Galleria Nilufar
Milano
via della Spiga, 32
02 780193 FAX
WEB
Diagrammi / Atomi
dal 10/4/2011 al 30/5/2011
martedi-sabato 10-19,30, lunedi 15-19,30
02 89699706

Segnalato da

Benedetta Rutigliano




 
calendario eventi  :: 




10/4/2011

Diagrammi / Atomi

Galleria Nilufar, Milano

Atomi investiga il tema dell'unita' abitativa, raccogliendo i paesaggi domestici immaginati, concepiti e prodotti ad hoc di otto designer. Diagrammi e' un'installazione di Buzz Indipendent Design.


comunicato stampa

DIAGRAMMI Buzz Indipendent Design…
"DIAGRAMMI" è una installazione costituita da tre elementi lineari per una lunghezza complessiva di circa 7m., accostabili tra di loro: una libreria planare, una sorta di consolle componibile dove collocare piccoli oggetti, libri, vasi, immagini.

Fanno da fondale a questa struttura verticale, leggera e sottile, due grandi pannelli liberamente collocabili, con immagini di arte moderna.
Il risultato di questo progetto, realizzato in piccola serie, è quello di costruire una sorta di diagramma dove il linguaggio del design si contamina con rami di albero, pittura moderna, lampade: una struttura semplice, leggibile come uno spartito musicale, che può essere accostata alla parete o collocabile al centro dell’ambiente.

Questo oggetto trasparente ma complesso, integrato e liberamente utilizzabile, rappresenta una sorta di sezione della densità e delle contraddizioni dello spazio contemporaneo; una soglia attraversabile quasi priva di spessore, che segue un perimetro e indica una direzione che non esistono.
Andrea Branzi
Gennaio 2011

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"Atomi" investiga il tema dell'unità abitativa, raccogliendo i paesaggi domestici immaginati, concepiti e prodotti ad hoc di otto tra i più apprezzati e promettenti architetti e designer di oggi. Sintesi di personali concezioni dell'habitat, visioni onnicomprensive e totalizzanti, la mostra si prospetta come un succedersi e compenetrarsi di luoghi immaginari, inedite realizzazioni, cifre di stile fortemente connotate e diversificate. Ricerca e memoria, invenzioni, repechâge e reinvenzioni, eleganti trame estetiche e destabilizzanti illusioni ottiche, realtà e rappresentazione, si confrontano e si confondono in questi ambience di oggi.
Tra realtà e surrealtà, pathos e humour, passato e futuro.

Con Bethan Laura Wood, giovane progettista inglese ex-allieva di Martino Gamper, l'habitat si configura come un altro pianeta, come un paesaggio fantascientifico.

Impreziositi da una personale contemporanea rivisitazione della "marqueterie" settecentesca, i suoi "moon rock tables", disseminati nello spazio, sorreggono infatti una serie di punti luce in vetro trasparente. Lampade che, come degli "ziggurat" o delle architetture immaginarie, compongono uno scorcio lunare, uno skyline caratterizzato da affascinanti fantasiose articolazioni modulari, magiche sovrapposizioni di forme trasparenti e leggere come bolle d'aria.

La "Cabin Seat" dell'olandese Studio Makkink & Bey è un habitat sopraelevato, un contesto unipersonale nel quale ripararsi e appartarsi outdoor, evocativo dei pezzi "fai da te" del modellismo. Composta di elementi piani già ritagliati, numerati e trattati con vernici diverse nei lati esterno e interno, la mini architettura in multiplex implica un elementare manuale iter di montaggio. Come illustra Makkink & Bey, la costruzione, che "disegna uno spazio. Uno spazio nel quale sostare e lavorare. Uno spazio che diventa prodotto" è generata e numerata da uno speciale computer. E corredata di sedile e aggettante piccolo desk trasforma l'habitat in un organico continuum, un cortocircuito di elementi strutturali e decorativi, architettura e design, contenitore e contenuto.

Così l'architetto Marco Ferreri descrive il suo environment realizzato con marmo bianco di Carrara e immaginato come un monolite inscindibile, un continuum di pavimento e arredi: "Gli arredi, icone del nostro tempo, nascono dal pavimento. Spazio nello spazio un soggiorno di marmo, camino compreso. Due poltrone, un tavolo e una libreria, Carrara bianco." E, non a caso, l'ha intitolato "Immobili", immaginando una specie d'incantesimo che sembra avere fermato il tempo e congelato la concezione dello spazio. Con ironica prevedibilità i suoi "immobili" evocano fantasmatici Saarinen, Le Corbusier, Polvara.E configurano una cornice convenzionale, impersonale d'arredo. Un'organizzazione omologata stereotipa dell'interior moderno, che Ferreri non manca di "riscaldare" con la presenza di un caminetto.

Le litomatrici, lastre di zinco per la stampa litografica utilizzate dal padre Piero negli anni Cinquanta, ispirano e improntano il microcosmo progettato per questa mostra da Barnaba Fornasetti. Che quelle lastre originali ha utilizzato per realizzare un lampadario "Litoplissè II", un portariviste "Litomatrice Borsa", una sedia "Litomatrice Vienna", una scatola "Litomatrice Ottagono", un tavolino "Litomatrice Frammenti Romani", un tavolo "Litomatrice Fasi del Sole" posto su un tappeto "Emisferi". E inoltre, una parete di specchi "Litomatrice" che include, i temi "Re Regina Fante", "Bassorilievi"e "Cammei". Pezzi unici i suoi compongono l'arredo della "Stanza dei Glifi", che comprende inoltre una parete-boiserie attrezzata e un appendiabiti con mensole e vano portaombrelli, essi pure rivestiti con lastre di zinco. È una “wunderkammer” a forma di rettangolo allungato, che pare surrealmente librarsi tra le nuvole, ritoccate a mano per l'occasione, di una nuova carta da parati Fornasetti. Vi si accede da una porta in vetro acidato, pezzo originale di Piero Fornasetti proveniente dallo studio dell'architetto Melchiorre Bega.

“Composizioni” di Martino Gamper è uno spazio definito e delimitato da mobili attrezzati a sviluppo modulare. Realizzati a mano ed industrialmente , i suoi elementi in legno, cuoio, metallo possono essere composti e assemblati in modi diversi e personali grazie a un sistema di corsie a incastro studiato ad hoc. Alveare di contenitori per oggetti, mensole per libri, lampade, piani di servizio e di lavoro di varie dimensioni, l'habitat prospettato da Gamper, designer originario di Merano, che risiede e lavora a Londra dalla fine degli anni Novanta, genera, da un'affascinante e inconfondibile interazione di artigianalità e tecnologia, memoria e invenzione. Trasformato in materiale di lavoro, in concreta risorsa di materiali, linee, volumi, lavorazioni, il design preesistente, trovato, collezionato, e quindi decostruito, smembrato, liberamente recuperato nella concezione-costruzione di nuove forme è all'origine della sua cifra progettuale, considerata una delle più originali e affascinanti di oggi. Basti pensare a "100 sedie in 100 giorni", progetto museale e itinerante, acquisizione della Galleria Nilufar, esposto a Londra nel 2007, a Milano presso Triennale Design Museum nel 2009, a San Francisco USA presso YBCA e in Francia a Firminy presso la Chiesa Saint-Pierre Le Corbusier nel 2010, che l'ha velocemente affermato su scala internazionale.

Utilizzando marmo rosso di Levanto per le basi e rame, un metallo duttile e cangiante invecchiato ad arte, per i paralumi, che sono caratterizzati da sofisticati inaspettati tagli e piegature, il giovane designer toscano Giacomo Ravagli ha realizzato in esclusiva per Nilufar una famiglia di "Barometro Lamps", luci da tavola e da pavimento che implicano un paziente lavoro di scultura del marmo e curvatura del metallo, e proiettano un fascio di luce denso e frastagliato. Privilegiando un medium tipicamente associato con ricchezza e potere come il marmo, Ravagli, che si è formato nelle botteghe artigiane di Pietrasanta e che oggi vive e lavora tra l'Italia e New York, concepisce pezzi unici, architetture e spazi che rivelano una tensione tra la lussuosa connotazione del materiale e una certa assurdità delle forme o dei soggetti rappresentati.

Intitolato "informed", il progetto del viennese Robert Stadler, noto per le sue collaborazioni professionali con celebri brand internazionali come Académie des César, Dior o Nissan, si compone di vari oggetti, che possono essere visti come "informazioni materializzate". Uno specchio, un tappeto annodato a mano, un portalibri mobile e uno sgabello si stagliano, nel suo ambiente, su sfondo blu, tinta dominante, convenzionale nei circuiti di internet. Si tratta di oggetti con una doppia forma e funzione, che mutano a seconda del punto di vista che noi assumiamo su di essi. A forma di i, lo specchio appare infatti un punto esclamativo se viene posizionato dietro al tappeto ellittico, che percepisci circolare se lo guardi a distanza. D'altra parte, il portalibri, pensato per i libri che transitano e restano per lungo tempo "on hold" nella nostra vita, nasce dalla liaison di due piani inclinati, che possono contenere i libri ancora da leggere da un lato, e quelli già letti dall'altro. Sullo sgabello "Aztec" è invece inciso un codice a barre, che, con l'ausilio di un cellulare, potrà rivelare la qualità e origine del legno con cui è stato realizzato, il nome dell'industria che l'ha prodotto, il suo numero di edizione, il suo prezzo e altro ancora.

L'irlandese Joseph Walsh espone due pezzi inediti della serie Enignum. Si tratta della sedia Enignum III in radica e rame con seduta imbottita in tessuto di seta e di due ripiani in radica che, montati su opposte pareti, avvolgono e saturano lo spazio-vetrina di Nilufar come rampicanti. A ispirare questi pezzi sono infatti le stratificazioni che in natura plasmano e definiscono l'età di piante e formazioni minerali. Attento alle prerogative dei materiali, che ricoprono nei suoi design uno specifico ruolo espressivo, Walsh trasforma infatti il suo lavoro in uno statement sulle potenzialità insondate di forme, luci, spazi nella nostra cultura. "Quello che faccio esprime i miei valori", afferma infatti. "Traduco in oggetti un mio modo di vedere le cose, d'immaginare come potrebbero essere."

Inaugurazione 11 aprile 2011 h 18:00

Galleria Nilufar
via della Spiga, 32 - Milano
martedì-sabato h 10:00 - 19:30, lunedì h 15:00 - 19:30
Ingresso libero

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