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11/10/2002

A Come Acquerello

Palazat, Cavasso Nuovo (PN)

Rassegna internazionale di acquerellisti contemporanei. Opere dei protagonisti delle personali gia' realizzate in sede e di altri autori che da tempo partecipano all'attivita' dell'Associazione. Un'indagine 'a tutto campo' sui modi infiniti di usare questa tecnica pittorica.


comunicato stampa

rassegna internazionale d'arte contemporanea

La Roggia
associazione culturale

L'entusiastica fiducia nella tecnologia che ha attraversato quasi con violenza il secolo Ventesimo ha colpito e condizionato, come era inevitabile, anche le concezioni dell'estetica che, specialmente nell'ultimo quarto del Novecento, si è affidata ai vecchi e nuovi media per proporre soluzioni tecniche e formali spesso rivoluzionarie, sempre innovative e talvolta anche efficaci ed incisive.

Ma, come tutte le grandi "ubriacature", anche quest'entusiasmo si è andato affievolendo di fronte alla possibilità di equivoco o di banalizzazione che l'uso smodato ed incontrollabile della "tecnologia ad ogni costo" comporta inevitabilmente.

Non è estranea al cambiamento anche la temperie culturale che ha generato il passaggio di secolo - e di millennio - che inevitabilmente induce ad un ripensamento generale della civiltà, ingenera il bisogno di ritornare "all'uomo", alle sue prerogative, alla sua interiorità, in una parola ad un nuovo Umanesimo.

Accanto ai grandi fermenti che si agitano nella società - dalla pressante richiesta di solidarietà ai tentativi di arginare il consumismo distruttivo, dal tentativo spesso inutile di frenare la violenza degli scontri alle battaglie per una diversa qualità della vita - anche nell'attività creativa il bisogno di ritornare ad una dimensione umana del fare arte sembra caratterizzare la produzione recente, quasi riqualificando una dimensione "artigianale" dell'arte che per decenni era apparsa obsoleta e retrò.

La riflessione fatta qualche anno fa su un possibile "Alfabeto dell'arte" - con il chiaro e dichiarato intento di riproporre una "umanità dell'arte" che corrispondesse ad una nuova visione umanistica della cultura - ha avuto un seguito di rilevante interesse, prima nella serie di personali su "A come acquerello" che ha registrato già interessanti proposte; e, recentemente, nella serie di "D come disegno" che si va sviluppando in questi mesi.

La collettiva di Cavasso Nuovo è una sorta di "summa" orientativa del modo in cui il tema è stato affrontato e sviluppato fino a questo momento: "la roggia", in sostanza, sintetizza così le linee primarie della sua presenza nel territorio, sia per lo spirito di ricerca che per la scelta dei protagonisti.

Da un lato, infatti, vengono ripresentate le opere dei protagonisti delle personali già realizzate nella propria sede, confermando i caratteri dell'indagine "a tutto campo" sui modi infiniti di usare questa tecnica pittorica; accanto, vengono proposti altri autori che da tempo partecipano all'attività dell'Associazione e che spiccatamente operano nel campo dell'acquerello, completando un quadro di attività logico e cronologico, dal quale emerge con chiarezza l'ampiezza geografica dell'attività della struttura pordenonese e, contemporaneamente, l'attenzione acuta ai fermenti culturali nuovi.

Tra gli artisti italiani, la riproposizione dell'acquerello "liberamente interpretato" da Vittorio Avella (che ricorre a materiali anomali e diversi per raggiungere gli effetti desiderati di impressione di paesaggio) vede a fianco due autori "classici" del genere, Del Gaudio e Ghelli, ambedue interpreti - con percorsi nettamente distinti - di un'interpretazione "fiabesca" della realtà che riconduce l'attività artistica ad una funzione primaria, quella ludica, spesso dimenticata; e si serve di una tecnica, quella appunto dell'acquerello, che una fondamentale importanza riveste nella formazione alla cultura visiva. Insieme a loro, la friulana Poggioli propone un tema caro alla cultura visiva del suo territorio, quello di una natura ancora intatta colta nei suoi dati più fascinosi.

I paesaggi realistici e calligrafici dello sloveno Kosic già apprezzati nel corso della mostra personale vengono affiancati, nella collettiva, nell'interpretazione più vagamente surreale di Matelic che reinventa i paesaggi caricandoli di aggiunte fantastiche per trasferirli in un'atmosfera più rarefatta ed improbabile.

Le delicate atmosfere da mito della bosniaca Kovac vengono riproposti nella loro dolcezza evocativa accanto a quelle stesse invenzioni fantastiche che in altri territori - sia geografici che culturali - vengono costruiti su presupposti analoghi riproponendo l'eterna suggestione cromatica e formale di un mondo al di sopra delle cose.

Gli spagnoli Gonzalez e Gay muovono evidentemente da un uso fortemente concettuale del mezzo pittorico, la prima ripresentando le sue figure straziate e scarnificate alle quali solo un sapiente uso lirico del colore conferisce dolcezza ed incanto; il secondo interpretando magistralmente, con pochi tratti, il senso di angoscia che la palude di un libro di successo di Giorgio Manganelli sollecita nel lettore.

I croati Budor e Pauletta rappresentano, in qualche modo, i poli estremi del ventaglio di possibilità che offre la tecnica dell'acquerello: il primo, coerente ad un linguaggio formale di antico ascendente, risolve la calligrafia propria del paesaggio in una lirica astrazione nella quale le masse cromatiche si accampano come elemento unico di interesse, rimandando la leggibilità all'immaginazione; il secondo uso la tecnica solo come pretesto per inventare simbologie e forme aeree senza problemi di verosimiglianza.

La giapponese Kiyohara, infine, riconferma - se mai ce ne fosse stato bisogno - non solo la grandezza di una scuola che nel genere è stata maestra dalla notte dei tempi ma anche la maestria di una protagonista assoluta nel campo della pittura ad acquerello.

La sintesi finale, come risulta evidente, è quella di una panoramica internazionale sul genere che offre una campionatura di rilevante significato su un genere assai raffinato, sulle infinite possibilità della sua manipolazione e, soprattutto, sulla estrema attualità di una "manualità" dell'arte che è sintomo di un Umanesimo sempre vivo e pregnante.
Enzo di Grazia

Bosnia Croazia Giappone
Ljerka KOVAC Robert BUDOR Robert PAULETTA Sumiko KIYOHARA

Italia
Vittorio AVELLA Alessandro DEL GAUDIO Giuliano GHELLI Manuela POGGIOLI

Slovenia Spagna
Andrej KOSIC Yanez MATELIC Sergio GAY Ines GONZALEZ

INAUGURAZIONE: sabato 12 ottobre, ore 18,30

Orario delle visite: sabato e domenica h 10 - 12, 16 - 19

"Palazat" Palazzo dei Conti Polcenigo Fanna
Cavasso Nuovo (PN)

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