Il gruppo A12 articola una riflessione sulle trasformazioni della citta' contemporanea sui modi con i quali viene abitata, attraverso una rilettura dei caratteri fisici, spaziali ed ambientali dei quartieri milanesi realizzati durante gli anni 50. Il progetto si sviluppa attraverso una mostra ed un volume. Al lavoro di osservazione e descrizione di gruppo A12 si affianca il progetto fotografico dell'artista canadese Stephen Waddell.
Comune di Milano, Settore Giovani
Con Quartieri Milano gruppo A12 prosegue la propria ricerca sulla condizione
urbana contemporanea. Il progetto, realizzato grazie al contributo del Settore
Giovani del Comune di Milano, si propone di articolare una riflessione sulle
trasformazioni della città contemporanea sui modi con i quali viene abitata,
attraverso una rilettura dei caratteri fisici, spaziali ed ambientali dei
quartieri milanesi realizzati durante gli anni cinquanta.
Il progetto si sviluppa attraverso una mostra ed un volume. Al lavoro di
osservazione e descrizione (immagini e video) di gruppo A12 si affianca il
progetto fotografico dell'artista canadese Stephen Waddell. Vengono proposti in
questo due differenti punti di vista sulla medesima realtà urbana
nell'intenzione di costruirne una visione frammentaria e accidentata che possa
determinare una differenza molteplice di giudizi.
La mostra sarà anche occasione per un seminario di discussione che si terrà nel
mese di gennaio (data da definire) a cui saranno invitati a partecipare, tra gli
altri, Paolo Fareri, Paola Di Biagi, Francesco Infussi, Cino Zucchi autori di
contributi presenti nel volume Quartieri Milano.
Abitare la città oggi: quartieri come pretesti
La città è per eccellenza luogo di sovrapposizioni e continue riscritture di
differenti modi di intendere e costruire lo spazio urbano che si sono
sedimentati nella materialità delle sue differenti parti. Osservare la cittÃ
contemporanea significa non solo guardare al nuovo, ma anche a come modelli del
passato vengono reinterpretati e vissuti oggi, alla luce dei bisogni e delle
pratiche che l'abitare contemporaneo comporta.
La scelta di osservare, selezionare e e descrivere i caratteri dei quartieri di
edilizia pubblica realizzati nel periodo postbellico a Milano si inscrive in
questa prospettiva, partendo dall'ipotesi che quelle esperienze, seppure legate
alle contingenze del particolare periodo storico, abbiano espresso e tradotto in
forme una carica innovativa e ideologica e una rilfessione sulla dimensione
dell'abitare che oggi appare dimenticata.
Il quartiere QT8, il quartiere Harrar o il quartiere Feltre per fare alcuni
esempi, pur nelle loro differenze, hanno rappresentato alcuni degli episodi più
interessanti della storia dell'urbanistica milanese e italiana. Il sogno del
Movimento Moderno, alimentato dalle necessità della ricostruzione postbellica e
dalla necessità di offrire nuovi alloggi, trovava in quelle occasioni le
condizioni per poter realizzare gli assunti della propria teoria. In una
condizione di forte ripensamento delle regole e vincoli normativi, i progetti
degli architetti chiamati a sperimentare nuove forme di abitare e nuove tecniche
costruttive, hanno dato vita a quartieri carichi di innovazione e del desiderio
di rifondare su nuove basi le regole dell'abitare moderno.
A distanza di cinquant'anni questi episodi, oramai assorbiti nel tessuto urbano
consolidato della città , possono essere interpretati come esempi di modelli
abitativi, che non si ritrovano nella storia della costruzione della cittÃ
contemporanea. Il contesto sociale e politico nel quale è maturato il progetto
per il quartiere è profondamente mutato e rispecchia le trasformazioni che hanno
investito la città contemporanea: è cambiata la committenza, che da pubblica e
centralizzata è esplosa in una moltitudine di soggetti, sono cambiati gli stili
di vita, ma soprattutto è venuta a mancare quella spinta ideologica e idealista
che poneva l'idea della comunità al centro delle sperimentazioni sulla forma
della città .
Se la città oggi si costruisce e si trasforma seguendo altri parametri e altre
finalità , questi quartieri continuano ad essere una testimonianza di un modello
possibile di fare architettura, di realizzare perti di città e in generale di
abitare.
Due sguardi contrapposti: i materiali della mostra
La mostra non intende costruire un percorso storico o restituire le vicende che
hanno accompagnato un periodo complesso della storia urbana milanese, ma
assumere queste parti di città come campi sui quali esercitare, oggi, uno
sguardo "laico".
Ad un esercizio descrittivo dei caratteri dei quartieri osservati, fatta a
partire da un approccio attento ai caratteri fisici del luogo, è affiancata e
contrapposta l'interpretazione che di quegli stessi spazi ci viene suggerita dal
lavoro di un artista.
Le due sezioni complementari e contrapposte della mostra intendono instaurare un
dialogo che si confronta sia sul piano dei linguaggi sia su una differente
interpretazione degli spazi urbani osservati. La prima sezione, realizzata da
gruppo A12 restituisce attraverso sequenze di immagini e video, differenti temi.
Sette televisori, allestiti nello spazio centrale dell'Open Space, mostrano al
visitatore in sequenza mappe dei quartieri, le differenti declinazioni del
rapporto tra edifici e spazi verdi, il sistema dell'accessibilità e il rapporto
con il contesto, dettagli dei materiali usati, gli episodi di "manomissione" cui
sono stati soggetti gli spazi dei quartieri, la natura degli spazi collettivi,
per fare alcuni esempi.
La seconda sezione si compone delle fotografie che restituiscono
l'interpretazione che l'artista canadese Stephen Waddel dà di questi luoghi.
gruppo A12 è un collettivo di architetti nato a Genova nel 1993, attualmente
attivo tra Genova e Milano. Lavora intorno ai temi dell'architettura,
dell'urbanistica e dell'arte contemporanea con strumenti e modalità espressive
eterogenee, affiancando alla progettazione architettonica e urbana, attivitÃ
didattiche e di ricerca e la realizzazione di mostre e installazioni in Italia e
all'estero.
Ha partecipato a diversi concorsi di architettura, ottenendo il primo premio nel
concorso per la riqualificazione delle aree lungo le Ferrovie Nord Milano
Cadorna-Bovisa, con Stefano Boeri (1994), nel concorso della Regione Liguria per
piattaforme di riciclaggio rifiuti (1996), con Isabella Artuso e nel concorso
"Europan 5" a Biel/Bienne in Svizzera (1999). Nel 1997, vincendo il concorso
"Opera prima", ha realizzato un edificio di 25 alloggi a Borghetto Lodigiano
(Milano). Nel 2000 è stato invitato ai concorsi ad inviti per la realizzazione
degli infobox del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Roma presso la
Biennale di Venezia, e della Triennale di Milano.
Dal 2000 ha realizzato diversi progetti di allestimento di mostre ed esposizioni
tra cui l'allestimento della mostra "Uniforme", PittiImmagine Stazione Leopolda,
a Firenze e al museo P.S.1 di New York, USA e quello della mostra "Urgent
Painting" presso il Musée d'art moderne de la Ville de Paris, Parigi.
Ha partecipato a mostre ed esibizioni con installazioni e progetti. Nel giugno
2000 ha partecipato con Udo Noll e Peter Scupelli alla "VII Mostra
Internazionale di Architettura. Biennale di Venezia" con il progetto web
"parole", un archivio dinamico della città contemporanea, che ha successivamente
ricevuto il Premio speciale "internationaler medienkunstpreis 2000", SWR
Südwestrundfunk e ZKM di Karlsruhe. Ha lavorato con installazioni e interventi
metropolitani sul tema dello spazio pubblico in occasione della Biennale dei
giovani artisti a Torino (1996), e di "manifesta 3" a Lubiana, e "Fuoriuso" a
Pescara (2000). Nel 2002 ha realizzato le mostre personali "N33 51.917' E130
47.808'" presso il Center for Contemporary Art di Kitakyushu, Giappone;
"12.11.1972" presso la galleria Pinksummer di Genova, "Genève / l'image
habitable" presso la galleria Attitudes di Ginevra, Svizzera, e ha partecipato
Biennale di Shanghai 2002 con il progetto "Mobile Biennale Building 3000TM".
I lavori di gruppo A12 sono stati pubblicati in diverse riviste e libri di arte
e architettura.
gruppo a12 è composto da Nicoletta Artuso, Andrea Balestrero, Gianandrea
Barreca, Antonella Bruzzese, Maddalena De Ferrari, Fabrizio Gallanti,
Massimiliano Marchica.
Stephen Waddell è nato a Vancouver, Canada nel 1968, dove nel 1994 termina i
propri studi d'arte presso la MFA University of British Columbia, Vancouver,
Canada.
Formatosi come artista figurativo, Stephen Waddell utilizza contemporaneamente
la pittura e la fotografia come strumenti espressivi della propria ricerca
artistica. Il suo lavoro ha da sempre avuto a che fare con "l'arte della
descrizione", avvicinando la maggior parte della sua produzione a "quello stile
documentario" che attraversa la storia dell'arte.
Dal 1997 vive e lavora tra Berlino e Vancouver e partecipa a mostre ed
esposizioni in Europa e in Canada.
Mostre personali dei suoi lavori sono state realizzate nel 2002 a Berlino presso
la galleria Wissenschaftskolleg (Consigned to the Street) e a Vancouver presso
la Monte Clark Gallery (New Pictures); nel 2001 a Vancouver presso la Monte
Clark Gallery (Il Killer), a Lucerna alla Raum für Aktuelle Kunst (Stephen
Waddell) e a Stoccarda presso l'Akademie Schloss Solitude (Conspirators, 2000 e
Stephen Waddell, 1997).
Ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui nel 2001 Roy Arden, Scott
McFarland, Howard Ursuliak, Stephen Waddell, Jeff Wal, presso la Monte Clark
Gallery a Toronto; nel 2001 Solitude im Museum alla Staatsgalerie di Stoccardae
al Musée d'art Moderne a St.Etienne; nel 1999 Pictures of Pictures, Arnolfini
presso la Bristol & Norwich Gallery a Norwich e After Photography presso la
Monte Clark Gallery a Vancouver; nel 1995 EAST international al Sainsbury Centre
for Visual Arts, Norwich Gallery.
Inaugurazione mercoledì 18.12.02, ore 18
orari: ma/ve h.11-19, sa/do h. 11-17
chiuso nei giorni 25/26.12.02, 01.01.03
Openspace, via Marconi 1, Milano