Istituto Giapponese di Cultura
Roma
via Antonio Gramsci, 74
06 3224754 FAX 06 3222165
WEB
Giappone 900
dal 13/3/2011 al 1/5/2011
lun-ven 9-12.30 e 13.30-18.30, mer fino alle 17.30, sab 9.30-13

Segnalato da

Istituto Giapponese di Cultura




 
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13/3/2011

Giappone 900

Istituto Giapponese di Cultura, Roma

La Collezione dell'Istituto Giapponese di Cultura in Roma. La mostra e' articolata in due sezioni che comprendono pitture in stile giapponese e occidentale, xilografie, stampe, sculture e lacche realizzate dai maggiori autori giapponesi del secolo scorso. Il 14 marzo alle ore 18,30 conferenza della curatrice Mayumi Koyama.


comunicato stampa

Pittura, ceramica e arti applicate
a cura di Mayumi Koyama

L’Istituto Giapponese di Cultura espone al pubblico la propria collezione di opere d’arte, articolandola in due sezioni che comprendono pitture in stile giapponese e occidentale, xilografie, stampe, sculture e lacche realizzate dai maggiori autori giapponesi del secolo scorso.
Tra le stampe, opere di Shiko Munakata, Yozo Hamaguchi e Yayoi Kusama; nella sezione pittura spiccano invece i nomi di Kaii Higashiyama, Heihachiro Fukuda, Seison Maeda e Hoshun Yamaguchi per lo stile giapponese (nihonga) e Kenzo Okada, Kaoru Yamaguchi, Yoshishige Saito, Kazu Wakita, per lo stampo occidentale.
Ceramica e arti applicate sono rappresentate dall’estro di Katori Masahiko, Naito Shiro e altri.

Immagine: Kusama Yayoi, Zucca

Istituto Giapponese di Cultura
via Antonio Gramsci, 74 Roma
Orari: lunedi-venerdi 9.00-12.30/13.30-18.30
mercoledi fino alle 17.30
sabato 9.30-13.00

L’Istituto Giapponese di Cultura espone al pubblico, nelle due distinte sezioni (stampe e pittura, ceramica e arti applicate), la propria collezione di opere d’arte, che comprende pitture in stile giapponese e occidentale, xilografie, stampe, sculture e lacche realizzate dai maggiori artisti giapponesi del secolo scorso. Tra le stampe, opere di Yayoi Kusama, Saito Yoshishige, Munakata Shiko; nella sezione pittura spiccano invece i nomi di di Kaii Higashiyama, Heihachiro Fukuda, Seison Maeda e Hoshun Yamaguchi per lo stile giapponese (nihonga) e Kenzo Okada, Kaoru Yamaguchi, e Kazu Wakita, per lo stampo occidentale. Ceramica e arti applicate sono rappresentate dall’estro di Hamada Shoji, Naito Shiro, Arakawa Toyozo e altri.

Mayumi Koyama
Laureata in arte tradizionale giapponese all'Università Nazionale di Belle Arti di Tokyo, è conservatrice onoraria della collezione d'arte orientale Garda di Ivrea, per la quale ha organizzato due campagne di restauro delle lacche e varie mostre. Ha collaborato con diversi Istituti di ricerca internazionali per la conservazione delle opere e pubblicato varie saggi e cataloghi sui rapporti storico-artistici tra Giappone e Europa, dal XVI al XIX secolo, in particolare nel settore della lacca.
“L’edificio dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma, completato nel 1962, costruito su progetto dell’architetto Isoya Yoshida, è improntato allo stile tradizionale giapponese shindenzukuri, così come gli interni, arricchiti da un consistente corredo di opere d’arte giapponesi. Al momento della fondazione dell’Istituto, all’inizio degli anni Sessanta, periodo in cui il mondo artistico giapponese era già conosciuto e ancora non erano nate le nuove generazioni del Dopoguerra; un periodo affatto particolare, in cui gli artisti ingaggiarono una costruttiva competizione. Da tale fermento emersero figure di alto valore artistico e chiara fama.

I lavori inclusi nella collezione dell’Istituto, come la pittura nihonga di Kaii Higashiyama, Heihachiro Fukuda, Seison Maeda, Hoshun Yamaguchi, o la pittura in stile occidentale di Kenzo Okada, Kaoru Yamaguchi, Yoshishige Saito, Kazu Wakita e altri ancora, portano dunque il nome degli artisti più rappresentativi dell’epoca. Per esigenze di spazio devo tralasciare la presentazione dettagliata di ciascun artista, molti dei quali, al momento della fondazione dell’Istituto, hanno realizzato opere su commissione del Ministero degli Affari Esteri, come nel caso della serie di Susino bianco e rosso di Seison Maeda, la cui omonima opera realizzata per l’Istituto è giudicata la migliore, ed ha oggi raggiunto un valore ragguardevole. E non è esagerato affermare che l’Istituto vanti una summa della pittura giapponese degli anni Sessanta, una panoramica condensata fatta dei capolavori degli artisti più noti, come Verde colle di Higashiyama, Bambù di Fukuda, Viso di fanciulla di Yamaguchi, Fuoco di campo di Wakita, Concentrazione di Domoto, Purple di Okada, o le due splendide stampe di Shiko Munakata. Anche il gruppo delle ceramiche e delle stampe contemporanee include pezzi di tutto rispetto. Sebbene le definisca contemporanee, in entrambi i casi si tratta di capolavori degli anni Sessanta.
La collezione fittile prevede difatti quattordici pezzi di pregio tra cui alcune opere di artisti dichiarati Tesoro Nazionale Vivente. Il Ministero degli Affari Esteri, in occasione della fondazione dell’Istituto, pensò di acquisire in toto il gruppo delle opere giapponesi allora impegnate in una mostra itinerante nell’Europa dell’Est.
La selezione fu a cura del noto critico d’arte Fujio Koyama, il quale riunì grandi capolavori a firma di Toyozo Arakawa, Hajime Kato, Kei Fujiwara, Kenkichi Tomimoto e altri, la cui acquisizione oggi sarebbe impensabile. Anche la sezione delle stampe comprende opere importanti realizzate negli anni Sessanta e Settanta. Come è noto, le stampe giapponesi, a partire dal dopoguerra, furono protagoniste di concorsi internazionali di rilievo, come Venezia, Lugano e Lubiana, andando a costituire un campo artistico di forte richiamo”.

Immagine: Kusama Yayoi, Zucca

Lunedì 14 marzo ore 18,30 conferenza di Mayumi Koyama dal titolo "Le prime raccolte d'arte giapponese in Italia"

Istituto Giapponese di Cultura
via Antonio Gramsci, 74 Roma
Orari: lunedi-venerdi 9.00-12.30/13.30-18.30
mercoledi fino alle 17.30
sabato 9.30-13.00
Ingresso libero

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