Santa Maria delle Croci
Ravenna
via Guaccimanni, 5/a
0544 36458 FAX

no border 2002
dal 4/10/2002 al 7/11/2002
0544 482775
WEB
Segnalato da

Maria Rita Bentini




 
calendario eventi  :: 




4/10/2002

no border 2002

Santa Maria delle Croci, Ravenna

Terza edizione del progetto no border, curato da Claudio Spadoni, Maria Rita Bentini, Serena Simoni. L'iniziativa, attraverso il lavoro degli artisti selezionati, si concentra sull'idea di ''confine'', proponendo la messa a fuoco di una dimensione dell'esserci - antropologica piu' ancora che artistica - nella contemporaneita'.


comunicato stampa

a cura di Maria Rita Bentini

Sabato 5 ottobre 2002 alle ore 18 in S. Maria delle Croci (via Guaccimanni 5/7, Ravenna) si inaugura la personale dedicata alla presentazione dei lavori di Annalisa Cattani e Adriana Torregrossa, che apre la terza edizione del progetto no border, curato da Claudio Spadoni, Maria Rita Bentini, Serena Simoni, e realizzato dal Comune di Ravenna nell'ambito delle attivit?el Museo della Citt?col sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia Romagna.
No border 2002, attraverso il lavoro degli artisti selezionati, si concentra sull'idea di "confine", proponendo la messa a fuoco di una dimensione dell'esserci - antropologica pi? ancora che artistica - nella contemporaneit?Confini, ovvero la definizione di territori non geografici: dell'identit?i un individuo, di un gruppo, di un popolo. Confini persistenti eppure labili per le mescolanze dei flussi: la citt?ultietnica, lo spostamento dei viaggi, l'emigrazione come processo di appartenenza multipla. Confini fragili e inafferrabili, ma altrettanto reali, per l'incontro non privo di resistenza delle diversit?ulturali che contrassegna la civilt?ccidentale.

Questa prima mostra, curata da Maria Rita Bentini, tocca il tema della diversit?ome possibilit?i relazione e di mescolanza. L'identit?nfatti non ?na dimensione chiusa in s?che si oppone all'altrui presenza col rifiuto e la paura, ma apertura e interesse per l'altro in termini culturali o esistenziali, con un'infrazione dei confini dati in un primo momento dall'alterit?br> Fin dagli inizi, il lavoro di Adriana Torregrossa (Catania, 1963) ?onnotato dal fascino per le culture non occidentali, in particolare per quella araba, e il suo impegno artistico si lega a una precisa dimensione politica. Pittura, fotografia, ricamo, hanno affiancato lavori di Public Art "forti" nell'evidenziare e ascoltare la pluralit?el contesto culturale contemporaneo, come Art.2, realizzato nel gennaio 1999 in collaborazione col Comune di Torino, che ha declinato il secondo articolo della Costituzione italiana ("La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit?") offrendo alla comunit?slamica di Torino un momento pubblico di preghiera e di incontro per la fine del Ramadan: il video e la rassegna stampa in mostra documentano l'imprevedibile impatto dell'evento con la citt?br> E', in modo diverso, un invito concreto a sperimentare le convenzioni altrui, letteralmente a "vestire i panni dell'altro", l'installazione intitolata Ri-tratte. Le visitatrici potranno posare per una fototessera automatica, indossando il chador che in tanti Paesi occulta il volto delle donne islamiche: l'immagine, utilizzata di norma nella nostra societ?er il controllo dell'individualit?cambia segno, mentre si complica lo sguardo a s?alla propria identit?emminile.
In Grattacieli invece, l'orizzonte di Catania, visto attraverso l'accumulo colorato di tappeti dei venditori marocchini sul lungomare, si trasfigura, assumendo lo skyline di una imprecisata, favolosa metropoli.

L'attenzione alla dimensione della relazione ?resente nell'opera di Annalisa Cattani (Imola, 1968) la cui indagine rivolta alle forme della comunicazione sonda i "linguaggi" intesi come territori di passaggio, di incontro tra gli individui. La separatezza e l'estraneit?he si incrinava in Benvenuto e Addio (viaggiando in diverse citt?Annalisa fermava i passanti e chiedeva loro di farsi fotografare con una strana bambola di plastica, medium dell'incontro attimale, e ne analizzava poi statisticamente le reazioni) si traduce negli ultimi lavori in mostra come "bio-grafia" ovvero un'individualit?isposta a dire di s?a raccontarsi e ad essere letta nonostante il filtro degli stereotipi e delle traduzioni.
Accade con la narrazione delle fiabe chiesta a persone incontrate per caso a Bagdad, la citt?he nei due pi? recenti video dell'artista appare sospesa tra l'infantile memoria de Le mille e una notte e la drammatica realt?ella guerra, con le sue spettrali conseguenze. E' presente nell'installazione sonora Fahrenheit 451, dove la voce che fluisce dalle pieghe irrigidite di cinque kilt dice la storia di altrettante vite (Annalisa aveva chiesto a un gruppo di scozzesi di fare appello alla propria memoria raccontando di s?e nel racconto ognuno si trasforma in un romanzo orale di difficilissima comprensione), cos?ome in Identikit, lavoro nato in collaborazione con un poliziotto della scientifica in cui si tenta l'impossibile, ovvero svelare il volto di personaggi della letteratura che lo scrittore ha volutamente lasciato all'immaginazione, creando un'immagine condivisa solo dall'artista e dal disegnatore.

Il 16 novembre aprir?a seconda mostra, a cura di Serena Simoni, con lavori di artisti non italiani come Philip Kwame Apagya (Ghana, 1958), Anur (Bosnia, 1971), Arian Risvani (Albania, 1974), Sejla Kameric (Bosnia, 1971), Fatimah Tuggar (Nigeria, 1967) e i Deblokada (Sead e Nihad Kresevljakovic, Nedim Alikadic e Jasmila Zbanic) gruppo fondato a Sarajevo nel 1997: oltre a esaminare dialetticamente i temi del dialogo e del conflitto, i loro lavori indicano come l'apertura all'altro possa significare anche omologazione culturale, assunzione dello stereotipo come pregiudizio di conoscenza di ci? che ?ifferente.

Il catalogo che verr?resentato con l'inaugurazione di quest'ultima mostra, documenta le rassegne e il lavoro degli artisti; insieme ai testi critici dei curatori, contiene alcune interviste sul tema con personalit?ell'ambito della letteratura, del teatro, della musica, come la scrittrice marocchina Fatema Mernissi e il premio Oscar per il cinema Danis Tanovic.
Informazioni:
Ufficio Stampa Museo d'Arte della Citt? Loggetta Lombardesca
Tel. + 39.0544 482775 oppure 482774

inaugurazione: sabato 5 ottobre 2002, ore 18
orario: 15/18 chiuso luned?r> Periodo: da sabato 5 ottobre a domenica 3 novembre 2002
Orari: S. Maria delle Croci: da marted? domenica dalle 15 alle 18- chiuso il luned?r> Ingresso: gratuito

Immagine: Adriana Torregrossa, Art.2, 1999

Istituzione Museo d'Arte della Citt? Loggetta Lombardesca - Comune di Ravenna
Via di Roma, 13 - 48100 Ravenna Tel.+39.0544/482356 (centr.) Fax +39.0544/212092

2 rassegna: 16 novembre
> Philip Kwame Apagya, Anur, Arian Risvani Deblokada, Sejla Kameric, Fatimah Tuggar.
a cura di Serena Simoni

Il catalogo verr?resentato il 16 novembre e conterr?nterventi inediti di Fatima Mernissi e Danis Tanovic

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Gaia Ferrario
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