Museo Cantonale d'Arte
Lugano
via Canova, 10
+41 919104780 FAX +41 919104789
WEB
Christian Gonzenbach
dal 1/9/2011 al 29/10/2011
Mar 14-17, Mer-Dom 10-17, Lun chiuso

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Museo Cantonale d'Arte



 
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1/9/2011

Christian Gonzenbach

Museo Cantonale d'Arte, Lugano

Oligoneoptera. Mostra personale. Due i temi di fondo che permettono di avvicinarsi all'essenza del lavoro di Gonzenbach: la stretta relazione che intercorre tra il suo modo di intendere l'attivita' artistica e la scienza e l'importanza del concetto di metamorfosi. A cura di Elio Schenini.


comunicato stampa

a cura di Elio Schenini

Venerdì 2 settembre si inaugura nell'Ala Est del Museo Cantonale d'Arte la mostra dell'artista ginevrino Christian Gonzenbach (1975), secondo appuntamento annuale che il Museo Cantonale d'Arte dedica alla scena artistica svizzera contemporanea. L'esposizione si colloca nell'ambito del ciclo di mostre curate da Elio Schenini, che vedono alternarsi artisti ticinesi e artisti provenienti dal resto della Svizzera con l'intento di offrire al pubblico ticinese uno sguardo sulla produzione artistica più attuale.

Tra le figure emergenti della scena artistica contemporanea romanda, Gonzenbach opera sul confine tra ordinario e straordinario, tra banale e meraviglioso, proponendo, attraverso installazioni, animazioni video e fotografie, un incontro con una quotidianità che, d'improvviso, si trasfigura nel segno dell'assurdo e della poesia. Rientra sicuramente in quest'ambito anche la mostra proposta a Lugano, come preannuncia lo stesso titolo, "Oligoneoptera", termine foneticamente ostico e vagamente esotico, ma al tempo stesso intuitivamente riconducibile alla terminologia scientifica. Esso si riferisce infatti ad un superordine di insetti, caratterizzato da uno sviluppo metamorfico, nel quale gli stadi larvali sono nettamente differenziati, sia dal punto di vista morfologico che da quello anatomico, dallo stadio adulto (Per intenderci: farfalle e mosche). Già dal titolo della mostra risultano quindi evidenti due temi di fondo che permettono di avvicinarsi all'essenza del lavoro artistico di Gonzenbach: da un lato la stretta relazione che intercorre tra il suo modo di intendere l'attività artistica e la scienza, dall'altro l'importanza del concetto di metamorfosi nella sua poetica.

L'opera di Gonzenbach è pervasa da una costante riflessione sul rapporto osmotico tra natura e cultura; un incessante interrogarsi sugli scambi che esistono tra queste due entità, solo apparentemente opposte, i cui confini, come evidenziano molti suoi lavori, spesso si sovrappongono e si intrecciano fondendosi in un inestricabile viluppo. Nel lavoro di Gonzenbach assistiamo ad una sorta di incessante metamorfosi che si sviluppa attorno a questa polarità, a una trasformazione costante della natura in cultura e della cultura in natura.

Nell'Ala Est - oltre ad alcuni recenti lavori dell'artista quali la serie di disegni a China di grande formato Mind Map e alle sculture del passato rivoltate come guanti e realizzate in ceramica smaltata - sono esposti anche alcuni lavori precedenti come le eliografie di Firefly o le pelli di oggetti di Skins. A Hunter's Collection o gli animali rivoltati di Inverted. Al centro dello spazio espositivo l'artista ha immaginato una grande scultura in legno dal titolo Fafnir. Quest'opera costituisce la ricostruzione in scala 1:1 dello scheletro di un aliante progettato e costruito da Alexandre Lippisch nei primi anni Trenta, il cui nome, Fafnir, è stato preso a prestito da un drago della mitologia scandinava. Ovviamente, viste le sue dimensioni (19 metri di apertura alare e 8 m di fusoliera), la struttura dell'aereo che l'artista ha ricostruito partendo dai piani per la realizzazione di un modellino in scala non ha potuto che adeguarsi allo spazio in cui è collocato. A metà tra la carcassa disarticolata di un aereo e lo scheletro snodato di un enorme pterodattilo, questa scultura non ci parla di schianti o disastri come potrebbe sembrare a prima vista, ma di esplorazioni dello spazio e di limiti, raccontandoci il paradosso di un oggetto progettato dall'uomo per librarsi nello spazio sconfinato del cielo, che si trova ad essere incastrato tra le travi e le pareti anguste di uno spazio architettonico.

La mostra è stata realizzata con il contributo di: Pro Helvetia. Fondazione svizzera per la cultura.

Inaugurazione: venerdì 2 settembre 2011, ore 18.30

Museo Cantonale d'Arte
Via Canova 10, Lugano
Orari: mar 14.00-17.00
da mer a dom 10.00-17.00, lun chiuso
Ingresso libero

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