Palazzo Ducale
Lucca
piazza Napoleone (Cortile Carrara)
800 747155, 0583 4171 FAX 0583 417326
WEB
Tre Mostre
dal 18/11/2010 al 29/1/2011
20 nov - 12 dic lun-dom 10-19,30, 13 dic- 30 gen lun-ven 15-19,30, sab-dom 10-19,30
WEB
Segnalato da

Studio Esseci




 
calendario eventi  :: 




18/11/2010

Tre Mostre

Palazzo Ducale, Lucca

'Bye bye baby, Marylin' presenta circa 80 immagini dalla collezione privata di Giuliana Scime' suddivise in tre sezioni: i grandi fotografi; professione e vita privata; 'Marilyn e il desiderio collettivo'. La mostra 'Francesca Woodman' espone 20 immagini dalla collezione privata di Carla Sozzani, un complesso ed intimo diario delle emozioni, ansie, desideri e sogni, pensieri e drammi adolescenziali della giovanissima fotografa. 'Horst P. Horst', presenta 50 fotografie di moda, ritratti e studi di nudo del fotografo, tra cui alcune rarissime stampe vintage e stampe al platino inedite in Europa. Nell'ambito del LUCCADigitalPHOTOfest.


comunicato stampa

BYE, BYE BABY“REMEMBER YOU’RE MY BABY”
a cura di Giuliana Scimé

Quasi un sospiro, quella voce. Adorata dagli uomini, e amata dalle donne, ma come e' possibile? Le donne provano gelosie mortali per la donna che: “...rappresenta un qualcosa che noi tutti vogliamo nei nostri sogni irrealizzati. ” disse Jean Negulesco che la diresse in Come sposare un milionario. Impersonava, ed impersona, il desiderio e il sogno. “Marilyn Monroe, sullo schermo, era un’immagine di pura, innocente, infantile gioia di vivere...Disarmante nella fiducia, la benevolenza e la gioiosa ostentazione di un bambino o di un cucciolo che e' felice di mostrare le proprie attrattive come il miglior regalo che puo' offrire agli altri, e che si aspetta di essere ammirato, non ferito.” Cosi' scrisse Ayn Rand sul Los Angeles Times il 19 agosto del 1962. Un ritratto che tratteggia – a distanza di quasi mezzo secolo – un personaggio intramontabile nell’immaginario collettivo. Un personaggio che riconosciamo autentico, e non di artefatta costruzione.

Le sue dichiarazioni confermano la rarità di una diva che nega il proprio ruolo pubblico per affermare se stessa: “Voglio invecchiare senza interventi di plastica facciale. Voglio avere il coraggio di essere leale con il mio volto. A volte penso che sarebbe più facile evitare l’anzianità', morire giovane, ma così non si completerebbe mai la vita. Vorreste voi? Non conoscereste mai completamente voi stessi.” Il destino le ha impedito di conoscere se stessa. Tanti fotografi hanno ripreso Marilyn, però soltanto pochissimi hanno seguito la sua carriera e la sua vita privata con costanza e per lunghi periodi.

Sono le loro immagini che hanno contribuito alla nascita del mito e lo hanno tramandato nel tempo. Questi autori sono gli interpreti del fascino e della personalista di una grande donna e indimenticabile attrice.

Andre de Dienes , nel 1945, crede nella giovane Norma Jeane come modella. Per cinque settimane viaggiano in California, Nevada e New Mexico. Le fotografie saranno pubblicate da varie riviste nel mondo. Tom Kelley ha firmato la celebre fotografia che, nel 1949, apparve sul calendario Miss Golden Dreams e, in seguito, fu pubblicata da Playboy come poster. La ‘scandalosa’ immagine aprì a Marilyn le porte del successo.

Bruno Bernard, fotografo professionale, è considerato lo scopritore di Marilyn, colui che attraverso le sue immagini iniziò a imporre la straordinaria personalista dell’attrice.

George Barris, fotografo personale della diva, seguì le riprese di uno dei suoi più celebri film, Quando la moglie e' in vacanza. Sono di Barris le popolarissime riprese di Marilyn con la gonna bianca sollevata dall’aria della metropolitana.

Philippe Halsman, fra i più inventivi ritrattisti della storia della fotografia. Il suo lavoro su Marilyn e' uno studio del volto e del corpo dell’attrice: fotografie bizzarre, esaltazione dell’armonia, momenti privati.

Richard Avedon esalta la sensualità della donna in pochissime fotografie a colori. In una serie, si serve di Marilyn Monroe per interpretare ‘femmine fatali’ del cinema: Clara Bow, Theda Bara, Jean Harlow, Marlene Dietrich, Lillian Russell. Divertenti travestimenti che svelano l’aspetto ludico del rigoroso Avedon e la duttile capacità di Marilyn. Era il 1958 e il servizio era stato commissionato dalla rivista Life.

Bert Stern, il suo lavoro noto come ‘The last Sitting’ e' l’ultima testimonianza su Marilyn Monroe. Le riprese furono eseguite nel giugno del 1962, sei settimane prima che l’attrice morisse. In immagini di una bellezza rara, Stern tramanda il mito intramontabile.

E la vita privata, e i set cinematografici? Non mancava mai almeno un fotografo per testimoniare il suo brevissimo percorso da quando era una fresca bellezza di provincia alla sua partecipazione agli spettacoli per le truppe americane in Corea; dalle immagini delle case cinematografiche per il suo lancio alle photo still per la pubblicita' dei film.

Sopravvissuta al tempo e alle mode, impietosi nella cancellazione della memoria e della fama, Marilyn ebbe davvero una carriera brevissima. Nel 1947 recita una particina in un film, non compare nemmeno fra gli interpreti; Niagara, che la rende popolare, e' del 1953. L’ultimo, rimasto incompleto, Something's Got To Give e' del 1962.

---------------------------------

'FRANCESCA WOODMAN'
in collaborazione con Galleria Carla Sozzani, Milano

Sconosciuto al grande pubblico per molto tempo, il lavoro di Francesca Woodman rivela un mondo di grande forza emozionale. Nata a Denver nel 1958, cresciuta in una famiglia di artisti, si interessa alla fotografia e realizza i primi lavori a soli 13 anni. Grazie ad una borsa di studio della Rhode Island School of Design di Providence, tra il 1977 e il 1978 vive a Roma, e ne subisce forte l’influenza del classicismo, nelle componenti di sensualista e decadenza.

A Roma frequenta la Galleria Maldoror, dove debutta con la prima esposizione dei suoi lavori. Al rientro negli Stati Uniti, si stabilisce a New York e si dedica alla realizzazione di alcuni libri delle sue fotografie, Some Disordered Interior Geometries è pubblicato nel 1981, anno in cui si toglie la vita. Il disagio di un’adolescente che non sa accettare la naturale trasformazione, di spirito e corpo, dell’età' adulta, la solitudine interiore e la coscienza dolorosa della sua esistenza, la portano a chiudere la propria vita con un gesto drammatico.

Lei stessa è modella in quasi tutte le sue fotografie: la figura di Francesca si smaterializza attraverso il movimento rapido del corpo- come nella serie House (1975-76) in cui gioca a nascondino con il riverbero di luce di una finestra o dietro la pericolante cornice di un camino- e si identifica spesso in quella presenza-assenza che sono gli angeli, come nell’opera Angels del periodo romano. Il suo corpo diventa un mezzo per esprimersi come gli oggetti che la circondano - guanti, scarpe con tacchi alti, lenzuola, specchi, porte - oggetti che si rincorrono l’un con l’altro in spazi vuoti illuminati da una luce che pare dissolverli.

Francesca Woodman utilizza lo strumento fotografico per rappresentare ed esprimere l’identità femminile in quella particolare età che va dall’adolescenza alla prima fase adulta. La sua opera si sviluppa attorno allo studio del rapporto primario tra il proprio corpo e lo spazio, e al modo in cui questo rapporto viene rappresentato attraverso la fotografia.

La mostra presenta circa 20 opere: dalle prime fotografie del 1973-74 in cui già sono presenti tutte le problematiche future. La serie Space del 1975-76 mostra una Francesca Woodman che combatte per diventare bi-dimensionale; la serie Angels realizzata a Roma la mostra senza peso, sollevata da terra: vola come un angelo. Infine una immagine blueprint, realizzata a New York.

Francesca Woodman nasce il 3 Aprile 1958 a Denver nel Colorado. Sua madre Betty è ceramista e suo padre George pittore, Francesca cresce assieme al fratello Charlie nello studio dei genitori e passa gran parte della sua giovinezza nella città universitaria di Boulder. Dal 1963-1971 frequenta la scuola pubblica a Boulder e prende lezioni di pianoforte. Nel 1965 l’intera famiglia, seguendo la passione per l’Italia, si trasferisce a Firenze per un anno e acquista una casa in Toscana.

Nel 1972 viene ammessa alla Abbot Accademy, ad Andover nel Massachussets, una scuola privata per sole donne, tra i pochi licei americani con corsi di arte. In quel periodo, sviluppa un grande interesse per le novelle di Colette. Guidata da una delle sue insegnanti, scopre la fotografia ed inizia ad esplorare le proprie capacità in questa disciplina dell'arte.

Nel giugno 1975 si diploma a Boulder. Da settembre frequenta a Providence la Rhode Island School of Design (Aaron Siskind e' tra i suoi professori) e dimostra fin dall’inizio determinazione nei suoi interessi, ammira il lavoro di Man Ray, Duane Michals, Arthur Fellig Weegee. Risiede in un grande appartamento/studio semivuoto nell’edificio industriale di Pilgrim Mills dove ambienta numerose fotografie.

Nel 1977-1978 vive a Roma grazie alla borsa di studio ottenuta a Providence. Ispirata dalle sculture barocche inizia a sviluppare il tema degli “angeli” (On Being an Angel, 1977-1978). Suoi interessi principali sono il Simbolismo fotografico di Max Klinger, a cui si ispira per la serie Eel Series (1977) e il Futurismo. A Roma, inoltre, conosce il gruppo degli artisti della Transavanguardia.

Nle 1979 consegue il B.F.A. in fotografia e si trasferisce a New York in un appartamento sulla Seconda Strada. Trascorre l’estate a Standwood, Washington, insieme al suo compagno, dove stampa un gruppo di fotografie che ripropone il tema del corpo in comunione con la natura. A New York trasloca a East Village, Dodicesima Strada, e si mantiene facendo vari lavori: segretaria, assistente fotografa, modella. Sperimenta anche la fotografia di moda ispirandosi al lavoro di Deborah Turbeville.

Nel 1980 e' invitata come artista residente alla MacDowell Colony (Peterbough, New Hampshire). Tornata a New York partecipa ad una serie di collettive alla Daniel Wolf Gallery, incontrando critici quali Peter Frank e Max Kozloff. All’Alternative Museum di New York espone i suoi ultimi diazotypes, fotografie stampate su carta blu o seppia. Nel 1981 viene pubblicato “Some Disordered Interior Geometries”, uno dei sei quaderni fotografici progettati durante il soggiorno romano. Il 19 gennaio si suicida.

-------------------------------

'Horst P. Horst'
a cura di Enrico Stefanelli

"Horst P. Horst", in collaborazione con la Staley-Wise Gallery di New York, 50 fotografie di Horst P. Horst: moda, ritratti e studi di nudo, tra cui alcune rarissime stampe vintage e stampe al platino inedite in Europa. La mostra è a cura di Enrico Stefanelli. Horst P. Horst è stato uno dei più celebrati fotografi di glamour, un genio insuperato per la sapienza delle sue coreografie e per l'uso delle luci.

Immagine: Bert Stern, THE LAST SITTING, Courtesy Collezione Giuliana Scimé

Ufficio stampa: Studio Esseci
via San Mattia, 16 - 35121 Padova Tel. 049 663499 - Fax. 049 655098
info@studioesseci.net

Inaugurazione 19 Novembre 2010

Palazzo Ducale
Cortile Carrara, Lucca
Orari: lun – dom 10,00 – 19,30
Apertura: 13 dicembre 2010- 30 gennaio 2011
Orari: lun – ven 15,00 -19,30
sab – dom 10,00 – 19,30
NB: 25 dicembre 2010 e 1 gennaio 2011 CHIUSO
BIGLIETTO CUMULATIVO € 18
B Palazzo Ducale € 13

IN ARCHIVIO [21]
Serafino Beconi
dal 30/7/2014 al 20/9/2014

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede