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14/3/2003

Melting pop/Jason Middlebrook

Palazzo delle Papesse, Siena

Rispettare il passato, valutare il presente e immaginare varie combinazioni tra l'arte visiva e gli altri linguaggi creativi. Cinema, copertine di cd, feticci, magazine, abiti, pubblicita', marchi, corpi della moda, sedie, videoclip, finzioni: Melting Pop propone un percorso in cui l'arte visiva riassembla la visione di stilisti, grafici, videomaker, pubblicitari, designer, registi. A cura di Gianluca Marziani. L'installazione Empire of Dirt di Jason Middlebrook, realizzata per il quarto appuntamento del ciclo Caveau, e' volta a indagare le relazioni fra uomo e natura attraverso un sistema di piani sovrapposti che coinvolge il mondo dell'arte, i luoghi deputati alla cultura e la loro stratificazione storica.


comunicato stampa

Cosa accade se gli artisti utilizzano lo scheletro della moda? E se le immagini filmiche sviluppano inquadrature pittoriche? Il design ha le ragioni concettuali della scultura? Un progetto musicale può dialogare con l'arte visiva e il magazine diventare un innovativo progetto di editoria artistica?
A queste ed altre domande il Palazzo delle Papesse - Centro Arte Contemporanea risponde offrendo alcune ipotesi visive con Melting Pop. Rispettare il passato, valutare il presente e immaginare varie combinazioni tra l'arte visiva e gli altri linguaggi creativi. Cinema, copertine di cd, feticci, magazine, abiti, pubblicità, marchi, corpi della moda, sedie, videoclip, finzioni: Melting Pop propone un percorso in cui l'arte visiva riassembla la visione di stilisti, grafici, videomaker, pubblicitari, designer, registi.
Nata dall'omonimo libro che Gianluca Marziani pubblicò nel 2001 per i tipi di Castelvecchi, Melting Pop vuole seguire alcune significative combinazioni tra l'arte visiva e gli altri linguaggi creativi. Non, quindi, semplici collegamenti tra due linguaggi che restano separati; al contrario, vere e proprie miscele espressive in cui l'artista si mimetizza nel "linguaggio altro", ne usa alcune dinamiche e cambia la logica consuetudinaria dei singoli linguaggi. Melting Pop resta anche e soprattutto una dichiarazione sul potere degli artisti che intuiscono e inventano mondi, sperimentando il domani attraverso la complessità del pensiero comune.
Con la partecipazione di : Absolut, Adbusters, Ron Arad, A.W.L., Matteo Basilé & Agatha, Vanessa Beecroft, Carlo Benvenuto, Davide Bertocchi, Big Magazine, Blob, Enrica Borghi, Andrea Chiesi & Maffia, Colors, Anton Corbijn, Gregory Crewdson, Diesel, Tom Dixon, Dormice, Nathalie Du Pasquier, Fabrica, Daniele Galliano, Alessandro Gianvenuti & Dj Stile, Futura 2000 & Unkle, Gligorov, Naoto Kavahara, Thorsten Kirchhoff, Illy Collection, International Video Projects, David LaChapelle, Robert Longo, Miltos Manetas, Christian Marclay, Marc Newson, Operazione Superlusso, Erwin Olaf, Alessia Parenti, Rafael Pareja, Permanent Food, Pierre et Gilles, Cristiano Pintaldi, Gioacchino Pontrelli, Antonio Riello, Max Rohr, Ugo Rondinone, Tom Sachs, Cindy Sherman, Philippe Starck, Gianluigi Toccafondo, Tomato, Adrian Tranquilli, Maurizio Vetrugno, Inez van Lamsweerde, Massimo Vitali, Marcel Wanders, Robert Wilson, www.davidlynch.com, www.petergreenaway.com, www.ora-ito.com...

Il catalogo di Melting Pop, pubblicato da Silvana Editoriale, conterrà testi di Gianluca Marziani, Omar Calabrese e Jerôme Sans.

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Jason Middlebrook - Caveau

L'installazione Empire of Dirt di Jason Middlebrook, realizzata per il quarto appuntamento del ciclo Caveau del Palazzo delle Papesse, è volta a indagare le relazioni fra uomo e natura attraverso un sistema di piani sovrapposti che coinvolge il mondo dell'arte, i luoghi deputati alla cultura e la loro stratificazione storica.
Negli ultimi anni Middlebrook ha immaginato alcuni monumenti esemplari, veri e propri simboli della contemporaneità come la Tate Modern a Londra, il Guggenheim di Bilbao o il Getty Center, proiettati in un ipotetico futuro (Visible Entropy, Sara Meltzer Gallery, 2001 New York).
Tali luoghi, nell'interpretazione di Middlebrook, appaiono soggetti ad una irrefrenabile erosione fisica, oltre che culturale. Queste roccaforti dell'arte ridotte in rovina divengono così ambientazioni alla Blade Runner o da Pianeta delle scimmie: luoghi entropici, dove l'opera dell'uomo soccombe di fronte alla potenza della natura. Luoghi disertati, privati di quell'aura di inviolabilità e sacralità propria delle grandi istituzioni culturali, e ugualmente 'feriti' dagli agenti atmosferici, da un specie di irruenza biologica, come dalla noncuranza dell'uomo. Da questa sorta di Big Bang storico-artistico non sfugge ora neppure il Palazzo delle Papesse. Qui la critica al 'sistema-arte' e alle sue istituzioni si scontra però con la resistenza opposta da un edificio storico. Come una sorta di araba fenice, il Palazzo delle Papesse è già rinato dalle proprie ceneri in diverse occasioni. Una visione organicistica dell'istituzione che, per certi versi, ricorda il grande dipinto realizzato da Jason Middlebrook a Londra per il Wellcome Trust, intitolato The Geology of Biology. Ma, parafrasando l'artista, se a Londra l'effetto voluto era "Frankestein meets archeology", a Siena potremmo dire che a incontrarsi con l'archeologia sono gli artisti superstar di oggi.
Con Empire of Dirt il Palazzo delle Papesse viene infatti risucchiato all'interno del caveau. Valanghe di detriti, opere d'arte e cataloghi sprofondano nelle viscere della costruzione, che ha già ceduto sotto il peso della propria storia, ma risulta affossata anche dal peso del pensiero dominante, della cultura di regime e di mercato, dalle scaramucce fra curatori e dalle politiche di acquisto dei musei. L'arte contemporanea diviene così reperto archeologico. Sporcata dai graffiti, infradiciata dalle infiltrazioni e corrotta dal tempo, finisce per decomporsi fino a tornare terra. Una volta insabbiate le cattedrali della cultura, gli equilibri naturali sembrano ristabilirsi. Il Caveau delle Papesse custodirà le ultime tracce di vita del museo: da una camera di massima sicurezza, abbandonata ormai anche dai propri custodi, le videocamere a circuito chiuso del museo rimandano freneticamente gli ultimi istanti prima della catastrofe. Il sistema è andato in corto. Ed ora che la nave è affondata, chissà cosa ricrescerà su questo fertile humus

Caveau è un ciclo espositivo che si articola all'interno di uno degli spazi più singolari del Centro Arte Contemporanea: la camera di sicurezza fatta costruire nel 1952 dalla Banca d'Italia che allora aveva sede a Palazzo delle Papesse. L'ambiente, intatto e fornito degli arredi originali, dagli armadi in ferro alla porta blindata, si presta assai bene a divenire una sorta di project room di volta in volta affidata ad artisti che sappiano misurarsi con un luogo cosi' fortemente caratterizzato e di difficile interpretazione. L'opera deve qui trovare necessariamente canali altri di interazione per non correre il rischio di essere annullata. Il caveau, pertanto, non si configura mai come 'contenitore' ma aspira a farsi opera esso stesso o, quanto meno, a divenire una delle sue parti costitutive.

Notizia biografica:

Jason Middlebrook (1966, Jackson, Michigan). Vive e lavora a Brooklyn, New York.

Recenti mostre personali:
2003
Sound Check, Whitney Museum of American Art, New York.
2002
(De) - Composition, Art Statements, Art Basel Miami Beach.
Visible Entropy II: Three Types of Debris, Nylon Gallery, London.
2001
Dig, New Museum of Contemporary Art, New York.
Museum Storage, Santa Monica Museum of Art, Santa Monica.
Visible Entropy, Sara Melltzer gallery, New York.
Wellcome Trust Commision, Euston road Hoarding Project, Wellcome Trust, London.
210 Gallery Installation, Wellcome Trust, London.
California is Still Falling Into the Ocean, Sara Meltzer Gallery, New York.
2000
Jason+Kate, Meat Market Art Fair, New York.
Jason Middlebrook online:
http://www.juliebakerfineart.com/artists/middlebrook
http://www.artnet.com/ag/artistdetails.asp?aid=11772
http://www.artnet.com/ag/fineartthumbnails.asp?aid=11772

Immagine: Jason Middlebrook, A Celebration of Debris, 2001

Ufficio Stampa
Carlo Simula T + 39 0577 220721 F + 39 0577 42039

Inaugurazione: 15 Marzo 2002, ore 18.00
Orario di apertura 12.00-19.00
Giorno di chiusura: lunedì

Prezzo dei biglietti Intero: 5 euro Ridotto: 3,50 euro
Palazzo delle Papesse
Via di Città, 126 53100 Siena

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dal 10/4/2008 al 11/4/2008

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