Liberamente tratto da Giovanna d'Arco di Maria Luisa Spaziani. Giovanna d'Arco, ha scritto Maria Luisa Spaziani, e' una 'poesia in azione'. E' figura che concentra su di se' simboli forti, anche per il loro alludere alla possibilita' per l'individuo di cambiare le cose del mondo facendo leva non sul potere acquisito per rango o per posizione politica, ma sulla forza delle proprie passioni.
liberamente tratto da Giovanna d'Arco di Maria Luisa Spaziani
regia e luci Fabrizio Crisafulli
coreografia Giovanna Summo
Gruppo Arte Teatro Danza Il Pudore Bene in Vista
ideazione Fabrizio Crisafulli, Giovanna Summo
con Giovanna Summo, Alessandra Cristiani, Sabrina Cristiani
scenografia Antonella Conte; costumi Eva Coen; assistente costumista Gilda Bompresa
musica Andrea Salvadori; sonorizzazione Marco Resovaglio
Roma, Teatro Furio Camillo
23 - 27 ottobre 2002, ore 21
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Dipartimento dello Spettacolo
Giovanna d'Arco, ha scritto Maria Luisa Spaziani, è una "poesia in azione". E' figura che concentra su di sé simboli forti, anche per il loro alludere alla possibilità per l'individuo di cambiare le cose del mondo facendo leva non sul potere acquisito per rango o per posizione politica, ma sulla forza delle proprie passioni. Giovanna ci dice che ogni cosa è possibile se la si vuole con tutta la propria forza. Sono i caratteri generali ed archetipici del personaggio che lo spettacolo mette in campo, non la sua dimensione storica. Una Giovanna in equilibrio tra delicatezza e forza, tensione metafisica ed azione, stupore giovanile e ispirata potenza di lotta.
Pur alimentato dalle letture dei testi di Schiller, Shaw, Brecht, Anouilh, Claudel, dedicati all'eroina di Orleans, il lavoro è sostanzialmente tratto dal più recente poemetto della Spaziani, che ne ispira la struttura e del quale utilizza suggestioni e frammenti testuali, immettendoli in un iter scenico fortemente ritmato e compatto, che combina strettamente parola, movimento, suono e luce.
Nel lavoro, la danza è soprattutto gesto, scambio tra corpo e visione, assimilazione nel movimento del paesaggio scenico, atto teatrale.
La parola affiora dal corpo e dalla danza. Non come narrazione diretta, ma come poesia in atto: articolata e profondamente integrata nel tessuto spazio-temporale dello spettacolo.
La luce ha ruolo di rilievo. Non è solo funzione. Né contorno. E' immagine. Ed azione: necessaria, fusa con le altre componenti del lavoro, insieme alle quali definisce tempi, ritmi, "voci", visioni.
Roma, Teatro Furio Camillo, via Camilla 44, tel. 06.78347348