’ascesa leggera, in un fluttuante ondeggiamento sospeso. L’entità formale del quadro è la ferita nello spazio, uno squarcio che si fa visione nell’asetticità di una galleria o nel caos generico dell’intorno. È una soglia che sollecita e stimola la sensibilità di chi guarda, che viene catturato e posto addentro ad una riflessione. Tamás Jovánovics ripristina, in ciascuna sua manifestazione, il desiderio di una profonda conoscenza che ha sempre contraddistinto il sapere dell’uomo, oltre ogni superficialità contingente. Riporta all’attenzione lo sguardo – che deve essere sempre consapevole – e gli permette di risentire le situazioni minime, di lasciarsi influenzare dal vibrato intenso della vista posto al di fuori del tempo reale e delle sue occasioni, aldilà delle normali e consuete categorie di valutazione e giudizio. […]

La dilatazione dal piccolo del quadro al grande dell’infinito dello spazio-tempo mette al riparo dalla frattura che si instaura tra la posizione di chi guarda e l’idea che vuole dichiarare: l’artista predispone infatti un’opera che fin da subito lo mette al sicuro da ogni incomprensione, escludendolo all’origine dal relativismo di tutto quello che lo circonda. […]
L’essenza non-oggettuale allontana da posizioni soggettive rispetto alla presenza fisica dell’opera, reindirizzando l’osservatore oltre la dimensione basica dell’esistere rispetto all’infinito universale che da sempre ci circonda. […]”*
In occasione della mostra è stato pubblicato, completamente rinnovato nella grafica, un catalogo bilingue italiano-inglese: l’ampia monografia contiene il saggio critico di Matteo Galbiati, curatore della mostra, un dialogo-intervista tra il critico e l’artista, la riproduzione di tutte le opere in mostra unitamente ad una ricca documentazione di altri lavori ed interventi e un aggiornato apparato biografico.
* dal testo critico pubblicato in catalogo

Támas Jovánovics è nato a Budapest (Ungheria) nel 1974. Consegue la laurea nel 1997 e il Dottorato nel 2004 in Belle Arti presso la Magyar Képzömüvészeti Egyetem di Budapest e la laurea nel 1999 e il Dottorato nel 2004 in Arti Plastiche ll’Université de Provence Aix-Marseille di Aix-en-Provence (Francia). Dal 1999 espone in personali e collettive in numerose gallerie e musei, pubblici e privati, a Berlino, Bruxelles, Budapest, Londra, Milano, Mosca e New York. Nel 2007 vince un concorso per la realizzazione di un Public Art Project in scala monumentale: l’opera site specific Épületplasztika Nyíregyháza, ultimata nel 2008, è stata collocata su tre facciate di altrettanti edifici del campus della Nyíregyházi Föiskola di Nyíregyháza (Ungheria) ed è composta da tre strutture tridimensionali in acciaio e alluminio, per un peso di 14 tonnellate circa e alte fino a 23 metri. Il complesso ha ricevuto il premio per la categoria Settore Pubblico al FIABCI Prix d’Excellence Awards 2009, promosso dalla FIABC (Federation Internationale des Administrateurs de Bien-Conseils Immobiliers), la più importante organizzazione immobiliare internazionale. Nel 2009 è stato selezionato per un Artist in Residence di tre mesi a New York (U.S.A.) presso l’Harlem Studio Fellowship by MontrasioArte. Nello stesso anno ha ricevuto la menzione speciale dei curatori al Premio Artivisive San Fedele di Milano.
Vive e lavora tra Londra (Regno Unito) e Milano.

Immagine: Támas Jovánovics, Hábi-Szádi, 2008, matita su polistirene, 200 x 35 cm

Inaugurazione Mercoledì 27 Ottobre 2010 ore 18.30

Leo Galleries
via Raffaele De Gradi, 10 - Monza
Orari: Da martedì a sabato 10-12 e 16-19 o su appuntamento
ingresso libro

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