Richard Aldrich
Riccardo Baruzzi
Beni Bischof
Andrea Buttner
Sara Enrico
Alice Guareschi
Maria Morganti
Natalie Rognsoy
Davide Ferri
Ancora un altro esempio della porosita' di certi confini. I lavori in mostra sono tutti molto colorati, vagamente astratti, e finiscono per somigliarsi un poco... Opere di Richard Aldrich, Riccardo Baruzzi, Beni Bischof, Andrea Buttner, Sara Enrico, Alice Guareschi, Maria Morganti e Natalie Rognsoy.
a cura di Davide Ferri
La galleria Alessandro De March è lieta di presentare la mostra Ancora un altro esempio della porosità di certi confini, che include opere di Richard Aldrich, Riccardo Baruzzi, Beni Bischof, Andrea Büttner, Sara Enrico, Alice Guareschi, Maria Morganti e Natalie Rognsoy.
Esiste in pittura una specie di retorica dell’irrisolto, del provvisorio. Io ci ricado talvolta, forse perché per me i dipinti più belli sono spesso quelli che nascono a margine di qualcos’altro. All’insegna della velocità, o della distrazione. I tentativi, gli scarabocchi, le tavolozze. Quelli che fai mentre stai pensando ad altro.
I lavori di Ancora un altro esempio della porosità di certi confini sono tutti molto colorati, vagamente astratti, e finiscono per somigliarsi un poco per il loro carattere dimesso e svagato (così la porosità di certi confini è soprattutto nelle assonanze, nelle zone di indiscernibilità tra uno e l’altro, nelle differenze che si riducono). Poi occupano molto spazio pur restandosene tutti a parete o in prossimità della parete, spingendoti a guardare meglio lo spazio tra le cose. E in tutti si vedono queste pennellate: spesse, tremolanti, assertive. Questa è una mostra di cui potresti non dire molto di più: le pennellate, i colori.
In Ancora un altro esempio della porosità di certi confini ci sono due lavori di Sara Enrico fatti pensando alle macchie di Rorschach, su tela non intelaiata. Di Maria Morganti alcune tavole del diario, che dice molto di Maria e della pittura come pratica quotidiana. Di Andrea Büttner i lavori su vetro e la parete dipinta di marrone fin dove riesce ad arrivare il suo braccio alzato. Di Riccardo Baruzzi un mobile per dipinti intercambiabili. Di Natalie Rognsøy l’unico lavoro che si posa a terra, ma non troppo distante dalla parete, ed è pur sempre un dipinto. Di Beni Bischof alcuni lavori con delle macchie colorate, che sembrano un po’ delle opere di Jerry Zeniuk rifatte con lo spray.
La mostra, infine, è idealmente racchiusa dentro uno dei lavori meno visti di Alice Guareschi (si tratta di una stampa che riproduce un disegno a pennarello fatto quando era bambina) e un dipinto di Richard Aldrich, che è appeso nella stanza dove lavoro e che è una specie di regalo in prestito. Quando ho detto a Richard che mi sarebbe piaciuto averlo lui ha risposto: “it was an old favorite of mine, one of those that I did so quickly but had so much mystery, power and allure”. (D. F.)
Inaugurazione martedi 10 maggio dalle 18.00 - 21.00
Galleria Alessandro De March (nuova sede)
via Ventura, 6 - Milano
Martedi - venerdi 12.00 - 19.00 sabato 14.00 - 17.00 e su appuntamento
Ingresso libero