Maison des Arts
Creteil
1 Place Salvador Allende
01 43775161

Cecilia Mangini
dal 26/3/2011 al 2/4/2011
WEB
Segnalato da

Cinema del Reale



 
calendario eventi  :: 




26/3/2011

Cecilia Mangini

Maison des Arts, Creteil

La rassegna cinematografica presenta tutti i cortometraggi dell'artista e il lungometraggio 'All'armi siam fascisti' (1961); la mostra presenta una selezione di circa 80 fotografie realizzate da Mangini fra il 1952 e il 1965, tra realismo e impegno sociale. A cura di Claudio Domini.


comunicato stampa

“CECILIA MANGINI_ visioni e passioni” è una rassegna itinerante sull’attività cinematografica e fotografica di una delle più importanti cineaste italiane, prima donna a realizzare film documentari nel dopoguerra, autrice di lungometraggi e di più di quaranta cortometraggi, in gran parte realizzati insieme al marito Lino Del Fra.

Cecilia Mangini ha saputo dare vita ad alcune delle più belle immagini dell'Italia degli anni ‘50 e ‘60”, mettendo in evidenza la transizione del paese (che si allontanava, lentamente, anche dal fascismo) verso un’organizzazione industriale.
La sua macchina da presa ha esplorato l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, spesso volgendo lo sguardo al Sud, alla Puglia e al Salento, per cercare i rituali di una cultura antica che scompariva travolta dalle veloci trasformazioni imposte dal boom economico.

La rassegna, ideata e realizzata da Archivio Cinema del reale, Officina Visioni e Big Sur, con la direzione artistica di Paolo Pisanelli, verrà presentata per la prima volta alla Maison des Arts di Créteil (Paris) dal 27 marzo al 3 aprile 2011 nell’ambito del Festival International de Films de Femmes. Tutti i film selezionati saranno presentati in versione originale con sottotitoli in francese nel programma del prestigioso Festival International de Films de Femmes, che offre la rassegna più approfondita finora dedicata in ambito internazionale alla cineasta italiana.

La selezione comprende:
I Cortometraggi:
• Stendali (doc., 1960)
• Ignoti alla città (doc., 1958)
• La canta delle marane (doc., 1962)
• Tommaso (doc., 1965)
• Felice Natale (doc., 1965)
• Maria e i giorni (doc., 1959)
• Essere donne (doc., 1964)
• La briglia sul collo (doc., 1971)
• V. & V. di Lino Del Fra (doc. 1970) in collaborazione con Cecilia Mangini

Il lungometraggio :
• All'armi siam fascisti (doc., 1961)

http://www.filmsdefemmes.com/+-Cecilia-MANGININ-+.html?annee=2011

Il programma

Maison des Arts di Créteil (Paris)

Domenica 27 marzo
ore 12.00 (Petite salle)
V.& V. di Lino Del Fra

ore 15.30
Vernissage mostra
L’impero dell’immagine
Cecilia Mangini fotografa, 1952-1965
A cura di Claudio Domini

ore 16.30 (Petite Salle)
Masterclass di Cecilia Mangini
Stendalì
Essere donne
La canta delle marane
Felice Natale

Martedì 29 marzo
ore 19.00
Tavola rotonda
"Des dictatures en héritage"

alle 21.00 (Grande Salle)
All'armi siam fascisti
(forum+proiezione in partenariato con Arte)

Mercoledi' 30 marzo
ore 16.30 (Petite Salle)
Ignoti alla città

Venerdì 1 aprile
ore 14.00 (Petite salle)
Tommaso

Sabato 2 aprile
ore 16.30 (Petite Salle)
Maria e i giorni

Domenica 3 aprile
ore 15.00 (Petite Salle)
La briglia sul collo

Cecilia Mangini
Cecilia Mangini (Mola di Bari, 1927) cineasta, documentarista e fotografa, fin dall’inizio del suo lavoro, porta uno sguardo impegnato, attento e personale sull’individuo e la società, dedicando un’attenzione particolare ai temi della marginalità, dell’immigrazione e delle ingiustizie sociali.
Prima donna a girare documentari nel dopoguerra, autrice di alcuni lungometraggi e di più di quaranta cortometraggi, in gran parte realizzati insieme al marito Lino Del Fra, ha saputo mettere in evidenza la transizione del suo paese (che si allontanava, lentamente, anche dal fascismo) verso un’organizzazione industriale. La sua macchina da presa ha esplorato l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, spesso volgendo lo sguardo al Sud, alla Puglia e al Salento, per cercare i rituali di una cultura antica che scompariva travolta dalle veloci trasformazioni imposte dal boom economico. Nel 2009 Cecilia ha ricevuto a Firenze la Medaglia del Presidente della Repubblica, «per aver trasmesso alle generazioni future, attraverso la sua attività di cineasta documentarista, alcune delle più belle immagini dell'Italia degli anni ‘50 e ‘60”.

Il suo itinerario incrocia quelli di Vittorio De Seta, Gianfranco Mingozzi, Florestano Vancini, Vasco Pratolini, Pier Paolo Pasolini. Dalla sua collaborazione con quest’ultimo nascono tre cortometraggi a carattere etnologico Ignoti alla città (1958), Stendali’ (1960) e La canta delle marane (1962).
Oltre a questi cortometraggi, il Festival proporrà una selezione di suoi film, che includerà il mediometraggio Essere Donne (1964), un’inchiesta sulla condizione femminile, in particolare delle lavoratrici, ai tempi del boom economico e Allarmi siam fascisti , un film che indaga il fascismo dalle sue origini, dall’appoggio del capitalismo agrario e industriale, fino alle sue successive ramificazioni nei vari Paesi europei, realizzato utilizzando esclusivamente materiali di repertorio che vanno dall’inizio del Novecento fino ai fatti di Genova nel 1960, su un testo di Franco Fortini.

“Quando ho iniziato a fare il mio primo documentario era il 1958. All’epoca ero anche una fotografa, lavoravo per i giornali e poi fotografavo anche per conto mio, perché mi piaceva tantissimo, la fotografia era come una radiografia della realtà. In una Italia ridotta in briciole, arrivano i film di Rossellini, De Sica, che ci insegnano a ritrovare un’identità. Noi ragazzi ci sentivamo traditi dal fascismo, e il cinema ci ha traghettato verso una soluzione non tragica, era un modo di ricominciare a ritrovare se stessi. (…)
Se mi si chiede cosa sono, io rispondo “sono una documentarista”. Anche se da anni non si girano più documentari, per sempre si resta documentaristi.. E’ vero, ho privilegiato una visione documentaria della realtà, a partire dalle stesse condizioni materiali e produttive del documentario, dalla libertà espressiva che gli è connaturata. (…) Sono convinta che il documentarista è un cineasta assai più libero del regista di film di finzione, ed è per questo, per la mia indole libertaria con cui convivo fin da bambina, che ho voluto essere una documentarista. Il documentario è il modo più libero di fare cinema, e non solo dal punto di vista produttivo perché resta un genere povero, nel quale i produttori intervengono scarsamente: ecco, sebbene un documentario possa esser scritto e pensato sequenza per sequenza, sebbene dipenda da un trattamento iniziale, mantiene in sé una permeabilità alle sorprese della realtà che la finzione non si può permettere proprio perché vincolata al denaro. Se accade un evento imprevisto lo si gira. (…) Il bello del documentario è capire a 360 gradi la realtà che si sta filmando, rimanendo sempre in ascolto, sempre in attesa di qualcosa che paradossalmente può arricchire il progetto originario: quando questo evento si materializza e lo si riesce a cogliere con la macchina da presa, allora si ha in bocca un sapore di verità che nessun film di finzione può avere: è la kinopravda di Vertov, i famosi 24 fotogrammi di verità al secondo…
E ancora oggi, a meno che non sia inquinato dalla sciatteria televisiva, il documentario continua a essere un momento di libertà nel frastuono del cinema pieno di effetti speciali da cui siamo bombardati.” Cecilia Mangini
Sinossi dei film

All'armi siam fascisti
1961, 113 min, colore, v.o. italiano
regia: Cecilia Mangini, Lino Del Fra, Lino Miccichè
testo: Franco Fortini
Composto esclusivamente di materiale di repertorio che va dall’inizio del Novecento fino ai fatti di Genova nel 1960, il film indaga il fascismo dalle sue origini, dall’appoggio fornito al regime dal capitalismo agrario e industriale, fino alla sua diffusione nei vari Paesi europei. Una grande opera che pone una riflessione profonda sulle immagini di propaganda e sulle atrocità di un regime fondato sulla menzogna.

Ignoti alla città
1958, 11 min., 35 mm, colore, v.o. italiano
regia e sceneggiatura: Cecilia Mangini
testo: Pier Paolo Pasolini
Un racconto dell'esistenza, dell'ambiente, dei sogni dei ragazzi di vita delle borgate romane, in un racconto a metà fra il reportage e lo sguardo poetico su un mondo nascosto. Il primo degli eccezionali cortometraggi nati dalla collaborazione con lo scrittore Pier Paolo Pasolini.

Maria e i giorni
1959, 10 min., 35 mm, col., v.o. italiano
regia e sceneggiatura: Cecilia Mangini
Il ritratto affettuoso di Maria, una delle ultime fiere rappresentanti di quella millenaria civiltà contadina che il progresso economico hanno cancellato per sempre. Il documentario è girato nelle campagne di Mola di Bari, nei luoghi d’infanzia della regista.

Stendalì (Suonano ancora)
1959, 11 min., 35 mm, col., v.o. italiano
regia e sceneggiatura: Cecilia Mangini
testo: Pier Paolo Pasolini
L'ultima testimonianza di un lamento funebre in lingua grika, realizzato a Martano, comune della Grecìa salentina, sulla spinta delle lezioni del cinema sovietico e dell'etnologo Ernesto De Martino.
Una “messa in scena della realtà” di straordinario impatto visivo e sonoro.

La canta delle marane
1961, 10 min., 35 mm, colore, v.o. italiano
regia: Cecilia Mangini
testo: Pier Paolo Pasolini
Il nostalgico addio al mondo incantato delle marane, luoghi magici per i giovani abitanti delle sterminate periferie romane. Uno dei capolavori del cinema documentario italiano, musicato da Egisto Macchi sul bellissimo testo “romanesco” di Pier Paolo Pasolini.

Tommaso
1965, 11 min., 35 mm, b/n, v.o. italiano
regia: Cecilia Mangini
L'arrivo della grande industria in una cittadina del Sud visto con gli occhi, ingenui e abbagliati dalle promesse del benessere, di un ragazzo che insegue il sogno di avere un motorino.
Uno straordinario intreccio di voci e visioni che trasportano lo spettatore nel mezzo delle contraddizioni della città di Brindisi.

Felice Natale
1965, 13 min., 35 mm, b/n e col., v.o. italiano
regia e sceneggiatura: Cecilia Mangini
Con ironia la Mangini denuncia, coraggiosamente e con un certo anticipo sui tempi, i falsi miti del consumismo e della moda. La cinepresa si muove leggera, attenta e curiosa tra i bambini che affollano le bancarelle in Piazza Navona a Roma nel giorno dell’Epifania.

Essere donne
1965, 28 min., 35 mm, b/n e col., v.o. italiano
regia e sceneggiatura: Cecilia Mangini
Agli inizi degli anni Sessanta tabacchine, braccianti, emigranti vedevano nella fabbrica un salto di qualità per la propria esistenza.
Il film analizza la difficile condizione femminile nel mondo del lavoro, in un viaggio che esplora il Nord e il Sud d’Italia indagando i temi della fabbrica e della condizione femminile e giovanile, nel tentativo di svelare i meccanismi dell’allora nascente capitalismo italiano e i drammi sociali che si nascondevano dietro il boom economico.

V. & V.
1970, 16 min, colore, v.o. italiano
Regia: Lino Del Fra, in collaborazione con Cecilia Mangini
Un documentario su una relazione amorosa in cui il privato e la politica si fondono e si alternano nelle storie dei due studenti protagonisti. Le immagini pudiche ed efficaci relative alle carezze e ai corpi di una coppia di giovani attivisti militanti alternate ai discorsi ideali e a una pratica rivoluzionaria vissuta nel quotidiano: la “contestazione giovanile”raccontata attraverso due vite reali.

La mostra fotografica
L’impero dell’immagine.
Cecilia Mangini fotografa, 1952-1965

a cura di Claudio Domini
progetto e organizzazione
Errata Corrige
NodoDocFest
in collaborazione con
Archivio Cinema del reale
Mediateca Provinciale di Gorizia

La storia della fotografia declinata al femminile ha avuto ben poco spazio in Italia nel corso del Novecento, almeno fino ad una più prodiga fin de siécle, in cui le ragioni dell’emancipazione hanno investito tutti i campi della vita sociale e culturale. Il binomio donna e fotografia si è così manifestato fino agli anni Settanta prevalentemente davanti alla macchina fotografica, dietro cui c’era quasi sempre un uomo.
Anche per queste ragioni appare del tutto eccezionale il contributo offerto da Cecilia Mangini alle vicende della cultura visiva italiana, già sufficientemente noto ed apprezzato per ciò che riguarda la sua attività di documentarista, praticata in frequente connubio con il marito Lino Del Fra, molto meno per ciò che riguarda la sua produzione fotografica, che solo in questa occasione trova un primo, doveroso riscontro di carattere antologico.
Concepita in stretto legame con la produzione cinematografica, di cui spesso condivide i soggetti, la mostra presenta una selezione di circa 80 fotografie realizzate da Cecilia Mangini fra il 1952 e il 1965 all’insegna di un realismo congiunto all’impegno sociale. Si comincia con una serie ambientata fra le desolate cave di pietra pomice di Lipari, si prosegue con le periferie di Milano, con la Firenze dei romanzi di Pratolini e i lavoratori della Val d’Arno, si conclude con il reportage in Vietnam nel quale la Mangini raggiunge la punta più matura delle sue esperienze fotografiche.


Cinema del reale
Cinema del reale è un progetto dedicato agli autori e alle opere cinematografiche e video che offrono descrizioni e interpretazioni personali e singolari delle realtà passate e presenti nel mondo e rivelano generi documentari differenti: film sperimentali, film-saggio, diari personali, film di famiglia, grandi reportage, inchieste storiche, narrazioni classiche, racconti frammentari… Opere di autori conosciuti o meno noti, con diversi orizzonti geografici, politici e culturali, sono espressione di un cinema “povero”, dotato di risorse economiche limitate, ma capace di sperimentare ogni possibilità di linguaggio audiovisivo e dotato di straordinarie capacità inventive e comunicative.
Archivio Cinema del reale realizza eventi e rassegne cinematografiche che mirano a promuovere e diffondere la conoscenza del cinema documentario italiano all’estero, in collaborazione con istituti italiani di cultura, università, fondazioni e associazioni. Tra le esperienze realizzate: New York febbraio 2007 (in collaborazione con Scuola di Sceneggiatura Tracce e Casa Italiana Zerilli-Marimò), Cracovia 2008 (in collaborazione con Muzyka i Swiat Festival, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia e Manggha Centrum - Istituto di Cultura Giapponese a Cracovia), Berlino 2009 (in collaborazione con Zeughauskino Kinemathek , Università popolare di Berlino e con Babylon Kino), Roma 2009 (in collaborazione con Apollo 11), Vienna 2010 (in collaborazione con Associazione Carnevale, Istituto Italiano di Cultura di Vienna, Top Kino, Zeughauskino Kinemathek).

Big Sur
Big Sur è un laboratorio dove si elaborano progetti di intervento sul territorio, un luogo sempre aperto all'incontro e allo scambio attraverso produzioni grafiche, fotografie, riviste, film-documentari, manufatti e produzioni di eventi culturali. Big Sur scrl dal 1998 ha realizzato campagne pubblicitarie, progetti grafici e di immagine coordinata, per enti, istituzioni, aziende, associazioni e ha ideato e prodotto la realizzazione di importanti manifestazioni culturali. Nel settore della produzione cinematografica ha prodotto circa venti film documentari premiati in Italia e all’estero, è una delle società più attive in Puglia e nel Sud Italia. Big Sur ha curato l’organizzazione e prodotto documentari per importanti emittenti televisive europee: Arte-ZDF, Canal Plus, Planète, Tele+, ORF2, Cult/SKY; RSI.

OfficinaVisioni
L’Associazione Culturale OfficinaVisioni nasce come raggruppamento informale nel 2009 e si costituisce come associazione culturale nel 2010. OfficinaVisioni promuove lo sviluppo del territorio con i mezzi della produzione culturale e dell’azione solidale orientata a scavalcare gli steccati politici e sociali a livello locale e internazionale. OfficinaVisioni ha lo scopo di promuovere la maggior diffusione degli aspetti della cinematografia connessi alla cultura, alla tecnica e alle attività professionali della pratica cinematografica e di valorizzare il patrimonio cinematografico e audiovisivo nazionale ed estero, svolgere attività di ricerca e sperimentazione nel campo della comunicazione multimediale che utilizzi strumenti audiovisivi, fotografici, sonori, librari, iconografici e delle nuove tecnologie. OfficinaVisioni ha ideato e realizzato in collaborazione con Big Sur e Archivio Cinema del reale: La festa di Cinema del reale (Salento, edizioni 2009 - 2010), Musikì (Salento, edizioni 2009 – 2010), Finis Terrae – Visioni del Sud (Vienna 2010), il seminario “Filmare la musica e il territorio” (Salento, 2010), il seminario “Filmare il territorio” (Carbonia, 2010).
Ha prodotto il film documentario “Ju tarramutu”, regia di Paolo Pisanelli (Italia, 2010) in co-produzione con Big Sur e PMI. Ha curato la produzione esecutiva del documentario “Buone Prassi crescono” (2010), commissionato da Associazione Italiana Persone Down.
Ha ideato e curato le fasi di progettazione di RadioUèb! La radio in pillole in collaborazione con Centro Diurno via Montesanto – ASL Roma E che inizierà la programmazione nel primo trimestre del 2011.

CECILIA MANGINI_ visioni e passioni
Direzione artistica : Paolo Pisanelli
Comunicazione: Francesco Maggiore, Alessandro Colazzo
Organizzazione: Sergio Quarta, Federica Facioni
Web: Amir Simone Tarighinejad
Segreteria: Paola Maggiore
Traduzione francese: Marion Giraud
Sottotitoli: Matteo Gherardini
www.cinemadelreale.it

Inaugurazione Domenica 27 marzo, ore 12

Maison des Arts di Créteil
1 Place Salvador Allende, Creteil

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Cecilia Mangini
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