Associazione Juliet
Trieste
via Madonna del Mare 6
040 313425

Odio
dal 18/12/2002 al 24/1/2003
040 313425
WEB
Segnalato da

Roberto Vidali




 
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18/12/2002

Odio

Associazione Juliet, Trieste

Questa mostra tematica, progettata e coordinata da Roberto Vidali, vede la partecipazione di dieci tra i migliori artisti italiani, che da un punto di vista generazionale vanno posti a cavallo tra la fine millennio e l'inizio del nuovo. Dieci autori con cui si va a costruire una sorta di atlante eclettico di gesti e sentimenti di inizio millennio.


comunicato stampa

È noto che all'ODIO non si comanda, come non si comanda ai sentimenti di amore e stima.
"Odia il prossimo tuo" significa "non soccorrerlo" quando si trova in stato di necessità, affinché il riscatto avvenga con le sue stesse mani, come ben ci ha insegnato il Dio giusto e terribile scacciando Adamo dal Paradiso Terrestre. Il primo senso di ripugnanza e contrarietà e intolleranza per una cosa fatta viene proprio da lì: consumare milioni di anni per una semplice mela suona un po' balzano eppure ogni atto odioso nasconde sotto le vesti un gesto di amore. Come si dà la pacca al cane per educarlo, come si calcia il vagabondo per spingerlo alla redenzione, così la cacciata dal Paradiso Terrestre fu atto che voleva costringere l'uomo a un autoemendamento della sua tetra poltronaggine.
Tetra perché dettata dalla cecità e dalla presunzione: un paraocchi che gli fa vedere il raggio del sole là dove brilla al massimo il culo della lucciola. Ma se "l'amicizia è un tacito contratto fra due persone sensibili e virtuose", l'odio è spesso un sentire unidirezionale che perseguita il nostro vivere quotidiano. Molte volte questo sentimento per estrinsecarsi cerca dei complici, degli esecutori; molte volte questo sentire è consanguineo dell'ira, del rammarico, del desiderio di rivincita, di un'indole turbolenta, inflessibile, violenta, superba, vendicativa, arrogante. L'ODIO è fratello della diversità, dell'inimicizia, delle labbra bugiarde, dell'amara invidia, dell'avversione, dell'insidia, del grandissimo sdegno, dell'occhio geloso, della contesa, dello spirito di vendetta, del tradimento, dell'iniquità, della perversione, della cupidigia, della malizia, della discordia, della malvagità, dell'arroganza, dell'altezzosità, della millanteria, dell'invenzione del male.
Una persona guidata dall'odio di certo non ha un buon carattere e non ha nobiltà d'animo. Possiamo sperare che una simile indole non sia sposa del potere e che l'odio altrui non ci ricada addosso attraverso un ordine, eppure anche in tasca a una mezza calzetta disequilibrata può provocare danni.
Una persona che odia di norma non è felice.
Un animale non odia. Non sappiamo, con questo, se gli animali siano felici. D'altronde non lottano anche loro per la supremazia? Non combattono per il predominio su un territorio e sulle femmine? E molti di loro sono sconfitti, poiché pochi sono segnati dalla corona di capo, mentre molti sono destinati alle file dei gregari. Sorge allora la domanda: che cosa provano questi poveri ignoti quando alla prova dei fatti sono sconfitti? Provano tristezza o senso di rivalsa o di autocastrazione?
È possibile togliere questo vizio del carattere? Ci risponde Voltaire: "Caccia la natura dalla porta e ritornerà dalla finestra". Da millenni, la religione e la morale, cercano di mettere un freno alla violenza del carattere, senza riuscire a combiare un granché. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, dall'età di Caino in poi, giorno dopo giorno, in tivù, per strada, tra le pareti domestiche.

Questa premessa per venire a parlare di "ODIO", tema attualissimo, sviscerato dalla mostra che giovedì 19 dicembre 2002, alle ore 18, inaugurerà allo spazio JULIET di via Madonna del Mare 6, a Trieste. Questa mostra tematica, progettata e coordinata da Roberto Vidali, vede la partecipazione di dieci tra i migliori artisti italiani, che da un punto di vista generazionale vanno posti a cavallo tra la fine millennio e l'inizio del nuovo. Ne elenchiamo i nomi: Martino COPPES, Cuoghi CORSELLO, Michele CULPO, Aldo DAMIOLI, Bonomo FAITA, Claudio MASSINI, Paola PEZZI, Antonio SERRAPICA, Antonio SOFIANOPULO, Oreste ZEVOLA.

In definitiva, con questi dieci autori si va a costruire una sorta di atlante eclettico di gesti e sentimenti di inizio millennio. Certo queste mappe del comune sentire non aiuteranno a trovare l'anima gemella tra gli scaffali di un supermarket, né a identificare un parcheggio libero dietro piazza Duomo, a Milano, purtuttavia non permetteranno che il panino di prosciutto vada a finire nella trachea, soffocandoci così nell'intimo delle nostre più pure illusioni.

La mostra è corredata da un catalogo progettato con il contributo di ogni singolo artista e che accoglie anche le testimonianze critiche di: Boris Brollo, Carlini/Valle, Valerio Dehò, Ivana Mulatero, Riccardo Notte, Riccardo Salvatelli, Mary Barbara Tolusso, oltre che dello stesso curatore, Roberto Vidali.

Immagine: Martino Coppes, Untitled 47c, 1996

In occasione della vernice verrà distribuito gratuitamente il calendario 2003 realizzato in collaborazione con la Tipografia Graphart di San Dorligo.
La mostra, realizzata con il sostegno e contributo del Comune di Trieste-Assessorato ai Beni e alle Attività Culturali, e con la sponsorizzazione della Ditta ANESE GINO sas, chiuderà il 24 gennaio del 2003.

Orario di visita: mar/mer/giov non festivi, ore 18.00-20.30, o su appuntamento, telefonando al 040-313425.

Juliet via Madonna del Mare 6, Trieste

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