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Il costume teatrale
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Giorgio Di Roberto




 
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11/10/2002

Il costume teatrale

Spazio Visivo, Roma

Panorama delle tendenze del costume teatrale. Sono in mostra bozzetti, disegni, modelli di L. Amadei, S. Calì, A. Ciammarughi, N. Cecchi, M. D’Andrea, P. Grossi, E. Job, P. Moreno, O. Nicoletti, E. Ortu Lieto, Pompei.


comunicato stampa

Panorama delle tendenze del costume teatrale. Sono in mostra bozzetti, disegni, modelli di L. Amadei, S. Calì, A. Ciammarughi, N. Cecchi, M. D’Andrea, P. Grossi, E. Job, P. Moreno, O. Nicoletti, E. Ortu Lieto, Pompei.

“Certo innegabili sono i superamenti del concetto di costume inteso come illustrazione didascalica, passiva, del dramma anziché come invenzione che ne interpreti il senso, diventando parte integrante della sua lettura piuttosto che orpello decorativo.

Solo così l'azione manuale e tecnica del costumista non risulta semplicemente guidata dal pensiero dotto e corretto, ma diviene pensiero critico, contemporaneo, la cui radice è filosofica.
Anche da questa collettiva di 'figurini' e documenti fotografici (a mostrarne i processi di trasposizione), si nota che questo superamento del naturalismo ottocentesco è, nel costume teatrale italiano contemporaneo, risultato da operazioni di astrazione anche molto diverse tra loro, eppure legate prevalentemente alle ricerche delle avanguardie storiche e alle neoavanguardie. I riferimenti immediati si leggono soprattutto nelle ricerche sulla forma e nell'astrazione geometrizzante o nelle metamorfosi surrealistiche o metafisiche.

Le sperimentazioni sul colore e soprattutto le ricerche materiche o certe operazioni concettuali o situazioniste sembrano molto più direttamente legate alle avanguardie del secondo dopoguerra.
Può non essere retorico che il livello di sperimentazione di nuovi mezzi realizzativi non 'tradizionalmente' poetici sembra oggi molto minacciato in Italia, non solo dal declino del teatro nella sua fruibilità sociale, ma anche dai limiti di tempo e dai ritmi che le produzioni impongono agli allestitori impedendo a tutto ciò che non sia affrettato, riduttivo o poco sognato, di emergere alimentando così una incultura visiva generalizzata''. Emilio ORTU LIETO


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