01. Fedele al credo per cui e' necessario muoversi attraverso i materiali piuttosto che privilegiarne fideisticamente uno, continua a esplorare le possibilita' delle piu' svariate categorie al fine di tracciare un discorso sul corpo fisico e sull'identita' interiorizzata del se. A cura di Luca Beatrice
Francesco Totaro, fedele al credo per cui è necessario muoversi attraverso i
materiali piuttosto che privilegiarne fideisticamente uno, continua a
esplorare le possibilità delle più svariate categorie (dalla scultura che
rinuncia al tutto tondo ma si inserisce all¹interno di una composizione
bidimensionale a una fotografia che rinnega l'immediatezza della
rappresentazione per confondersi con il gesto pittorico istintivo) al fine
di tracciare un discorso sul corpo fisico e sull¹identità interiorizzata del
se. Punto di partenza continua a essere il piccolo oggetto in filo metallico
piegato e ripiegato, in un sottile gioco bric-Ã -brac, fino a diventare icona
ossessiva dell' "imago hominis". Minuscole sculturine vigorosamente sessuate,
ingigantite dall'effetto fotografico, si stagliano su uno sfondo carnoso che
preleva particolari sempre più illeggibili di cui si può tirare a indovinare
l¹origine ma che indicano soprattutto una sensazione di smottamento
viscerale. "L'omino col cazzo dritto" di Totaro è insieme una firma (un
logo) ma anche una dichiarazione di poetica, la ribellione alla propria
riservatezza, la mise-en-scéne ironica di quello stato d'eccitazione cui,
bene o male, provoca l'arte. Le figurine stilizzate invadono le immagini, si
moltiplicano fino a costituire una serie, vivono in piccole cellule
abitative non più chiuse ma aperte al nostro sguardo attraverso cubi in
plexiglas trasparenti, una specie di condominio erotico che si ispira forse
al celeberrimo La vita. Istruzioni per l'uso di Georges Perec e
all'ossessione voyeuristica del capolavoro di Alfred Hitchcock, La finestra
sul cortile.
Nei lavori più recenti Francesco Totaro introduce una serie di elementi
innovativi, come i colori artificiali e allucinati o lo sdoppiamento
speculare, che consentono ulteriori riflessioni sullo stato di profondo
disagio, per non parlare di malattia, in cui sopravvive l'immagine
contemporanea. Così l'opera di Totaro acquisisce ulteriore fisicitÃ
partendo ancora una volta da quel dato reale sottoposto all'annegamento e al
contagio di particolari alchimie che sottraggono alla realtà il suo maggior
potere, ovvero il farsi riconoscere.
Luca Beatrice
La Giarina artecontemporanea
Interrato dell'Acqua Morta, 82 - 37129 - Verona, Italy
Orario: dal martedì al sabato 15.30/19.30 escluso festivi.
Inaugurazione: sabato 14 dicembre 2002 - ore 18.30.