Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
0532 761642 FAX 0532 761642
WEB
Lari Guidi
dal 4/3/2011 al 19/3/2011
dal lunedi al venerdi 17-20, sabato e festivi 11.-12.30 e 17-20

Segnalato da

Paolo Volta



approfondimenti

Lari Guidi
Gianni Cerioli



 
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4/3/2011

Lari Guidi

Galleria del Carbone, Ferrara

Dove corri piccolo uomo! L'installazione che apre la mostra abbina alla pesantezza del bronzo altre forme lineari di metallo. Il gesto dinamico della corsa viene come proiettato sulla parete di fondo, restando alla fine un puro contorno di anime vuote.


comunicato stampa

a cura di Gianni Cerioli

Una scultrice che riesce a cogliere il suo tempo è un'artista che ha il privilegio di vedere il mondo da un'angolazione particolare. Attenta a quello che avviene intorno a lei in ogni momento della vita, non smette mai di riflettere, di indagare, di vedere. Di lanciare, anzi, una infinita quantità di prolungate occhiate o di acutissimi colpi d'occhio su quanto la circonda e ci circonda. Sono sguardi che penetrano nelle “sostanze” delle cose inconsistenti della società dei consumi.

Lari Guidi nelle sue opere ha la levità di una mano felice e il pensiero critico di un sociologo di avanguardia. Tutto il suo campo di azione sembra fermarsi alla coroplastica invece, in continuazione, sposta l'accento sulla cognizione di una società che tende a marchiare ogni frammento animato e inanimato del mondo in cui viviamo come oggetto di consumo.

La velocità stordisce le persone, esorcizzando la paura del cambiamento. Se tutto cambia a velocità vertiginosa, perché avere paura di quello che è già passato? Perché fermarsi a contemplare un tempo che corre verso altri effimeri traguardi? I paletti in continuazione sono spostati, modificati nei regolamenti di segno e di senso, affidati a giudici di gara ogni volta diversi.

Paura e desiderio minano dall'interno il gioco delle pause riflessive. Il nostro piccolo uomo, preso dalla foga della corsa, corre sempre più veloce. L'installazione che apre la mostra abbina alla pesantezza del bronzo altre forme lineari di metallo. Il gesto dinamico della corsa viene come proiettato sulla parete di fondo, restando alla fine un puro contorno di anime vuote.

I rapporti di scala si sono modificati nella società liquida tutta presa dal moto perpetuo del suo incessante girare. La figura umana diventa una piccola forma replicata e replicante che si riconosce solo per l'atteggiamento di corsa-fuga. Quali figurine apotropaiche, esse vengono offerte alla gestione delle scorie di un nuovo tempio di una divinità senza regno.

Ribaltati i rapporti tra uomo e natura, anche i prodotti della terra assumono profili fuori scala. La grossa mela segnata dai percorsi dei piccoli uomini in fuga riporta nel gioco delle immagini la suggestione di una nuova torre di Babele. È un'azione, quella della corsa veloce, che scava nella materia succosa della polpa del frutto una sorta di straniante trincea.

Le frutta offerte su grandi vassoi sono allora una nuova sfida alla divinità. Abitate come sono da omini in fuga, esse creano altri moti dell'animo all'interno delle linee di forza che le compongono. La carezza dello smalto vela la terracotta come un'epidermide. L'occhio del riguardante si ferma a seguire linee e forme.

Certo, è un istante appena. Subito la velocità riprende. Basta girare lo sguardo e le posizioni sono già mutate. Eppure la nostra scultrice ci consegna queste forme di frutti e di vegetali nella loro preziosa maturità. Nel fermo immagine della scultura, le ha tolte al destino della discarica che le attenderebbe.

Anche i fiori, incrociati e imbastarditi nel loro patrimonio genetico da mille manomissioni, si ergono come laiche crocefissioni di una natura violata. Ai piedi di queste nuove croci l'omino che corre vive per sopravvivere. Vuole riappropriarsi di quello che gli è stato tolto: la sua esistenza autentica, la sua identità perduta.

Eppure con un colpo d'ala l'omino pensa di essere diventato simile agli dei. La continua accelerazione gli permette di entrare in più esistenze una dietro l'altra. Questa è una cosa del tutto nuova che le età precedenti non hanno conosciuto. Nel presente dilatato dell'epoca attuale anche le malinconie dell'Io assumono allora valenze diverse.

La materia fisica e psichica dell'essere umano vengono metabolizzate dalla velocità. È una nuova forma di alchimia: prima homunculus fugens ora homunculus aureus. Eccolo brillare della materia più preziosa, ma la forma che ancora lo connota è quella dell'omino che fugge da sé, dagli altri, da tutto. La trasmutazione aurea ha colto solo le superfici.

Lari Guidi gioca con le immagini e le idee, media sapientemente le istanze del sensibile. Leviga, patina, accarezza e allo stesso tempo raschia e appallottola, mette allo scoperto. Usa in modo attento e preciso le crettature. La sua volontà di consegnarci un'arte che ha conosciuto la doppia azione del fuoco diventa un modo per segnare un cammino dell'arte meno fittizio e deperibile.
Gianni Cerioli

inaugurazione 5 marzo ore 18

Galleria del Carbone
via del Carbone, 18/A - Ferrara
Dall lunedi al venerdì 17.00-20.00, sabato e festivi 11.00-12.30/17-20.00
Ingresso libero

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